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Dragon Ball FighterZ - recensione

Ecco finalmente il voto. Ed è davvero over 9000!

Dragon Ball FighterZ riesce a entrare nell'Olimpo dei migliori tie-in della storia del videogame. Un titolo sublime, da gustare col tempo.

Probabilmente gli anni Dieci saranno ricordati come il decennio più nostalgico di sempre. L'influenza artistica che ci giunge soprattutto dagli anni Ottanta e Novanta è prepotente, quasi inglobante. Dal cinema, alla musica, passando per le serie tv e i videogame, i linguaggi di questa decade sono palesemente saturi dell'estetica audiovisiva che dominava venti o addirittura trent'anni fa.

Basti pensare a Stranger Things, serie manifesto della nostalgia e del citazionismo, che negli ultimi due anni ha conquistato il grande pubblico. Per non parlare delle atmosfere retrofuturistiche di Blade Runner 2049 o del ritorno in grande stile della saga di Star Wars. Sino ad arrivare all'atteso ritorno della saga di Dragon Ball, che con la serie televisiva Super ha eliminato definitivamente dal canone quell'abominio di GT, per rendere un pochetto più dignitosi i destini di Goku e compagni.

Corsi e ricorsi storici. Che essi possano piacere oppure no, stanno lasciando la loro impronta anche nell'universo videoludico, riproponendo storie, gameplay e personaggi ormai divenuti leggendari, attraverso reboot, remake e remastered. Pensiamo all'attenzione che critica e pubblico hanno riservato a Crash Bandicoot N.Sane Trilogy lo scorso anno, alla saga reboot di Tomb Raider targata Square Enix o all'attesa spasmodica che ruota attorno al remake di Final Fantasy VII. Giusto per citare alcuni esempi.

Ebbene al centro di questa parete di affreschi nostalgici, Bandai Namco ha deciso di incastonare la propria gemma. Dopo il successo di Xenoverse, ha affidato lo sviluppo di Dragon Ball FighterZ, picchiaduro bidimensionale vecchia scuola, agli Arc System Works, software house dotata di esperienza mastodontica in questo genere, autori di saghe storiche come Guilty Gear, BlazeBlue e Double Dragon. E mai fu scelta più azzeccata.

Cover image for YouTube videoDragon Ball FighterZ - PS4/XB1/PC - Krillin (Character intro video)

L'impatto visivo che Dragon Ball FighterZ ci offre è in prima istanza scioccante. La grafica mossa dall'unreal engine 4 è magistrale, ricca di dettagli e completamente attinente allo stile dell'anime e dei lungometraggi. La minuzia con cui è stato curato ogni singolo personaggio è devastante per tutti i fan del manga di Akira Toriyama, in quanto riporta alla luce scrupolosamente le atmosfere che si respirano nella serie originale. Ogni mossa, dai semplici cazzottoni alle Kamehameha e Big Bang Attack, è fedelmente riproposta. Prendere il controllo totale di ogni singolo personaggio del roster è estremamente appagante, intuitivo e divertente.

Se in pasto ai nostri occhi Dragon Ball FighterZ serve una serie di prelibatezze, non è affatto da meno ciò che offre il comparto sonoro. I doppiatori giapponesi originari di tutti i personaggi storici sono presenti e recitano, proprio come nell'anime e nei film, egregiamente. Nonostante sia possibile impostare le voci anche in inglese, non ci è mai balenato il folle pensiero di cambiare l'idioma. La colonna sonora, di base rock-metal, carica ulteriormente di adrenalina i combattimenti e anch'essa è comunque strettamente legata all'immaginario di Dragon Ball.

Passando alla giocabilità nuda e cruda, Dragon Ball FighterZ è basato su un sistema di combo semplificate di tre tipi di intensità: lievi, medie e potenti. Le suddette si incastrano con gli attacchi di energia Ki, semplici o complessi; con l'impeto dell'Aura, che velocizza le nostre manovre di attacco; col teletrasporto, usato per cogliere alle spalle il nemico e, infine, con l'impeto del Drago, con cui è possibile spezzare la difesa nemica.

Ecco qui il roster base di Dragon Ball FighterZ, al quale possiamo aggiungere Goku SSGSS, Vegeta SSGSS e Androide N.21, portando a termine determinati obiettivi.

Se questo non bastasse il combattimento offre la possibilità di riunire le sette Sfere del Drago, con cui possiamo invocare il Grande Drago Shenron per chiedere di esaudire un desiderio a scelta tra renderci immortali, incrementare il nostro potenziale d'attacco, resuscitare un compagno di squadra caduto o recuperare l'energia vitale. Gli incontri sono inoltre caratterizzati dalla presenza di tre combattenti per squadra, che possono incrociare gli attacchi e darsi il cambio nei momenti di difficoltà, ma lo switch è anche utile per estendere la durata delle combo.

L'accusa mossa dai puristi dei picchiaduro bidimensionali è la presenza delle succitate combo semplificate, come base del gameplay. Premendo un solo tasto in maniera ossessiva è infatti possibile mettere in pratica una combo molto complessa. Ma vi assicuriamo che man mano che accumulerete esperienza, soprattutto contro gli avversari umani, la chiave di volta del gioco si sposterà sul ritmo con cui combinare tutti i tipi di attacchi e difesa che abbiamo a disposizione, piuttosto che sulla precisione chirurgica con cui premere i tasti.

Per dirla in gergo musicale, il gameplay di Dragon Ball FighterZ è uno strumento simile ad una batteria, a differenza di altri picchiaduro, tipo Street Fighter, che assomigliano più ad un pianoforte o ad una chitarra. La tecnica che serve per utilizzare le percussioni sicuramente non è meno nobile e va rispettata in toto. In questo senso la giocabilità di Dragon Ball FighterZ a noi è sembrata un valido compromesso tra immediatezza e tecnicismo. Intuitiva, ritmica e profonda.

Il comparto tecnico ne esce quindi con il massimo dei voti. Sotto questo punto di vista il picchiaduro Bandai Namco è senza ombra di dubbio il miglior videogame di Dragon Ball mai creato, mettiamo quindi la mano sul fuoco che ogni appassionato e nostalgico della serie sarà completamente stregato dalle meraviglie del titolo sviluppato da Arc System Works.

Dragon Ball FighterZ è il sessantaseiesimo videogame tie-in dedicato al manga di Akira Toriyama. Un numero esorbitante, ma con tutta onestà non abbiamo mai assistito a tale colpo d'occhio e raffinatezza.

Nella sala d'attesa nella quale siamo catapultati all'avvio del gioco possiamo scegliere tra le varie modalità di gioco. Una prima infarinatura del combat system ce lo forniscono l'Allenamento e la modalità Storia, che per i primi passaggi è infarcita di preziosi tutorial per i neofiti.

La trama è stata scritta dal pugno dello stesso Akira Toriyama e anche se per certi passaggi l'abbiamo trovata un po' stucchevole e forzata, l'impronta dell'autore giapponese è comunque ben visibile. Per l'occasione Toriyama ha dato vita ad un nuovo androide, ovvero il numero 21, ex scienziata del Red Ribbon che si ritrova, per mano del perfido dottor Gelo, a convivere con la sua nuova natura di androide e con qualche piccolo problema di personalità multipla. Terminando i tre archi che compongono la storia, avremo a disposizione definitivamente N.21 nel nostro roster di combattenti.

La Storia offre un senso di sfida piuttosto basso, per fortuna bilanciato dalla modalità Arcade nella quale dovremo affrontare il serpentone, una sorta di piramide di combattenti composta da parecchi bivi e declinata in tre diverse forme: la Via del Serpente, dove ci tocca affrontare tre match, Estrema Gravità, che ne vede cinque, e la Stanza Spirito e Tempo, che ne conta ben sette. Il grado ottenuto al termine di ogni incontro ci indirizza verso il prossimo avversario. Se quindi ci aggiudicheremo una S o una A, scaleremo la piramide verso avversari più temibili, altrimenti ci toccherà affrontare terzetti di combattenti un po' più scarsi.

Una volta completato il serpentone, si sbloccherà la versione Difficile dello stesso, che metterà a dura prova le nostre abilità. Ottenendo una media voto pari o superiore ad A, in modalità Difficile, possiamo sbloccare la versione Super Saiyan God Super Saiyan di Goku e Vegeta, ma vi assicuriamo che non sarà per niente un compito facile da realizzare. In alternativa gli stessi personaggi, che con N.21 compongono il terzetto di combattenti sinora sbloccabili, possono essere inclusi nel nostro roster collezionando rispettivamente 500.000 e 300.000 Zeni, un traguardo un po' più lungo da raggiungere, ma sicuramente meno snervante.

Terminate il match con una Kamehameha o con un colpo potente per assistere alle spettacolari Conclusioni Distruttive.

A completare la serie di modalità accessibili offline è la Battaglia Locale, che oltre ad offrire il classico scontro in multiplayer con cui potete sfidare amici e parenti uno contro uno, presenta la possibilità di organizzare veri e propri tornei con molti giocatori. In questo caso il divertimento e l'agonismo sono moltiplicati all'ennesima potenza. Abbiamo provato un torneo di quattro partecipanti (si può impostare il torneo fino a sedici concorrenti) e il risultato è stato in un primo momento esilarante. Dopodiché è subentrato il senso di sfida e l'atmosfera si è fatta elettrizzante in un battibaleno. Et voilà! Dragon Ball FighterZ non smette di stupire e si trasforma anche in un ottimo party game.

Ad affiancare il multiplayer locale vi è quello online, su cui il titolo Bandai Namco fonda gran parte del proprio appeal. Nella stanza di attesa possiamo scegliere di affrontare un avversario in tre modalità diverse. L'Incontro Mondiale effettua un matchmaking classificato in cui si può sfidare un utente casuale per accrescere le proprie statistiche. L'Incontro nell'Arena ci permette di affrontare esclusivamente gli avversari presenti nella sala d'attesa in cui ci troviamo, al fine di dimostrare di essere il miglior combattente della zona. Mentre con l'Incontro sul Ring abbiamo la possibilità di creare una stanza sfida, personalizzandola a nostro piacimento attraverso una serie di succose opzioni.

La più interessante tra queste è senza dubbio l'opzione che ci permette di giocare in rete tre contro tre. Affrontare un terzetto di utenti umani è qualcosa di grandioso, ma la procedura da intraprendere per accedere a questa tipologia di match risulta essere un po' macchinosa. A nostro avviso sarebbe stato utile implementare il combattimento a squadre anche nella modalità Incontro Mondiale, in modo da avere molta più possibilità di organizzare un match di gruppo.

Nella Storia i personaggi rispecchiano fedelmente le caratteristiche che possiamo osservare nel manga e nell'anime. Non per niente è stata scritta dallo stesso Akira Toriyama.

L'online di Dragon Ball FighterZ è pensato anche per assistere ai combattimenti degli utenti più interessanti. La modalità replay in questo senso arricchisce l'esperienza, fornendo la possibilità di visionare la registrazione dei match più esaltanti, mentre sia nell'Incontro nell'Arena che nell'Incontro sul Ring potremo assistere, come spettatori, agli scontri degli altri utenti in diretta.

Durante la nostra prova i server hanno retto più o meno decentemente, permettendoci di giocare match fluidi, intervallati da qualche incontro in cui la linea era un po' più ballerina. Tutto sommato il risultato ci è sembrato sufficiente, ampiamente godibile ma, con il dovuto supporto, anche migliorabile.

Dragon Ball FighterZ non è solamente un ottimo gioco, ma riesce a entrare nell'Olimpo dei migliori tie-in della storia del videogame. Gli appassionati del manga di Akira Toriyama saranno travolti da intense emozioni e i fanatici dei picchiaduro bidimensionali troveranno pane per i loro denti. In multiplayer il titolo sviluppato da Arc System Works si esalta con maggior forza, soprattutto nei tornei organizzati faccia a faccia con i propri amici. Le funzionalità online invece sembrano leggermente rivedibili, ma per ora non vi è traccia dei disagi riscontrati nell'open beta e tanto ci basta. La storia scritta dallo stesso Toriyama, il gameplay profondamente ritmico e la minuzia grafica e sonora con cui è stato ricostruito ogni singolo personaggio rendono Dragon Ball FighterZ un titolo sublime, da gustare col tempo.

9 / 10

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Dragon Ball Fighters

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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Antonio Savino

Contributor

Aspetta ostinatamente la lettera d'ammissione ad Hogwarts, nonostante la comparsa dei primi capelli bianchi. Per ingannare l'attesa cerca la magia nel cinema, nella musica, nei videogame e nel culto di Cthulhu.

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