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Epic Games insidia Steam. Ma Valve è già sotto attacco - editoriale

Valve tenta di arginare il “fuggi fuggi” generale dei produttori.

Anche Epic Games inizierà a vendere giochi di terze parti. L'avvento dell'Epic Games Store, inizialmente su PC e Mac e nel 2019 anche su Android e altre "piattaforme aperte", è arrivato con tempistiche inattese ma l'annuncio è tutt'altro che sorprendente. Con gli ultimi turni di finanziamenti Epic Games ha superato una capitalizzazione di oltre 12,5 miliardi, senza dimenticare che ha messo in campo 100 milioni di dollari per i torni di Fortnite. È insomma diventata abbastanza solida per poter fare il grande salto.

Ecco quindi un nuovo negozio digitale che va ad aggiungersi a una schiera già molto folta. Ognuno vuole una fetta ma soprattutto ognuno vuole fare a modo suo, vuole distribuire i giochi e organizzare la propria offerta secondo condizioni uniche. Il che è un problema ovviamente per Steam, da anni il riferimento per gli acquisti di videogiochi in digitale su PC. Il perché è presto detto: se prendiamo in considerazione alcuni dei giochi più importanti usciti di recente - da FIFA 19 e Fallout 76 fino a Call of Duty: Black Ops 4 -, nessuno di essi è disponibile sulla piattaforma di Gabe Newell.

I giochi più importanti vengono pubblicati altrove. Valve sta cercando di arginare tale situazione modificando le sue politiche sulla suddivisione dei profitti: la sua fetta, normalmente del 30%, scende al 25% per la fascia tra i 10 e i 40 milioni e arriva al 20% se il gioco supera i 50 milioni di dollari.

Call of Duty: Black Ops 4 è uno dei più recenti casi in cui un blockbuster dell'industria non è stato pubblicato su Steam.

Un modo, insomma, per rendere ancora più "ricchi" i già ricchi, vale a dire i principali sviluppatori ed editori. Cioè gli stessi che, oggi, propongono negozi alternativi rispetto a Steam: Electronic Arts con Origin, Activision e Blizzard con Battle.net, Ubisoft con Uplay (anche se quest'ultima fa ancora molto riferimento a Steam), Microsoft con il Windows Store. Per Bethesda distribuire Fallout 76 al di fuori di Steam è stato un approccio inedito, ma chissà che il produttore possa seguirlo nei prossimi mesi.

Steam, insomma, sta perdendo i grandi editori; ognuno di loro sta andando per la propria strada. In tale contesto si è aggiunta Epic Games. Che non soltanto, ovviamente, sfrutterà il suo negozio digitale per vendere i propri titoli, ma ha annunciato che garantirà a tutti gli sviluppatori una fetta maggiore di introiti: l'88% anziché il 70% tradizionale. E se tali sviluppatori usano l'Unreal Engine 4 come motore grafico per il proprio gioco, vengono azzerate le royalty (5%) derivanti dall'uso del motore di Epic Games. Una situazione che, insomma, permetterebbe agli sviluppatori di guadagnare di più semplicemente cambiando la piattaforma di distribuzione.

Inoltre, Epic Games ha annunciato che regalerà due giochi al mese per l'intero 2019. Ventiquattro giochi gratuiti, insomma, per attirare nuovi utenti alla sua piattaforma digitale.

Il logo dell'Epic Games Store. A breve sarà disponibile per PC e Mac con una selezione “curata a mano” di giochi.

Steam si trova quindi a fronteggiare un attacco di massa da più fronti. Perché se usciamo dal discorso dei grandi editori, i piccoli sviluppatori possono godere anche di piattaforme diverse come Itch.io oppure GOG.com. Steam rappresenta comunque una vetrina gigante ma la marea sta cambiando. Per prima cosa perché su Steam vengono pubblicati tantissimi giochi; per uno sviluppatore piccolo o medio, emergere da questa folla diventa sempre più difficile. Anche per tale contesto, il corteggiamento degli altri negozi - magari meno in vista - diventa molto allettante per chi non può appoggiarsi a un grande editore.

In ottica futura, poi, per Steam i vari Xbox Game Pass o Origin Access diventeranno un problema. La distribuzione sta assumendo sempre più volti e lo streaming e i servizi su abbonamento sono alcuni di questi. Steam lo sa, motivo per il quale nei giorni scorsi, forse percependo il cambio di rotta, ha annunciato nuove politiche nella divisione dei profitti per evitare un "fuggi fuggi" dei principali produttori di videogiochi per PC. Eppure, la sensazione che si stia andando nella direzione di uno "spezzettamento" sempre più ampio è inevitabile.

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Massimiliano Di Marco

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Aspetta la pensione per recuperare la libreria di giochi di Steam. Critica qualsiasi cosa si muova, soprattutto se videoludica, e gode alla vista di Super Mario e Batman.

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