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L'E3 2018 di Sony e Microsoft: la filosofia e l'avvenire di due giganti del gaming - editoriale

Una kermesse più che mai utile a ipotizzare il futuro di PlayStation e di Xbox.

Le iconiche conferenze E3 hanno dato spettacolo anche quest'anno, contribuendo a delineare il futuro prossimo del nostro medium preferito. Sebbene tutti gli show fossero molto attesi dai giocatori, sono state principalmente Sony e Microsoft a catalizzare l'attenzione del grande pubblico, per motivi abbastanza chiari. Il colosso giapponese doveva mostrare i suoi titoli di punta, da The Last of Us Part II, passando per Spider-Man, fino a Death Stranding e Ghost of Tsushima, mentre Xbox doveva mantener fede alle promesse di Aaron Greenberg, dimostrando che non si sarebbe trattenuta.

Con questi presupposti così importanti, era chiaro che le conferenze fossero destinate a grandi cose, perciò vediamo senza indugi come si sono comportati i due competitor. Prima di cominciare, è bene fare una premessa: in questa sede non parleremo di tutti gli annunci fatti, né citeremo ogni singolo gioco mostrato. Intendiamo piuttosto focalizzarci su quelli che, a nostro parere, sono stati i punti di maggior interesse di ciascuna conferenza.

Microsoft ha fatto uso del medesimo format adottato da Sony durante gli scorsi E3: una gigantesca sequela di annunci importanti, talvolta interrotta da brevi interventi. Per aver prova di quanto Xbox avesse puntato sull'edizione dell'E3 appena terminata, basta andare a rivedere l'entrata di Phil Spencer e del suo sorrisone a trentadue denti. Il capo di Xbox ci è apparso convinto dei mezzi in suo possesso e desideroso di mostrare ciò che aveva in serbo per stampa e utenza.

Oltre al trailer d'annuncio, ben poco conosciamo del nuovo Halo: Infinite.

In primis, il colosso di Redmond ha ospitato Shadow of the Tomb Raider, Kingdom Hearts III, Devil May Cry 5, Sekiro: Shadows Die Twice, Metro: Exodus e perfino Cyberpunk 2077, l'attesissimo titolo di CD Projekt RED. Stiamo pur sempre parlando di giochi che usciranno anche su PS4, è vero, ma la loro presenza sul palco di Xbox ha dato un importante segnale a livello psicologico: gli sviluppatori di tutto il mondo (anche nipponici) sono più interessati che mai alla piattaforma di Microsoft e magari anche a sfruttare la potenza di Xbox One X. Potrebbe sembrare una banalità ma anche così si può accendere una scintilla di positività nei cuori dei più sfiduciati.

Ci riferiamo, chiaramente, a quella parte dell'utenza rimasta scottata da un principio non esattamente solido per l'attuale generazione di Xbox o anche da alcune "cattive notizie" che ne hanno caratterizzato il ciclo vitale. Ad esempio, la chiusura di Lionhead Studios e la cancellazione di Scalebound sono elementi che hanno contribuito a creare il germoglio del malcontento negli utenti di Microsoft. Nel frattempo, Phil Spencer ha ulteriormente consolidato la sua posizione in azienda e, prendendo atto dei passi falsi commessi, ha incominciato un'opera di rinvigorimento dell'offerta.

Prima con la retrocompatibilità e poi con l'introduzione dell'ottimo Game Pass, il potenziale "Netflix dei videogiochi", un'ormai evoluta Xbox One ha incominciato a offrire diverse possibilità d'intrattenimento, di un tipo alternativo rispetto a quello proposto dal sempre più grande parco esclusive di PlayStation. Ad ogni modo, Spencer e i suoi non hanno snobbato i numeri totalizzati dalla concorrenza e hanno ben compreso che avrebbero dovuto rimettersi in carreggiata sul versante dei titoli first party.

La conferenza Microsoft dell'E3 2018 commentata dalla redazione di Eurogamer.Guarda su YouTube

All'E3 2018, Microsoft ha compiuto dei passi avanti in relazione a quel che è un punto nevralgico per la proposta di una piattaforma e vediamo perché. I ragazzi di Playground Games hanno annunciato il nuovo Forza Horizon 4, un corsistico ancor più ricco dei precedenti e arricchito dai luoghi più evocativi della Gran Bretagna. Nel 2019, invece, vedranno la luce Ori and the Will of the Wisps e il neo introdotto Gears 5, mentre sul fronte Halo: Infinite sono ancora poche le informazioni di pubblico dominio.

Invero, il colosso di Redmond si è rivelato tutt'altro che misoneista perché, a fronte dei succitati annunci, ha sancito in maniera incontrovertibile la resurrezione dei Microsoft Game Studios. Phil Spencer lo aveva promesso senza riserve: la divisione Xbox avrebbe messo mano al portafoglio per ampliare sensibilmente l'offerta in termini di esclusive e così è stato.

Il team "verde" vanta ora cinque nuovi studi in famiglia e non parliamo soltanto di realtà più piccole come Undead Labs (State of Decay) e Compulsion Games (We Happy Few). In primo luogo, Darrel Gallagher, l'ex capo di Crystal Dynamics, ha formato The Initiative: una squadra al servizio di Xbox che andrà a comporsi di una moltitudine di talenti dell'industria. Playground Games, al contempo, è entrata definitivamente a far parte di Microsoft e andrà a occuparsi, stando alle parole di Spencer, di una nuova esperienza a mondo aperto in esclusiva. Ultimi ma non per importanza, i pluripremiati ragazzi di Ninja Theory sono ora pienamente votati al colosso del gaming, che ha loro promesso ampia libertà creativa e considerevoli budget.

Phil Spencer annuncia l'arrivo di ben cinque studi all'interno della famiglia di Xbox.

Che spunti possiamo trarre da queste novità? Con la progettazione delle nuove console già in atto (si, è plurale), Microsoft si sta avviando in modo abbastanza solido verso la fine dell'attuale ciclo generazionale. Intanto, questo è importante, sta già cominciando a gettare le basi per la nuova generazione, finalmente all'insegna dei servizi e delle nuove IP. Gli studi di fresca acquisizione avranno, di certo, dei progetti segreti allo stadio embrionale ma ciò andrà logicamente a cambiare nel corso dei successivi due/tre anni. Ora che Spencer e compagni sono a conoscenza di ciò che i giocatori vogliono, le nuove Xbox potranno sperare in un inizio ben più incoraggiante rispetto alla "famiglia One", il che non è poco.

Meno efficace per ritmo ma decisamente "potente" per quanto concerne la presentazione dei titoli in esclusiva, Sony ha tenuto una conferenza ben diversa rispetto al recente passato. Tra il nuovo video di Kingdom Hearts III, l'attesa apparizione di Resident Evil 2 Remake e il Control di Remedy, anche durante questo show abbiamo potuto dare un'occhiata a importanti multipiattaforma ma in numero decisamente minore rispetto al precedente appuntamento di Microsoft.

Detto questo, pur tenendo per sé altre sorprese, PlayStation ha ospitato i suoi "magnifici quattro", senza dimenticarsi di mostrarne il giocato. Tenendo fede alla sua filosofia più tradizionalista, Sony ha ancora una volta provato che cosa possa generare il connubio tra budget e libertà creativa per lo sviluppo di videogiochi d'alto profilo. Introdotto dalle note soffocate del maestro Santaolalla, il filmato di The Last of Us Part II ha messo in luce tutta la maturità narrativa di Naughty Dog ma anche la volontà di regalare ai giocatori una delle strutture ludiche più realistiche in circolazione.

La conferenza Sony dell'E3 2018 commentata dalla redazione di Eurogamer.Guarda su YouTube

Di grandissimo impatto scenico è stata anche la demo di Ghost of Tsushima, che ha saputo catapultare platea e pubblico a casa nel Giappone del 1274. L'avventura a mondo aperto con protagonista il samurai Jin, vanta una palette cromatica d'eccezione e una resa grafica che, attualmente, sembra avere dell'incredibile. Il sistema di combattimento ci è parso già da ora estremamente rifinito e preciso, anche nelle brutali esecuzioni ai danni dei malvagi mongoli. La sorpresa continua ad aumentare quando si pensa che quella vista durante il giocato sia solo una missione secondaria, totalmente slegata dalla trama principale.

Finalmente anche Death Stranding ha in minima parte mostrato le routine di gioco, apparentemente connesse a una forte componente esplorativa. Kojima non si è lasciato sfuggire l'occasione fornita dalla vetrina di Los Angeles e ha svelato i chiacchierati "ruoli femminili", interpretati da Léa Seydoux e da Lindsay Wagner. Siamo dinanzi a uno di quei titoli che più si mostrano e più destano domande: da bravi detective quali siamo, in ogni caso, abbiamo provato a capire che cosa sia avvenuto nel trailer dell'E3 2018 in una disamina dedicata.

Infine, lo Spider-Man di Insomniac Games ha chiuso il cerchio, impegnandosi in una lotta impari contro Electro, Mr. Negativo, lo Scorpione, Rhyno e l'Avvoltoio. Verso la conclusione del filmato, una misteriosa figura ha rubato l'attenzione del malmenato Parker: si tratta di un alleato o dell'Hobgoblin? Tra pochi mesi, questo è poco ma sicuro, riusciremo a rispondere senza fatica a tale domanda.

La location che ha visto l'introduzione di The Last of Us Part II da parte del maestro Santaolalla.

Tirando le somme, il team di PlayStation ha preferito puntare sulla sostanza a breve/medio termine, escludendo dall'equazione ulteriori sorprese e quel ritmo incessante che ha contraddistinto i suoi ultimi appuntamenti. Non ci sono stati riferimenti in particolare alla prossima generazione di console ma i tanti rumor vorrebbero già in progettazione la successiva piattaforma di Sony. Quest'ultima, sperabilmente, potrebbe seguire le orme di Microsoft e dare la possibilità ai giocatori di mantenere in vita i titoli PS4 tramite retrocompatibilità.

Pur senza magari raggiungere lo strapotere del gigante americano in materia, PlayStation dovrebbe iniziare a pensare in modo più ampio, prestando attenzione anche all'introduzione di servizi primari e accessori. Il fatto che PS4 sia riuscita a reggersi, in buona parte, sull'offerta esclusiva non può automaticamente garantire gli stessi identici risultati anche in futuro, specie ora che la concorrenza si è rivelata più consapevole.

Il nostro discorso vuole, in soldoni, far uscire allo scoperto una verità spesso negata da coloro che sventolano con troppa veemenza le rispettive bandiere: i due grandi competitor dovrebbero imparare l'uno dall'altro. Nel corso degli anni, il team di PlayStation ha dimostrato l'enorme importanza di un parco esclusive di qualità, vero e proprio fulcro della sua strategia di mercato. Xbox ha invece provato a guardare oltre, espandendo l'importanza dei servizi e di quelle feature che, tra qualche tempo, dovranno essere considerate con ben altra attenzione dalla concorrenza. Sperare in un "effetto osmosi" tra Sony e Microsoft non è soltanto auspicabile ma quasi necessario per garantire il benessere di quest'industria e del mondo console.

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A proposito dell'autore
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Giuseppe Carrabba

Contributor

Laureato in cinema e televisione, si dedica alla divulgazione del videogioco senza confini e bandiere. Diviso tra Eurogamer.it e VG24/7.it, mira in segreto a realizzare Outer Heaven.
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