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Conan Exiles - recensione

Un survival nudo e crudo. In tutti i sensi.

Se avete seguito la storia di questo gioco sapete quanto lunga sia stata la sua gestazione. Ad una fase i sviluppo piuttosto travagliata è seguito un periodo di Early Access lungo più di un anno. Ora Conan Exiles è finalmente approdato su PC e console per la gioia di chi segue questo affascinante mondo creato dallo scrittore Robert Ervin Howard e reso celebre dalle interpretazioni cinematografiche di Arnold Schwarzenegger. Ma attenzione perché già all'inizio potreste avere una piccola/grande delusione: questo non è un gioco incentrato su Conan ma sul mondo di Conan!

Inizierete la vostra avventura con un generoso editor, che vi permetterà di creare da zero il/la vostro/a esule. Potrete scegliere una miriade di caratteristiche fisiche per il vostro alter-ego, che vi verrà presentato crocefisso e morente. Oltre ad altezza, capigliatura, colore degli occhi e via dicendo, potrete personalizzare anche le sue caratteristiche più intime, anche se non è chiaro a cosa serva scegliere la grandezza dei seni o la lunghezza dell'armamentario personale. Volendo potete anche coprire le nudità con un semplice fazzoletto di tessuto, ma scegliere questa soluzione o quella più 'naturale' non influirà in alcun modo sull'avventura.

Una volta salvato il vostro esule vi ritroverete in mezzo al deserto, senza alcun indizio su cosa fare o dove andare. Una voce vi fornirà indizi confusi su cosa è accaduto o su cosa potrebbe accadere. Quella voce non vi è familiare ma presto scoprirete la sua natura. Indicatori di fame, sete, temperatura e peso fanno subito presagire la natura del gioco. Questo è un survival brutale.

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Ciò significa che fin dall'inizio in Conan Exiles dovrete darvi da fare per bere o mangiare non appena ne avrete bisogno, ma anche reperire risorse da utilizzare per la creazione di strumenti inizialmente semplici e successivamente più complessi e utili. La prima ora si passa accumulando rami, rocce, fibre vegetali e via dicendo. Grazie a questi oggetti potrete assemblare una rudimentale arma, ma anche un frugale giaciglio da cui potrete ripartire in caso di morte... e credetemi, morirete svariate volte.

All'inizio il vostro personaggio è poco più che un bipede con muscoli ben sviluppati ma flosci. Ha una resistenza alla fatica molto limitata, che gli consente di correre o nuotare solo per brevi tratti e di arrampicarsi su dirupi di modesta altezza. Non vi avventurate troppo in là perché già all'inizio vi imbatterete in animali selvaggi che con un paio di colpi sono in grado di mandarvi all'altro mondo.

Per non parlare degli altri esuli, più organizzati e numerosi di voi. Attaccarne uno per procurarsi del cibo significa attirare l'attenzione di almeno altri due, il che significa morte. Che non vi venga in mente poi di tentare qualche uccisione stealth: andrete incontro solo ad un'altra cocente delusione. Anche una caduta da altezze medie farà calare drasticamente la barra dell'energia, che non potrà essere ripristinata se non mangiando cibo abbastanza nutriente. Il problema è che all'inizio dovrete accontentarvi di larve ed insetti, non proprio il massimo.

La selezione della divinità influenza le capacità del vostro personaggio, alcune abilità di crafting e la possibilità di evocare un avatar di supporto.

Insomma, l'impatto iniziale non è certo morbido, ma questo è un survival giusto? Inoltre è ambientato in uno degli universi più inospitali e pericolosi che la letteratura abbia mai partorito, quindi stringiamo i denti e andiamo avanti. Dopo le prime 15/20 morti imparerete che non è bene andare dove vi pare per il puro gusto della scoperta. Non vi chiamate Kratos e non siete un Dio della Guerra, quindi riponete per un po' le velleità di vendetta nei confronti di chi vi ha esiliato... ci sarà tempo per versare sangue che non sia vostro.

Passerete i primi giorni 'in game' completando semplici task che fungono anche da parziale tutorial. Salirete velocemente di livello e inizierete ad accorgervi di quanto l'elemento RPG sia importante in Conan Exiles. Sarete tentati di puntare fin da subito sulla forza bruta, ma almeno all'inizio vi consigliamo di ponderare bene ciò che dovrete potenziare.

Di cosa avete bisogno all'inizio? Risorse e protezione. Su questo dovrete puntare perché solo così dovrete ricominciare dall'ultimo checkpoint (o rifugio) il meno possibile. Le scelte che avete fatto all'inizio vi saranno chiare più avanti, quando avrete ripristinato il vostro vigore e la vostra capacità combattiva. Allora potrete passare dal costruire semplici capanne di paglia a vere e proprie città. Potrete invocare il Dio che avete scelto e, volendo, sacrificargli i nemici.

Il ciclo giorno-notte è realizzato ottimamente e offre scorci suggestivi. Di notte però tenete gli occhi aperti, non esiste illuminazione stradale.

L'elemento crafting è fondamentale e nonostante la macchinosità dell'interfaccia (di cui parleremo tra poco) risulta profondo e ben fatto. Da un certo momento in poi questo elemento si fonderà nel cosiddetto "housing", ovvero nella possibilità di creare un vero e proprio insediamento urbano che, partendo da semplici costruzioni utili a proteggersi da tempeste di sabbia, si allargherà fino a vere e proprie città. A quel punto entrerà in gioco anche l'elemento della schiavitù. Potrete infatti catturare degli NPC e costringerli a lavorare per voi. Spesso per farlo dovrete usare metodi piuttosto rudi ma in fondo non stiamo mica parlando di un simulatore di ricamo.

Tutti questi elementi si fondono abbastanza bene tra loro e contribuiscono a rendere piuttosto varia l'esperienza ludica di Conan Exiles. Purtroppo tale abbondanza di elementi va a scontrarsi con una versione console realizzata con la mano mancina. È evidente in ogni elemento quanto Funcom si sia concentrata sulla realizzazione del gioco PC, lavorando invece in maniera piuttosto pigra a quella console. L'unico vantaggio di giocare con un controller si riscontra nelle fasi di combattimento. Su questo i ragazzi Funcom hanno lavorato non poco e, nonostante il risultato finale sia ben lontano dall'essere "il migliore combat system del genere" che il team si sviluppo avrebbe voluto, si lascia giocare egregiamente.

Anche l'impatto tecnico con Conan Exiles è piuttosto duro, specialmente se venite da giochi lustra-occhi come God of War. Il modello poligonale principale non è male, ma buona parte delle ambientazioni iniziali sono a dir poco scarne. Con il procedere dell'avventura le location migliorano e la grafica si assesta su livelli decenti, ma nonostante due patch scaricate prima di partire non è raro imbattersi in glitch che spaziano dal "divertente" (come il ripartire da "dentro" il personaggio dopo ogni morte) al "decisamente fastidioso" (rimanere intrappolati in un cespuglio non è il massimo, specie quando si è nudi).

Completamente nudo o parzialmente coperto? A voi la scelta iniziale ma se pensate di poter impressionare in nemico con misure da record, siete fuori strada.

Non mancano neanche prolungati cali di frame rate, in parte giustificabili nelle fasi più concitate ma totalmente assurdi in momenti in cui su schermo sono presenti pochissimi elementi. Ci è addirittura capitato di testimoniare rallentamenti durante le fasi esplorative... nel deserto.

L'interfaccia, come accennavamo poco fa, è un elemento che i giocatori console troveranno scomodo da utilizzare. Fin dai primi minuti risulta chiaro che gli sviluppatori non si sono spremuti per rendere la fruizione del gioco comoda agli utenti PS4 e Xbox One. Le schermate dell'inventario sono chiaramente disegnate per essere esplorate con un mouse, farlo con un controller è scomodo sia per la lentezza di movimento del cursore, sia per la difficoltà nel capire quale elemento venga evidenziato.

Stesso discorso per l'utilizzo dei materiali, che in un survival è fondamentale. Con Diablo 3 Blizzard ha insegnato agli sviluppatori come si realizza un porting su console e come un menù radiale ben fatto possa sostituire comodamente le opzioni presenti in un classico menù PC. Gli sviluppatori di Conan Exiles evidentemente erano assenti a quella lezione perché anche solo selezionare i vari elementi per creare qualcosa risulta fin troppo macchinoso e scomodo.

Giocare in coop rende l'avventura più dinamica e facile ma anche più divertente. Purtroppo non mancano rallentamenti e glitch.

Detto questo, dopo qualche ora si fa l'abitudine anche a questo e le meccaniche di gioco vanno avanti "in automatico". Anche l'avventura, passata una mezza dozzina di giri d'orologio, inizia a decollare e pur offrendo un'esperienza altalenante dal punto di vista qualitativo inizia a far vedere le sue qualità. Lo sviluppo del personaggio diventa fondamentale in questo senso. Passare dall'essere un esule quasi inerme a qualcosa di divino da una certa soddisfazione, ma tale trasformazione richiede tempo.

Il discorso cambia un po' quando non si è soli a giocare. Conan Exiles offre infatti anche il coop locale e modalità PVP e PVE online. È possibile allearsi con altri giocatori per rendere l'esperienza più rapida (soprattutto per quanto riguarda la costruzione di città e il reclutamento) oppure gettarsi nella mischia per capire chi sia il guerriero con l'arma più lunga e potente. Va detto che sin dai primi giorni quest'ultima opzione si è dimostrata la più caotica e brutale, e vi consigliamo di provarla solo dopo aver passato qualche ora nel gioco principale.

Come dicevamo poche righe fa, in questo titolo tutto richiede tempo. Questo non è un gioco che fa sconti e non viene minimamente incontro a chi non ha mai giocato un Survival. Dovrete avere tanta pazienza, specie all'inizio. Se volete tutto e subito vi stancherete presto di ciò che avete davanti. Il gioco Funcom non crea ricompense dal nulla. Tutto quello che otterrete ve lo dovrete sudare ma se avrete la giusta dose di tolleranza nei confronti delle sue (tante) spigolosità, Conan Exiles potrebbe anche catturarvi per non lasciarvi andare più.

7 / 10

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Conan Exiles

PS4, Xbox One, PC

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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