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Radical Heights - prova

Cliff Bleszinski ci riprova lanciandosi nei battle royale.

Negli ultimi anni è capito che personalità di spicco del settore abbiano abbandonato aziende storiche, spesso per lanciarsi in nuove avventure, desiderose di una libertà maggiore e di avere finalmente carta bianca durante le fasi di sviluppo. Tra nomi più o meno noti c'è anche quello di Cliff Bleszinski, che nel suo passato ha titoli del calibro di Unreal e Gears of War, e che dal 2014 si ritrova a capo di Boss Key Productions. Con persone alle sue dipendenze, lo spazio di manovra che ogni creativo necessita e un'esperienza sicuramente notevole alle spalle, Cliffy B ha esordito con LawBreakers, un FPS multiplayer accolto positivamente dalla critica, ma percepito dai giocatori come un "clone" del più celebre Overwatch.

Il risultato è stato un abbandono piuttosto frettoloso, che ha fatto sprofondare il gioco nell'oblio. Boss Key Productions al suo secondo tentativo prova a conquistare nuovamente la fama, e per farlo ha scelto il genere che più di tutti sta governando le classifiche di Steam: i battle royale. Ecco quindi le nostre prime impressioni dopo aver provato Radical Heights, disponibile in early access su Steam.

Ad un primissimo sguardo, se dovessimo fare un confronto con i più rinomati Playerunknown's Battlegrounds e Fortnite, risulta piuttosto palese come il guanto di sfida sia stato lanciato ad Epic Games (il recente passato di Bleszinski). Radical Heights adotta infatti un sistema free to play ed uno stile cartoonesco, arricchito da atmosfere anni '80. Da quel che si comprende, il giocatore è uno dei vari concorrenti di uno show televisivo, con tanto di presentatore fuori campo e pubblico che scandisce ogni trovata del mortale gioco, in cui alla fine sarà soltanto uno a vincere.

Nella sala d'attesa pre-battaglia si possono testare le biciclette, e il sistema di controllo non risulta preciso.

Tutto ruota intorno al concetto di "premio": dal loot rinvenibile nella mappa ai bonus delle fasi finali, e a comandare sarà sempre il denaro. Sono presenti infatti diversi distributori di armi e armature in cui è possibile spendere dollari virtuali raccoglibili ovunque. Il tesoretto che il giocatore si trova a raggranellare in game può esser risparmiato durante la partita, per poi essere investito successivamente in accessori estetici. Su questo aspetto Radical Heighst parte effettivamente con un vantaggio in più rispetto al Fortnite degli esordi, presentando un editor riempibile con oggetti raccolti durante le partite.

Il denaro al momento della propria morte non viene perso interamente (solo il 30% circa), e può esser conservato in speciali sportelli per limitare il malus da game over. Al giocatore quindi la scelta: sfruttare la moneta virtuale o meno, dato che esistono anche altri modi per potenziarsi durante la partita. La raccolta delle armi (che si possono trovare anche per le strade) passa anche attraverso delle speciali "porte misteriose", prese di peso dai classici quiz a premi, in cui si è costretti ad aspettare la fine di un jingle musicale piuttosto rumoroso per ottenere loot randomico. Nelle fasi finali, invece, la mappa viene "bombardata" da alcune speciali ruote della fortuna, che contengono armi decisamente potenti o armature più efficaci, utili per aumentare le chance di vittoria.

Questa struttura basata sulla valuta virtuale è effettivamente il leitmotiv di Radical Heights, e rappresenta la sua principale differenza rispetto agli altri battle royale. A nostro parere è necessario che durante l'early access debbano esser fatti degli sforzi ulteriori, perché diversi elementi sembrano un ritratto sbiadito degli esponenti più celebri del genere. I vari strumenti di difesa e offesa, infatti, "ereditano" il sistema di classificazione di Fortnite, con colori dal grigio al viola per indicare gli oggetti più potenti.

Come un eroe da film action si atterra con un agile capriola, non sussiste nessun tipo di paracadute.

In queste fasi iniziali dello sviluppo sono state introdotte anche le biciclette, l'unico mezzo di spostamento oltre ai propri piedi per raggiungere più velocemente le zone sicure della mappa, ma che presentano un sistema di controllo piuttosto lacunoso. Anche lo stile di gameplay ricorda decisamente Fortnite, non che sia un male considerando i risultati raggiunti da Epic Games, ma quest'ultimo dalla sua può vantare sistemi di crafting e costruzione. Sorvoliamo invece sui problemi di matchmaking e sulle naturali sbavature tecniche (ad esempio compenetrazioni poligonali), dato che Radical Heights non vedrà la sua versione finale prima di un anno.

Boss Key Productions è chiamata a dare un'identità al proprio progetto e speriamo vivamente che ci riesca, perché ad oggi la sensazione è quella di trovarsi davanti ad un clone impoverito di Fortnite, in cui il fattore divertimento sussiste perché la formula adottata ha già dimostrato il suo successo. Bleszinski e i suoi uomini hanno un intero anno davanti per rendere il proprio titolo qualcosa di diverso, altrimenti chi già spende ore nella tempesta perfetta creata da Epic Games non troverà nessun motivo per abbandonarla.

L'esperienza passata dovrebbe suggerire a Cliff che non basta attingere alla struttura portante di titoli più celebri, e quel che serve è una cura maniacale nel costruire un valore unico e distintivo per la propria creatura. L'appuntamento è quindi fissato alla fine dell'early access, tra un anno esatto, quando scopriremo se Radical Heights riuscirà a camminare "sulle proprie gambe", o se verrà risucchiato dal limbo che già una volta ha sentenziato la fine di LawBreakers.