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Per Take-Two le loot box non sono gioco d'azzardo. "Il segreto è fornire più contenuti al lancio"

Le opinioni del presidente Karl Slatoff.

La diatriba sulle lootbox e le microtransazioni ha ormai assunto proporzioni tali da aver coinvolto praticamente tutti i big e i media dell'industria videoludica. Al dibattito si vanno aggiungendo giorno dopo giorno sempre nuove voci, e oggi la parola passa a Take-Two.

Come riportato da Dualshockers infatti, in un recente incontro con gli investitori, il presidente della compagnia, Karl Slatoff, ha avuto modo di rispondere a una domanda riguardo alla questione affermando che Take-Two condivide la decisione dell'ESA, e non ritiene quindi che le casse premio siano assimilabili al gioco d'azzardo. Tuttavia il presidente non sembra aver paventato in alcun modo la possibilità che tali mezzi di monetizzazione vengano implementati nei futuri titoli della compagnia.

In merito alle reazioni delle scorse settimane da parte di diversi giocatori, Slatoff ha affermato di essere convinto che il problema risieda principalmente nel fornire un gran quantitativo di contenuti già al lancio: "Finché continui a concentrarti sulla palla in campo, tutto andrà bene, perché i giocatori saranno davvero felici di ciò che avranno".

Il presidente ha poi continuato affermando che a parer suo le compagnie non possano costringere i giocatori a spendere denaro sui propri titoli ma tutto ciò che possono fare è portare il pubblico ad essere coinvolto, perché solo col coinvolgimento le grandi produzioni acquistano valore, in quanto "è sempre stato così, e così sarà anche in futuro". Slatoff ha poi avuto modo di sottolineare come la chiave per indurre il coinvolgimento da parte dei consumatori risieda nel fornire loro il maggior numero di contenuti possibile già al lancio.

Tuttavia, per quanto riguarda più nel dettaglio le microtransazioni, il presidente non ha espresso una posizione altrettanto netta affermando invece che "è importante per noi far si che i giocatori si sentano coinvolti per molto tempo dai nostri giochi" ma che, allo stesso tempo, Take-Two sta ancora esplorando le possibilità delle "recurring revenues", dato che prima di tutto è necessario "conoscere i consumatori" che cambiano ogni anno. Insomma, si tratta di dichiarazioni che sicuramente sottolineano ancora una volta quanto dichiarato dallo stesso CEO Strauss Zelnick all'inizio del mese corrente.

Cosa pensate della posizione di Take-Two in merito alle transazioni in-game? Pensate che anche in Red Dead Redemption 2 la situazione sarà simile a quella di GTA Online?

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