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"Le casse premio sono uguali al gioco d'azzardo dal punto di vista psicologico"

A confermarlo è uno studio svolto da un comitato del senato australiano.

Le casse premio possono davvero essere considerate alla stregua del gioco d'azzardo? Questa domanda alimenta un dibattito che coinvolge giocatori, addetti ai lavori e i membri della stampa specializzata ormai da più di un anno, e se la materia sta rapidamente arrivando all'attenzione di molte nazioni europee, anche dall'altra parte del mondo sembra che la guerra alle loot box sia appena cominciata.

Come riporta PC Gamer, uno studio svolto dall'Australian Environment and Communications Reference Committee del senato australiano ha interrogato oltre 7.400 giocatori sull'argomento, e i risultati del sondaggio sono stati presentati nella giornata di ieri durante una manifestazione pubblica che si è svolta a Canberra.

Lo studio ha scoperto che i partecipanti che nel loro passato hanno sofferto di dipendenza da gioco d'azzardo sono coloro che tendono a spendere di più per acquistare le casse premio. "Questi risultati vanno a supporto della posizione delle figure accademiche che sostengono che le casse premio, dal punto di vista psicologico, siano uguali al gioco d'azzardo", recita il documento che riassume l'esito dello studio.

"Spendere grandi somme di denaro sulle casse premio è associabile a livelli problematici di spesa per altre forme di gioco d'azzardo. Problemi come questi sono comprensibili quando parliamo di patologie relative al gioco d'azzardo. Questi risultati, se le casse premio fossero come le figurine di base ball, non dovrebbero manifestarsi."

A dire il vero, lo studio suggerisce che le casse premio potrebbero avere l'effetto di portare al gioco d'azzardo soggetti che in precedenza ne erano immuni. Insomma, sembra che anche l'Australia, se dovesse seguire le indicazioni del suo comitato, potrebbe muoversi nei confronti delle casse premio.

Voi cosa ne pensate del risultato dello studio? Siete d'accordo con quanto evinto dal comitato?