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Ecco cosa è successo quando abbiamo tentato di scommettere sugli eSport dai bookmaker locali - articolo

“Che tipo di gioco è Ninjas in Pyjamas?”

Nel Regno Unito abbiamo una strana relazione con il gioco d'azzardo. È davvero difficile trovare una via principale o il centro di una città che non abbia almeno un paio di centri scommesse che si occupano di raccogliere puntate su qualsiasi cosa: dalle corse dei cavalli al calcio fino ad arrivare all'eventualità che Kate Winslet pianga o meno dopo aver vinto un Oscar (sì, si può fare davvero). Ma che dire per quanto riguarda gli eSport?

Secondo un recente studio della UK Gambling Commission (la commissione sul gioco d'azzardo del Regno Unito), la percentuale di adulti inglesi che ad un punto della loro vita ha piazzato una scommessa sugli eSport è di circa l'8,5%. Si tratta di una statistica sorprendente per uno sport che molti considerano ancora abbastanza di nicchia. Non è difficile da credere che molte di queste puntate siano eseguite online, data la natura degli eSport e il relativo audience. Tuttavia ho pensato: cosa succederebbe se entrassi in un centro scommesse e puntassi dei soldi su un evento di eSport?

Per scoprirlo ho scelto tre eventi su cui puntare, con un'attenzione specifica su tre squadre diverse. Volevo puntare sul Team Liquid come vincitore dell'ESL One Dota 2 tournament, sui Ninjas in Pyjamas come vincitori della partita di quel giorno dell' ECS CS:GO season six e, per l'Overwatch World Cup, sulla mia nazione, il Regno Unito. A questo punto ho deciso di piazzare la mia scommessa in store: tutti sappiamo che si può puntare sugli eSport online, perciò non conta, ai fini di questo articolo.

Ecco cosa è successo.

La mia prima tappa è stata Ladbrokes. Quest'ultimo rappresenta, almeno per me, la quintessenza dei bookmaker inglesi e, appena ho messo piede al suo interno, sono stato investito dall'odore di decine di anni di nicotina intriso nelle pareti. È esattamente il tipo di atmosfera che mi aspetto di trovare in un centro scommesse e la mia fiducia aumenta mentre mi avvicino al bancone. “Forse”, ho pensato, “vincerò un po' di soldi!”

"Buongiorno, mi chiedevo se accettaste scommesse su eventi di eSport, qui", ho chiesto candidamente al ragazzo dietro alla cassa. "Cosa sono gli eSport?", mi chiede, come se gli avessi appena chiesto una porzione grande di patatine fritte. Ahimé, non ho avuto soddisfazione da Ladbrokes. Lo staff ha aggiunto che probabilmente avrei potuto piazzare questo tipo di scommesse online, ma questo lo sapevo già.

Vengono chiamati 'bookmaker' ma tutti i fogli all'interno sono su pagine singole. Bugiardi.

Il prossimo in lista è William Hill, un altro centro scommesse della vecchia scuola. Ho un amico che lavorava qui che mi ha raccontato di aver visto gente scommettere su qualsiasi cosa, dal Gaelic Football al Grande Fratello VIP. Sono cautamente fiducioso mentre spingo la porta ed entro in un mondo fatto di commentatori di corse di cavalli e di uomini arrabbiati che picchiano le slot machine. Mi avvicino al bancone e… un altro disastro.

Lo staff, gentilissimo, mi ha confermato che avrei potuto scommettere sul Great British Bake-Off, sul nome del prossimo royal baby e su praticamente qualsiasi altro bizzarro o insignificante evento… ma niente eSport. Tuttavia, mi hanno detto che Paddy Power, uno tra gli ultimi arrivati nel campo delle scommesse, avrebbe potuto avere quello che cercavo.

Con questo in mente, la mia prossima meta sarebbe stata Paddy Power. Tuttavia, una volta sul posto, vengo deluso di nuovo: una ragazza dai modi gentili mi ha annunciato che non si occupano di quel tipo di cose. A questo punto ho seriamente considerato l'idea di mollare tutto. Forse ho sovrastimato troppo la grandezza del fenomeno eSport. Le ho chiesto quale fosse il procedimento standard se qualcuno avesse voluto piazzare una scommessa su un evento di cui non avevano le quote. "Beh, di solito chiamo l'ufficio centrale e un operatore mi fornisce le quote che mi servono", replica la ragazza. "Possiamo provare?", le chiedo. Così prende il telefono (probabilmente per farsi due risate) e, sorprendentemente, viene fuori che, in effetti, hanno le quote per quasi tutti i principali eventi legati al gaming.

Nei 10 minuti successivi, la vedo scorrere l'elenco di tutti i giochi per cui Paddy Power accetta scommesse. "Cos'è CS:GO?", mi chiede, "sono una squadra?" "No", le rispondo, "è un gioco chiamato Counter Strike: Global Offensive". "E invece LOL cos'è?", mi domanda. "League of Legends", replico. "E Dota?", continua. "Beh", esordisco, "per qualche ragione ci piace abbreviare tutto, in questo campo."

La ragazza, a un certo punto, solleva un sopracciglio prima di chiedere: "che tipo di gioco è Ninjas in Pyjamas?" "Quella è una squadra, in verità", le spiego. Mi guarda con uno sguardo carico di confusione prima di scrollare le spalle e passare oltre. Esco da Paddy Power solo dopo essere riuscito a piazzare una scommessa sui Ninjas in Pyjamas e sulla squadra inglese all'Overwatch World Cup (anche se, con una quota di 33 a 1, non credo siano esattamente in favoriti nella competizione). Beh, due su tre è un risultato positivo, ad ogni modo.

Gli inglesi riescono a scommettere praticamente su ogni cosa.

Con rinnovata fiducia, mi dirigo verso la mia penultima destinazione: Coral. Per qualche ragione, non conoscevo questa compagnia. Dal nome 'Coral' mi aspettavo un negozio di candele, di prodotti per la doccia o qualcosa di simile. All'interno una signora amichevole mi informa che accettano scommesse sugli eSport ma solo tramite un piccolo terminale informatico posto nell'angolo. Mi dice orgogliosamente che si tratta di una novità di poche settimane. Visto che credo di essere la persona più giovane nell'intero locale, con una differenza di circa vent'anni rispetto agli altri, è possibile che sia il primo a testare questo nuovo sistema. Che emozione!

Lo trovo difficile da gestire, soprattutto perché gli unici eventi su cui posso puntare sono quelli in programma per la giornata, gran parte dei quali sono già iniziati o finiti. L'unico evento disponibile, fortunatamente, è quello riguardante i Ninjas in Pyjamas. Coral, quindi, guadagna un punto nella competizione.

Il mio viaggio è quasi finito. Ho visto di tutto: confusione, rifiuto e quasi totale successo. Il centro scommesse dal buffo nome Betfred riuscirà a vincere all'ultimo minuto o sarà solo un altro Ladbrokes? Dentro, scopro che uno dei dipendenti è in realtà un giocatore di League of Legends. Gli ricordo subito che Dota 2 è superiore e che non capisce niente di videogiochi, prima di tentare di fare qualche scommessa.

Betfred ha un sistema simile a Coral: tutte le scommesse sugli eSport sono gestite da un terminale apposito. A differenza di Coral, però, si può scommettere su ogni folle cosa legata al gaming. È un peccato che non sembri avere nessuno dei tre eventi che ho selezionato, poiché quelli che hanno ti permettono di scommettere su cose come il numero totale di uccisioni, il numero di ward piazzati e persino sulla durata della partita. Sono così impressionato che decido di scommettere su una partita che non avevo previsto, quella tra Cloud 9 e Gen G nella LoL League. Scommetto che due baroni verranno uccisi durante il match, in quanto sembra la cosa più stranamente specifica su cui scommettere.

Che tipo di gioco è Ninjas in Pyjamas?

Lascio il negozio e mi dirigo a casa con quattro biglietti in tasca: uno di Coral, uno di Betfred e due di Paddy Power. Sono davvero sorpreso di quanta differenza ci sia tra queste compagnie. Ho visto di tutto: dalla completa mancanza di conoscenza dell'esistenza degli eSport da parte di Ladbrokes all'enorme lista di potenziali eventi di Paddy Power. Sembra di essere in un momento storico in cui questi due mondi sono ancora nel processo di collisione con i bookmaker tradizionali che fanno ancora fatica nell'accettare l'idea che gli eSport siano qualcosa di serio.

Questa potrebbe essere solo la storia di una vecchia e stravagante istituzione che si sforza di muoversi al passo con i tempi ma, secondo lo studio della Commissione del gioco d'azzardo, qui c'è di più. Per cominciare, c'è una possibilità reale di partecipare ad un evento di eSport per un costo che può essere considerato gioco d'azzardo, dato che paghi per giocare una partita che, se vinci, ti porterà a ricevere un premio in denaro. Questo significa che possiamo scommettere sulla scommessa di qualcun altro presso i bookmaker?

Secondo la UK Gambling Commission, la linea da tracciare tra uno sport e una scommessa è se la vittoria implichi o meno "un elemento di casualità". C'è una solida argomentazione che sostiene che, mentre molti giochi sono basati esclusivamente su destrezza, tempismo e reazioni, alcuni di essi, come Hearthstone o anche Dota 2, implicano un'enorme quantità di RNG (random number generation, l'elemento di casualità in questione). Questo rende difficile generare le quote per molti eventi di eSport, sia sul piano morale che su quello pratico. Come puoi gestire la casualità? Come si possono dare delle quote su qualcosa per cui non hai basi oggettive di previsione?

Detto questo, l'RNG non è l'unica cosa che separa gli eSport dalle altre attività sportive. Il gaming competitivo non è dotato di un ente governativo coeso o di un'altra agenzia che sia l'equivalente della FIFA per il calcio o del PGA per il golf. Lo studio (ragionevolmente), asserisce che gli eSport hanno ancora più bisogno di un ente governativo rispetto agli sport tradizionali, visto quanto può essere facile manipolare le performance in un videogioco. L'uso di cheat o di altri trucchi può avvenire in un numero infinito di forme, a partire da cose assurde come l'utilizzo di hack durante un torneo live, al semplice giocare su un hardware più avanzato rispetto agli avversari. La FIFA ha la capacità di assicurare che il calcio venga giocato in un ambiente controllato, determinandone i fattori cruciali come la dimensione del campo o la distanza entro la quale i portieri possono prendere il pallone con le mani. Questo tipo di gestione assicura che quando una squadra tedesca viaggia per mezzo mondo per andare a giocare in Perù, entrambi i team avranno uguali possibilità e giocheranno secondo le stesse regole. La mancanza di una regolamentazione reale o, più precisamente, il fatto che i parametri sono spesso determinati sulla base dei singoli eventi, rende la generazione di quote eque estremamente difficile per un bookmaker.

Il Dota International, uno dei più grandi eventi esportivi del mondo.

Questa mancanza di regolazione ha anche aperto le porte ad una problematica persino più grande riguardante i bambini e il gioco d'azzardo. Nel tardo 2016, la controversia legata a FUTGalaxy ha costretto l'industria a riconoscere che alcuni affarsti stessero sfruttando la natura aperta dell'economia di certi videgiochi per comprare e vendere oggetti in-game. La cosa peggiore è che molti di questi siti erano dedicati direttamente ai ragazzini, supportati pesantemente dall'uso dei social media. La Gambling Commission ha descritto questo caso particolare come "uno dei più seri e preoccupanti di cui si siano mai occupati" e ha sentenziato che "gli imputati sapevano che il sito veniva usato da ragazzini e che la loro condotta era illegale". Infine, lo studio ha concluso che: "i bambini erano prontamente in grado di accedere ad attività comunemente accettate come appropriate solo per gli adulti."

Tuttavia, parlando con Dan Wood, COO del settore commerciale di un'associazione che si occupa della diffusione dei videogiochi nel Regno Unito, Ukie, emerge un punto di vista leggermente diverso. Wood faceva parte di un team che ha creato un rapporto governativo su come la scena di eSport nel Regno Unito potrebbe essere cresciuta. "Abbiamo esaminato se fosse necessario un ente governativo per gli eSport e abbiamo scoperto che, dal momento che gli eSport si stanno evolvendo in modo incredibilmente veloce in più territori internazionali, in molti giochi e leghe diverse, al momento non ce n'era bisogno".

Wood descrive l'industria videoludica come "auto-regolamentata" e, giustamente, sottolinea gli sforzi combinati di editori e organizzatori di tornei che già svolgono il ruolo di un organo di governo tradizionale. È una posizione abbastanza ragionevole, sostenuta dal fatto che, a differenza di due partite di calcio, due partite di eSport saranno probabilmente legate a giochi completamente diversi, con regole completamente diverse e differenti abilità richieste.

Ukie ha anche pubblicato una risposta ufficiale al documento redatto dalla UK Gambling Commission. Nonostante ammettano che l' RNG sarà sempre una parte intrinseca dei videogiochi, sottolineano anche che è scorretto e ingiusto confrontare un gioco come il blackjack o il poker con uno come Hearthstone. Per cominciare, in Hearthstone bisogna costruire il proprio mazzo, indicando come l'importanza dell'abilità si manifesti ancor prima dell'inizio della partita. La risposta conclude che, rispetto a un gioco in stile casinò, "i giocatori esperti di videogiochi hanno un controllo considerevolmente maggiore sull'esito della loro partita".

Molti gamer sono convinti che gli eSport siano più complessi degli sport tradizionali.

Per concludere, è difficile capire esattamente perché i bookmaker, con tutte le loro risorse e contatti, non siano capaci di prendere gli eSport come una materia seria su cui puntare. Probabilmente è davvero la storia di una vecchia istituzione che ha difficoltà a muoversi al passo coi tempi, eppure lo trovo difficile da accettare. Se questo viaggio mi ha insegnato qualcosa è che il Regno Unito è impegnato in un acceso dibattito sul ruolo degli eSport nella nostra mutevole economia, sia nelle strade delle nostre città che nei consigli di amministrazione delle nostre aziende. Inoltre, visto che molte competizioni importanti saranno ospitate dal Regno Unito, come il torneo ESL One di Dota 2 del prossimo anno, questo gruppo di isole piovose che chiamo casa sta diventando la sede di molti eventi competitivi legati al gaming.

Dan Wood ha l'obiettivo di rendere gli eSport popolari nel Regno Unito. Crede che la nazione abbia "tutte le carte in regola per diventare un hub globale", citando la nostra naturale tendenza ad adottare nuove tecnologie e alla nostra storia radicata nello sviluppo videoludico. Personalmente, vorrei solo poter entrare, in futuro, in un centro scommesse e sapere che nessuno dello staff mi chiederà: "cos'è un eSport?" Quando quel giorno arriverà avremo davvero fatto del nostro hobby uno sport a tutti gli effetti.

Alcuni di voi potrebbero essersi chiesti se io abbia vinto qualcosa con le mie scommesse sugli eSport. Beh, sia i Ninjas in Pyjamas che la nazionale inglese dell'Overwatch Cup mi hanno deluso. Tuttavia, il match tra i Cloud 9 e i Gen G ha visto davvero l'eliminazione di due Baroni, garantendomi una scoppiettante vittoria di ben 3.33£. Pertanto annuncio ufficialmente il mio ritiro vittorioso dal mondo delle scommesse sugli eSport. Festeggerò con un panino al tonno e maionese da 15cm da Subway.

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Benjamin Burns

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Ben is a former game developer turned freelance writer. He likes rolling dice, placing wards, and is quietly confident Sega is about to make a massive comeback in the console market... any day now.

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