Se clicchi sul link ed completi l'acquisto potremmo ricevere una commissione. Leggi la nostra policy editoriale.

ASUS ROG Maximus X Hero - recensione

Una scheda madre potente e propensa all'overclock per i processori Intel Coffee Lake di ottava generazione.

Con l'arrivo dei processori Intel di ottava generazione, nome in codice Cofee Lake, sono arrivate inevitabilmente le nuove proposte dei produttori di schede madri. ASUS ci ha proposto di valutare tramite una recensione completa la sua ROG Maximus X Hero. Si tratta di un prodotto della divisione Republic of Gamers, quindi di fatto un prodotto dedicato agli enthusiast gamer, ma leggermente inferiore rispetto ad altri modelli top.

I processori di ottava generazione sono la diretta risposta ad AMD e la sua architettura Ryzen, che ha finalmente smosso il mercato dei microprocessori offrendo CPU potenti, con tanti core ma soprattutto con valori di IPC di tutto rispetto. Intel ha quindi dovuto abbandonare la sua lunga strategia volta al risparmio, proponendo per la prima volta processori a sei core nella fascia mainstream. Perciò è stata necessaria l'introduzione di nuove schede madri basate sull'inedito chipset Z370. Questa architettura offre novità molto interessanti. Innanzitutto c'è più banda per l'interfaccia DMI, arrivando fino a 4GB/s: i processori Quad e sei-core Coffee Lake possono ora sfruttare 16 linee PCI-Express 3.0 ed anche il supporto a Intel Optane. Ci sono inoltre quattro linee PCI-e addizionali per lo storage ad alto bandwidth come gli SSD NVMe.

Una vista frontale della ROG Maximus X Code. Spiccano il generoso dissipatore per lo slot M.2 e le strisce LED col logo ROG.

Partendo con l'analisi dell'aspetto estetico, ci sono due grosse differenze rispetto al modello precedente che saltano immediatamente all'occhio: la prima è costituita da un grosso dissipatore posto proprio sopra lo slot M.2, e la seconda è un scudo integrato nelle porte I/O che è una novità per la serie, avendolo visto prima solo su Rampage e Formula. Queste due aggiunte hanno fatto inevitabilmente levitare il prezzo di lancio di questo modello il cui logo ROG è ben visibile sopra il grosso dissipatore e nel PCH, ed entrambi si illuminano in RGB, ovviamente tutto controllato dal software proprietario Aura Sync, che permette di sincronizzare tutto l'hardware ASUS compatibile nel sistema. Con pulsanti di accensione e reset, un tasto per il CMOS e uno per il Flashback del BIOS, questa Hero è sicuramente un modello appetibile per gli overclocker. Ci sono anche una serie di header per sonde termiche, per il raffreddamento a liquido, e per i sistemi AIO.

Uno dei cavalli di battaglia delle precedenti schede Hero era l'abbondanza nel numero di porte SATA, ma questo nuovo modello ne offre il numero standard di sei, quindi se avrete bisogno di collegare numerosi hard disk e SSD Sata, potreste trovarvi un po' stretti. Ma per l'allestimento di un nuovo sistema, la connessione M.2 è sicuramente quella su cui puntare al giorno d'oggi. Ne troviamo due a bordo, una delle quali supporta anche lo standard SATA. Il dissipatore dello slot M.2 funziona alla grande ed è certamente vitale, visto che l'SSD trova alloggiamento tra I moduli delle RAM, che ad alte frequenze di overclock generano molto calore.

Cover image for YouTube videoROG Maximus X Series Z370 Motherboards | ROG

I quattro slot di RAM supportano fino a 64GB di DDR4 in dual o channel e fino a una strepitosa velocità di 4100MHz tramite overclock. Come di consueto da parte di ASUS ROG, gli slot non sono colorati per differenziare i canali, scelta presumibilmente dettata dal design, ma che all'atto pratico risulta poco comoda. Il sistema audio è gestito dall'ormai collaudato e rinomato chipset ASUS SupremeFX a 8 canali. Questa soluzione è basata sul codec Realtek ALC1220, e sul DAC ES9023P ad alta definizione, con parametri di SNR pari a 120dB SNR in stereo e 113 dB SNR in registrazione (Line-in). La connettività di rete è affidata alla combo ethernet Gigabit tramite chip Intel I219V. Nei test di trasferimento che abbiamo eseguito, la connessione cablata ha fatto registrare un valore medio di 68MB/s. Per testare questa scheda madre, abbiamo utilizzato un processore Intel Core i5 8600K, un veloce chip Coffee Lake a sei core e frequenza nominale di 3,6GHz (4,3GHz in turbo boost). Abbiamo abbinato il processore a 16GB di RAM DDR4 Corsair Vengeance LPX C15 con supporto a XMP 2.0, e a una Nvidia GTX 1070 Ti, il tutto spinto da un PSU Corsair RM 750i.

Abbiamo iniziato lanciando qualche benchmark sintetico e applicativo. In Cinebench R15 abbiamo ottenuto 1077 punti e 178 rispettivamente nel test multi-core e single-core, valori di tutto rispetto per un processore a sei core, soprattutto in multi-threading. Abbiamo proseguito con un test di archiviazione utilizzando 7-Zip, ottenendo valori di 27MB/s e 288MB/s rispettivamente in compressione e decompressione di un dizionario da 32MB. Abbiamo poi lanciato il consueto PCMark 8, ottenendo 4450 nel test Home e 5850 nel test Creative, entrambi eseguiti senza l'accelerazione OpenCL che avrebbe inserito la potenza della scheda video nell'equazione, falsando i risultati. Risultati, quelli del sintetico di FutureMark, che vedono questo processore in vantaggio rispetto al mostro Ryzen Threadripper 1950X.

Una panoramica delle connessioni I/O sul retro della motherboard.

Ci siamo poi lanciati in quello che è l'ambito che ci interessa maggiormente, in quanto portale videoludico, ovvero i videogiochi. Anche qui abbiamo iniziato con benchmark sintetici per poi spostarci al piatto forte costituito dai giochi veri e propri. Partendo con Unigine Heaven in cui abbiamo totalizzato 111fps, in 3DMark Fire Strike abbiamo ottenuto 20546 punti. Decisamente meglio è andata invece col benchmark DX12 TimeSpy, dove l'8600K ha ottenuto 10386 piazzandosi in cima alla chart.

Passando alla prova su strada nei giochi, abbiamo valutato questo potente processore multicore con alcuni dei titoli che godono maggiormente della potenza computazionale della CPU, sia IPC che multi-thread, come GTA V, Civilization VI, Rise of the Tomb Raider, Ashes of the Singularity, Hitman e Shadow of Mordor. Abbiamo impostato i dettagli sui valori molto alti per abilitare il maggior numero di oggetti su schermo, tralasciando qualche opzione grafica intensiva a carico della GPU e fermandoci alla risoluzione 1080p per cercare di isolare la CPU come fattore limitante. I risultati dei benchmark li trovate nel grafico sottostante.

Ecco i nostri test con alcuni dei titoli più pesanti e in voga del momento.

Infine, ci siamo lanciati nella pratica dell'overclock per vedere quanto il Core i5 8600K riesce a salire di frequenza su questa scheda madre ASUS. Partendo da una frequenza base di 3,4/4,3GHz, i risultati sono stati entusiasmanti. Siamo riusciti ad arrivare a 5 GHz con un voltaggio di 1.35v che ci ha permesso di trovare la necessaria stabilità e con un AIO sotto stress le temperature si sono mantenute sugli 80°C, che non è affatto male considerando la temperatura ambientale di 25 gradi L'overclock ha incrementato vistosamente i risultati dei benchmark, portando quello multi di Cinebench a 1670 ed aumentando sensibilmente i frame-rate massimi (ma soprattutto minimi) nei videogiochi.

Tirando le somme, se siete intenzionati all'allestimento di un sistema potente, amate l'overclock e non disdegnate le strisce LED, questa scheda madre ASUS ROG X HERO si è dimostrata molto valida, offrendo tante funzionalità e il pieno supporto ai processori Coffee Lake di ottava generazione. Lo street price ultimamente è abbastanza conveniente, e potrete portarvi a casa questa valida scheda madre a un prezzo intorno ai 250 euro, quasi 100 euro meno del prezzo di listino. Se siete disposti a rinunciare a qualche feature presente sui modelli ROG di fascia superiore, si tratta sicuramente di un'ottima base per allestire un sistema Intel moderno ed efficiente, anche nel gaming.

Sign in and unlock a world of features

Get access to commenting, newsletters, and more!

Scopri come lavoriamo alle recensioni leggendo la nostra review policy.

Related topics
A proposito dell'autore
Avatar di Marco Procida

Marco Procida

Contributor

Commenti