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PlayStation Classic: cosa c'è all'interno della nuova micro-console di Sony? - articolo

Come la PS1 è stata ricostruita, 24 anni dopo.

Che tipo di hardware si cela all'interno di PlayStation Classic e come funziona? È una domanda che ci affascina dal momento in cui il progetto è stato annunciato. Inizialmente, ci siamo chiesti se Sony potesse aver usato lo stesso SoC di PlayStation Vita che si era più volte dimostrato eccellente nell'emulazione dell'originale PlayStation. Tuttavia, l'azienda nipponica ha optato per un setup basato su un SoC ARM, ben più potente dei chip interni di NES e SNES Mini.

Naturalmente, Nintendo ha dovuto riproporre degli hardware molto meno potenti della originale PlayStation, nelle sue console mini ma gli hacker sono stati capaci di installare e far girare giochi PS1 sul kit di Nintendo, con livelli variabili di successo. Sony ha scelto un setup ARM quad-core che integra una GPU PowerVR anche se, va detto, l'utilizzo dell'accelerazione della GPU su PlayStation Classic probabilmente sarà minimo. L'SoC in questione sarà accompagnato da una RAM da 1GB e da una memoria flash da 16GB.

Abbiamo avuto modo di testare una di queste console in miniatura e abbiamo deciso di smantellare l'unità per farci un'idea delle decisioni di design che Sony ha compiuto nella realizzazione di questo nuovo prodotto. Iniziamo col dire che il look e il feeling di questa PlayStation Classic è autentico e genuino: ovviamente è molto più piccola dell'originale ma ha il giusto aspetto ed anche le plastiche adoperate sono molto simili a quelle dell'originale. Una volta connessa via USB, il pulsante d'accensione attiva la macchina mentre quello per il reset serve a richiamare il menu principale. Anche il bottone per l'apertura del coperchio (che su PlayStation Classic è finto), ha un'utilità: esso viene utilizzato per 'cambiare disco' nei giochi che originariamente sono stati pubblicati su due o più CD.

Aprire PlayStation Classic è davvero un gioco da ragazzi. Cinque viti alla base del dispositivo tengono insieme le due metà del case di questa replica in miniatura. Un cacciavite a croce è tutto ciò di cui avrete bisogno per avere accesso all'interno della macchina: niente viti speciali o colla con cui litigare. Un'etichetta sulla parte inferiore della console indica che PlayStation Classic ha un numero di modello SCPH-1000R, un tributo alla designazione originale di PlayStation, SCPH-1000.

Rimuovendo la parte inferiore del case possiamo dare una prima occhiata alla scheda presente all'interno. Senza troppe sorprese, si tratta di un design personalizzato di Sony Interactive Entertainment, etichettato come tale. Quattro viti più corte tengono la PCB ancorata saldamente all'involucro ma, anche in questo caso, la loro rimozione è molto semplice, permettendoci di sganciare la scheda madre dal case.

Ecco uno sguardo alla parte superiore del case. I 'gambi' all'interno uniscono la PCB al guscio in plastica con un sistema ad incastro. Le porte controller sono USB con delle 'linguette' in plastica che si staccano dal corpo della macchina se tentate di aprirla. È possibile, comunque, re-inserirle facilmente quando ricomporrete il tutto.

Date un'occhiata alla scheda madre con le due porte controller USB sulla parte frontale, la porta HDMI e l'alimentazione USB sul lato inferiore. La struttura in metallo funge da heatsink mentre la sezione al centro è collegata direttamente al processore, in modo da dissipare l'esiguo quantitativo di calore prodotto dal chip.

Ecco il PCB di PlayStation Classic. L'SoC principale è al centro, affiancato dai due moduli di DRAM. A sinistra potete vedere la memoria flash eMMC NAND utilizzata per contenere i dati (un chip KLMAG1JETD di Samsung che sembra avere una capienza di 16GB). È abbastanza per contenere la selezione di 20 giochi, il sistema operativo e il codice per l'emulazione.

Procediamo con uno sguardo più ravvicinato alla scheda. La rimozione dell'heatsink ha cancellato quasi tutta la stampa sul processore principale ma è rimasto abbastanza per capire che si tratta di un MediaTek MT8167A, che usa un ARM Cortex A35 a 1.5GHz, integrato con una GPU PowerVR GE8300. Si tratta di un livello di prestazioni abbastanza basilare per gli standard moderni ma dovrebbe garantire sufficiente potenza per gestire un'emulazione PS1 al massimo della velocità.

Se guardiamo ancora più da vicino la scheda, possiamo notare che il SOC di MediaTek è dotato di una memoria DDR3 da 1GB. Proprio come nel caso del dispositivo di archiviazione, anche quest'ultima è prodotta da Samsung ed ha un numero di modello K4B4G1646E-BYMA. I due chip offrono 4 megabit (512MB) ciascuno ed operano ad una frequenza di 1866MHz. Si tratta di un netto passo avanti rispetto ai 256MB di memoria DDR3 trovati nel NES e nello SNES Mini.

In definitiva, quindi, Sony è stata abbastanza generosa con le specifiche tecniche di questa nuova piattaforma, considerando i compiti che essa dovrà gestire. Il processore MediaTek è un SoC entry level che non ha avuto un largo utilizzo ma che è stato utilizzato, ad esempio, nel tablet economico di Acer Iconia One 10. Le CPU ARM Cortex A35 sono state progettate principalmente per compiti abbastanza leggeri, rendendole ottime per l'emulazione di una console vintage del 1994. Tutto questo rende le performance deludenti del dispositivo, abbastanza inspiegabili.

Basandoci su quanto abbiamo visto, l'emulazione della PS1 dovrebbe essere abbastanza semplice da gestire, per questo tipo di hardware perciò resta da analizzare solo la qualità del software. Parleremo di PlayStation Classic più nel dettaglio molto presto.

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Richard Leadbetter

Technology Editor, Digital Foundry

Rich has been a games journalist since the days of 16-bit and specialises in technical analysis. He's commonly known around Eurogamer as the Blacksmith of the Future.
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