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Overlord - recensione

Tarantino ed Eli Roth incontrano Salvate il soldato Ryan.

Siamo al D-Day, le truppe alleate stanno per sbarcare in Normadia e un gruppo di soldati viene paracadutato in Francia per fornire alle truppe supporto da terra. Loro principale incarico sarà minare il campanile di una chiesa su cui i nazisti hanno installato una potente antenna radio.

Costretto dalla violenta reazione della contraerea a un atterraggio cruento, il plotone si sparpaglia sul territorio, viene subito decimato e i sopravvissuti trovano rifugio in un paesino vicino alla base dei Nazisti, dove incontrano un'impavida ragazza del luogo. Fin qui sembra quasi Il giorno più lungo, ma gli eroici anche se titubanti soldati scopriranno velocemente che nella base tedesca avviene ben altro, e che i segnali radio non sono l'interesse primario dei crucchi.

Nei cupi sotterranei, vero gabinetto di un folle Dottor Caligari, un macellaio in camice bianco sta conducendo disumani esperimenti sugli inermi abitanti del luogo, materiale rastrellato ciclicamente a costo zero e senza alcuna conseguenza, con l'intenzione di creare una razza superiore da impiegare ovviamente in combattimento. E nei sotterranei, fra esperimenti falliti e sadici tentativi, ben altro è cresciuto, di ferocissimo e ingovernabile.

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Pochi cattivi nella storia sono stati tanto cattivi quanto i Nazisti, e orribili sono stati gli esperimenti inumani che molti dei loro dottori, nella realtà, hanno fatto subire a prigionieri innocenti. Se Inglourious Basterds era un trattamento pop di una storia di guerra, in Overlord il regista Julius Avery (Son of a Gun e alcuni corti) si diverte a calcare la mano in ben altra direzione. Merito anche della sceneggiatura originale di Billy Ray e Mark L. Smith, gente con un pedigree da serie A (per Ray abbiamo Breach, State of Play, Hunger Games, Captain Phillips, la serie L'ultimo Tycoon, per Smith i due Vacancy, Martyrs e Revenant).

Avery inserisce in un film che nella sua prima parte sembra una vera storia di guerra, una componente puramente horror/splatter, raggiungendo apici di raccapriccio da mutilazione/tortura in alcune occasione angoscianti, sbattendo in faccia allo spettatore effetti gore davvero inquietanti. Ottima la scenografia del laboratorio degli orrori e impressionanti le "creazioni" del dottore.

Boyce, il buono che crede nella bontà dell'essere umano.

Non è la prima volta che l'orrore del nazismo ha ispirato trattamenti horror. Ricordiamo due fra gli esempi più riusciti, ossia Blood Creek, con un non ancora noto Michael Fassbender e Henry Cavill ante-Superman, e L'occhio nel triangolo di Ken Wiederhorn del 1975, con similitudini nella trama, mentre Dead Snow si apparenta per il gusto per lo splatter.

A garanzia del livello del prodotto c'è la produzione di J.J. Abrams, che nei mesi precedenti l'uscita del film si è divertito a spiazzare stampa e fan con dichiarazioni che lasciavano spazio ad ogni illazione, fra cui che il film facesse parte dell'universo Cloverfield, cosa che non è.

Il gruppetto dei protagonisti, una galleria di caratteri molto tipicizzati ma credibili, è affidato a un cast assai convinto. Ford, l'artificiere cinico e duro, è Wyatt Russell, figlio di Kurt e Goldie Hawn, visto di recente nella serie tv Lodge 49, dove interpretava un personaggio ben diverso, una specie di tenero Lebowski 2.0.

L'artificiere Ford è interpretato da Wyatt Russell, figlio di Kurt e Goldie Hawn.

Boyce, il leale soldato di colore, è affidato a uno spesso attonito ma sempre eroico Jovan Adepo, anche lui faccia da serie TV, visto in Leftovers e Jack Ryan. La quasi esordiente Mathilde Ollivier è Chloe, l'impavida ragazza oggetto del desiderio di Wafner, mentre il Comandante delle SS, mostruoso dentro e fuori, è Pilou Asbæk (in Game of Thrones è il violentissimo Euron Geryjoy). Fra i commilitoni si riconosce invece John Magaro, faccia notissima per gli appassionati di serie tv (The Good Wife, Orange Is the New Black, Jack Ryan).

Insomma, sarà cinema di serie B (di lusso) ma Overlord offre intrattenimento con un buon grado di coinvolgimento. Il film è catalogato come horror perché ci sono nazisti e creature mostruose, perché c'è la guerra che da sola basterebbe, quanto a orrori, perché ci sono sangue e viscere e mutilazioni e mutazioni spaventose e ci sono esperimenti degni di orribili menti criminali, capaci di ordire mostruose trame per soggiogare l'umanità. Così mostruose che è proprio meglio che nessuno ne entri in possesso, né i "cattivi" né i "buoni". Che poi, chi ci dice che saranno buoni per sempre?

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A proposito dell'autore

Giuliana Molteni

Contributor

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