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The Grand Tour: Season 3 - recensione

In attesa delle recensione del videogioco, parliamo della terza stagione su Prime Video.

Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May hanno indubbiamente rinnovato il modo di fare informazione e intrattenimento nel campo delle quattro ruote. Fu così con la trasmissione di successo Top Gear, ed è ancora oggi la stessa identica cosa con The Grand Tour.

Per coloro che si sono persi qualche passaggio, facciamo un brevissimo ripasso. Dopo anni di successi, nel 2015 Clarkson viene licenziato dalla BCC. Hammond, May e il produttore esecutivo di Top Gear, Andy Wilman, decidono di lasciare a loro volta il programma con l'intenzione di creare qualcosa di nuovo tutti insieme.

A distanza di qualche mese, la squadra e Amazon firmano un contratto di collaborazione per la realizzazione di un programma in trentasei episodi da trasmettere nell'arco di tre anni. Da quest'accordo nasce The Grand Tour.

Il format del dinamico trio è a oggi uno dei programmi più apprezzati del palinsesto digitale di Amazon Prime Video, e dopo due stagioni di grande successo, è appena uscita la prima puntata della terza season.

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Dopo la visione del primo episodio possiamo affermare che tutti gli ingredienti che hanno reso famoso The Grand Tour sono ancora al loro posto (di cui la maggior parte, mutuati dal precedente Top Gear). La studio-tenda, come già successo nella seconda stagione, rimane fisso e non itinerante, mentre il circuito di prova (chiamato Eboladrome per via della sua forma che ricorda quella dell'omonimo virus), all'interno della quale girano le tantissime dream e supercar presenti nel programma, è ancora una volta situato all'interno dell'ex aeroporto RAF di Wroughton.

Al volante dei bolidi che vengono messi alla prova su questa pista torna la pilota inglese Abbie Eaton, dopo l'esperimento non proprio riuscito della prima season col pilota NASCAR Mike Skinner (ma a me era piaciuto, ndSS).

Arriviamo così alla prima puntata della terza stagione, in cui la struttura non è stata sostanzialmente mutata. Al tema principale sono legate alcune auto e località specifiche sparse per il mondo. I tre presentatori si sfidano all'interno di competizioni spesso e volentieri al limite dell'assurdo, con il classico umorismo in pieno stile british e le altrettante solite schermaglie, tanto sarcastiche quanto divertenti, tra i tre soggetti.

Non mancheranno anche questa volta sfide assurde. Di chi è la faccia attaccata al manichino appena distrutto?

Al servizio principale si frappongo alcuni passaggi in studio, dove si parla di attualità, come ad esempio annunci o curiosità sulle auto in commercio, e altri servizi che sono espressamente dedicati a un modello particolare, come una sorta di video recensione. In questa puntata specifica si parla della potentissima ed elegante McLaren Senna, capace di polverizzare (e di ben 4 secondi) i record sul giro stabiliti l'anno scorso sull'Eboladrome.

Se i toni rimangono scanzonati e in grado di strizzare l'occhio all'intrattenimento, non mancano sortite nel campo tecnico, con spiegazioni discretamente dettagliate di tutte le caratteristiche delle varie auto provate, sia sotto l'aspetto meccanico quanto estetico. Ed è proprio questa la formula che continua a convincere ancora oggi. I tre protagonisti di The Grand Tour riescono a rendere digeribile a un pubblico trasversale, un programma che è fortemente auto-centrico e focalizzato su auto molto tecnologiche e all'avanguardia.

Formula, per l'appunto, che i più troveranno molto simile a quella vista in Top Gear ma che in questo caso non solo ha un budget evidentemente superiore, ma anche e soprattutto di tutta una serie di progressi tecnologici (si parla di Ultra HD e HDR) che mettono ancora più in risalto le auto. Il tutto accompagnato da un'ottima regia e da inquadrature che spesso vanno a indugiare su dettagli tutt'altro che trascurabili.

I tre protagonisti, sono ancora carichi di entusiasmo e pronti a prendersi in giro nelle maniere più disparate.

Senza togliervi il gusto di scoprire i contenuti di questo primo episodio, possiamo dirvi che il tema principale della puntata sono le muscle car modificate. La location scelta per le avvincenti sfide tra Clarkson, Hammon e May è ovviamente la città simbolo dell'espansione automobilistica americana e non solo: Detroit. All'interno dell'ormai dismessa e triste periferia della città statunitense (la città è stata dichiarata fallita anni fa ed è ora la più povera degli USA), i tre si daranno battaglia alla guida di bolidi dotati di una brutale potenza di cavalli.

Insomma, gli ingredienti di questo cocktail di successo chiamato The Grand Tour, non sono cambiati. Umorismo misto a divulgazione, prove tecniche miste a sfide strampalate: questi sono i grandi contrasti che hanno fatto la fortuna del programma.

Se vi sono piaciute le scorse stagioni, al momento non troviamo davvero controindicazioni che vi debbano fermane dal guardare anche questa terza. Non vediamo quindi l'ora che escano i prossimi episodi: per noi è Play!


Vi ricordiamo che se non siete iscritti ad Amazon Prime potete comunque vedere The Grand Tour: Season 3 su Prime Video provando il servizio gratis per 30 giorni.

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A proposito dell'autore

Roberto Vicario

Contributor

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