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Striscia la Notizia parla del fenomeno Fortnite e lo fa in maniera sorprendentemente intelligente

Non la solita televisione ignorante?

Quando abbiamo saputo che Striscia la Notizia aveva parlato del fenomeno Fortnite all'interno di una sua puntata sottolineando casi di cyberbullismo o di presunta dipendenza abbiamo immediatamente pensato al classico atteggiamento della televisione italiana e di chi dei videogiochi non sa sostanzialmente nulla. La solita demonizzazione della nostra passione? Non proprio.

I quattro minuti circa che vanno a formare il servizio proposto dalla notissima trasmissione di Canale 5 sono infatti più intelligenti e a in definitiva imparziali di quel che ci saremmo aspettati. I luoghi comuni non mancano di certo e la perfezione è ancora lontana ma sembra che ci sia quanto meno una conoscenza sufficiente dell'argomento trattato, un primissimo passo fondamentale che però in passato ha latitato in più di un'occasione.

Il servizio (che potete vedere tranquillamente attraverso MediasetPlay), è presentato da Marco Camisani Calzolari, ormai volto noto del programma che si occupa soprattutto di tecnologia e di attualità, che parte presentando il gioco come un grandissimo successo da 200 milioni di utenti diffuso soprattutto tra i maschi adolescenti. Un cliché che non ci fa ben sperare per il prosieguo del servizio ma fortunatamente non ci sono solo elementi negativi.

"Secondo alcuni esperti pare che Fortnite sia molto pericoloso per i nostri figli in quanto può istigare comportamenti antisociali o magari contro la legge o alimentare il cyberbullismo magari creando una forte dipendenza che rischia di portare i ragazzi a diventare apatici e svogliati in tutto il resto che fanno. Recentemente pare che sia diventato anche un luogo di adescamento per pedofili. Allora abbiamo deciso di investigare per voi".

Fino a qui nulla di nuovo sotto il sole vero? Il videogioco cattivo che rovina i giovani. Però il servizio fortunatamente non si ferma qui ed è probabilmente questo l'aspetto che più ci ha sorpreso. Camisani Calzolari inizia a descrivere Fortnite parlando in particolare della modalità Battle Royale, quella più conosciuta e giocata. La descrizione non è di certo approfondita nei minimi dettagli ma a conti fatti spiega a grandi linee le caratteristiche del gameplay e lo fa efficacemente per il tipo di pubblico a cui normalmente Striscia si rivolge, ovvero chi di videogiochi sa poco o nulla.

A questo punto si parla di un caso di cyberbullismo legato a Fortnite con la testimonianza della Dott.ssa Maura Manca, psicoterapeuta presso l'Osservatorio Nazionale Adolescenza. La dottoressa Manca parla del caso di un ragazzino che sottolinea come nei videogiochi ci possano essere dei pericoli legati al cyberbullismo, dichiarando di aver seguito un ragazzo che ha dovuto lasciare Fortnite perché ogni volta che si connetteva veniva preso di mira sempre dallo stesso gruppo sia in game che in chat.

Si passa quindi dall'altro lato della barricata, da chi difende i videogiochi, con le dichiarazioni del presidente dell'Association for UK Interactive Entertainment (UKIE) che ha sottolineato l'assenza di prove evidenti del fatto che i videogiochi possano portare a dipendenze e comportamenti antisociali. Qui un altro momento in cui il servizio di Striscia ci ha stupito in positivo: Camisani non esprime giudizi ma si affida ancora una volta a una professionista domandandosi se sia effettivamente tutto vero. La risposta arriva dalla Dott.ssa Viola Nicolucci, Psicoterapeuta esperta in Psicologia dei videogiochi.

La Nicolucci evidenzia come ci siano più di 25 anni di ricerca svolta da diverse università americane che dimostrano che "la violenza presente nei videogiochi sparatutto non aumenta il rischio di comportamenti violenti nei videogiocatori. Altre ricerche dimostrano che sono proprio i videogiochi sparatutto ad avere la capacità di migliorare alcune capacità cognitive, quali l'attenzione divisa e la memoria di lavoro a breve termine".

A questo punto non poteva mancare un riferimento ai lavori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha deciso di inserire il gaming disorder nella classificazione internazionale delle malattie. Ancora una volta Camisani ci stupisce sottolineando come si tratti solo di una bozza. Forse un'inezia, lo capiamo, ma da un programma come Striscia una precisione di questo tipo non ce l'aspettavamo di certo.

Si continua con le preoccupazioni delle scuole, con il titolo che viene giocato in classe, e infine si passa a una serie di consigli che poteva dare il colpo di grazia al servizio. "Una serie di consigli per i genitori che pensano che il figlio possa essere dipendente da Fortnite o da altri giochi simili".

  1. Attivare il Parental Control o il filtro famiglia per limitare il tempo di gioco settando un timer
  2. Disattivare la chat per evitare relazioni potenzialmente pericolose
  3. Giocateci anche voi genitori per capire il gioco
  4. Se siete costretti a togliere il gioco fate almeno terminare la partita per evitare inutili frustrazioni aggiuntive
  5. Se proprio dovrete eliminare il gioco fatelo ovunque: PC, console e smartphone

Anche qui non possiamo negare di essere rimasti piacevolmente stupiti. Almeno chi vi scrive trova quelli proposti dei consigli tutto sommato "normali", suggerimenti su come essere dei genitori attenti e nulla più. Il timer sulle ore di gioco non è di certo una cosa fuori dal mondo (personalmente quando ero bambino mia madre me lo imponeva) e soprattutto apprezziamo il consiglio di giocarci in prima persona per capire effettivamente con cosa si ha a che fare senza giudicare a priori.

Il servizio di Strisca la Notizia non è perfetto ma ci sembra evidente il fatto che si tratti di un passo in avanti netto rispetto al classico atteggiamento della televisione e dei programmi generalisti. Si parla di potenziali pericoli ma si sottolineano anche i vantaggi e l'assenza di evidenti prove sugli effetti negativi del medium, chiudendo il tutto con dei consigli ai genitori tutt'altro che bislacchi.

Cosa pensate del servizio proposto da Striscia?