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Wargroove - recensione

La perla indie che non t'aspetti, ma che effettivamente mancava.

Rilasciato per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch, Wargroove, sviluppato dai londinesi di Chucklefish, è la piccola perla indie che non ti aspetti ma che - effettivamente - ancora mancava nel panorama delle produzioni cosiddette "minori".

I giocatori con qualche capello grigio si ricorderanno infatti sicuramente di quel semplice, ma profondo e complicatissimo strategico a turni chiamato Advance Wars sviluppato da Intelligent Systems per Game Boy Advance nel 2002, con diversi sequel arrivati poi su Nintendo DS e Wii ormai 10 anni fa.

Ecco, Wargroove è il successore spirituale di quell'Advance Wars, e quindi propone le stesse meccaniche di base: all'interno di una mappa più o meno grande su cui è presente una griglia invisibile (ma con la possibilità di renderla visibile), il giocatore può muovere le sue armate singolarmente. Ovviamente una sola mossa a turno per unità (composta a sua volta da 4 soldati). Obiettivo: distruggere la base nemica o il comandante.

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Fin qui tutto (sembra) lineare ma le sfumature e le opzioni tattiche proposte da Wargroove sono talmente numerose e diversificate da renderlo uno strategico per palati fini e perfetto per gli amanti del genere, nonostante l'aspetto cartoonesco e quasi puerile lo facciano sembrare un prodotto appannaggio esclusivo di videogiocatori più piccoli.

Ad aiutare il giocatore a muoversi e a prendere dimestichezza con il gameplay troviamo una campagna piuttosto longeva (e per nulla facile) che vede una giovanissima principessa di nome Mercia obbligata a scappare dal regno di Roxapedra dopo che il padre, Re Mercival, è stato assassinato da una misteriosa vampira di nome Sigrid, uno dei comandanti della Legione di Malheim. Se è piuttosto ovvio che la componente narrativa non sia certamente la chiave di volta della produzione Chucklefish Limited, non mancheranno scene di intermezzo dal taglio umoristico e con animazioni capaci di strappare più di qualche sorriso tra una schermaglia e l'altra.

Bene dunque la sceneggiatura, ma è sicuramente la varietà delle unità (e di come possono essere utilizzate) il punto di forza di Wargroove. Esistono infatti diverse fazioni ognuna delle quali presenta unità terrestri, aeree, navali di tipo basico fino ad arrivare a mostri marini e draghi, e a cui si aggiungono strumenti di morte devastanti come trabucchi o balliste. Come nella "morra cinese", ogni unità presenta inoltre punti di forza e di debolezza nei confronti delle altre, elemento questo che va a rendere la scelta di ogni soldato non una semplice preferenza estetica o bellica ma una importante scelta tattica.

In Wargroove la sceneggiatura non è un mero pretesto che fa da sfondo alle battaglie, ma un racconto fantasy davvero godibile e che non inciampa mai nel banale.

Sì, perché se si vuole vincere in Wargroove ongi scelta deve essere studiata attentamente, come in una partita a scacchi dove è fondamentale riflettere non solo sulla propria mossa ma anche su come si muoverà poi l'avversario una volta che sarà il suo turno. E non abbiamo parlato di scacchi per caso: le sfumature di questo titolo sono davvero moltissime, ad esempio, piazzando una unità spadaccino a fianco di un eroe questa sarà più efficace, come saranno più devastanti i picchieri se schierati vicini, oppure le unità a cavallo se attaccheranno con più caselle di distanza o, ancora, gli arcieri se scoccano senza spostarsi.

Tanti tasselli che vanno ad inserirsi in un vero e proprio mosaico strategico, dove c'è quindi spazio anche per quella che potremmo chiamare "creatività tattica". Nel gameplay di Wargroove abbiamo davvero apprezzato un equilibrato e armonioso mix tra cervello e fantasia. Fantasia espressa dannatamente bene anche dalla stilosissima e bellissima grafica pixellosa anni 90' (che sottolinea ancora una volta il legame spirituale con Advance Wars), che si rivela un valore aggiunto non indifferente.

Ultimo ma non meno importante il comandante, il cui ruolo è quello di spostare (ma mai in maniera troppo sbilanciata) gli equilibri grazie alla sua devastante forza. Ognuno dei 12 eroi dispone di un potere unico chiamato Groove (da qui il nome del gioco), che si attiva dopo qualche scontro e può però condizionare - nella maggior parte dei casi - solo una piccola area di gioco. Si va dall'aurea curativa a quella difensiva passando per il teletrasporto o la crescita di piante per bloccare un eventuale passaggio ai nemici.

Ogni unità presenta un design unico e gradevolissimo, impreziosito da un'animazione che prende vita ad ogni attacco.

Oltre alla già citata campagna, Wargroove propone poi diverse altre modalità di gioco come un divertentissimo multiplayer in locale che permette di sfidare altri tre amici in carne ed ossa e una componente online per affrontare i giocatori in rete. Peccato che la community non sia risultata - almeno su Steam - particolarmente numerosa. Non solo: il gioco propone anche le "Sfide", sorta di mini-campagne, un "Editor" per creare ex novo delle mappe e gli "Enigmi", battaglie da vincere in un solo turno (adatte solo per veri strateghi).

Non possiamo che ripetere quando già detto ad inizio recensione: Wargroove è la perla indie che non ti aspetti ma che mancava. Uno strategico a turni stratificato, profondo, divertente e umoristico che non finirà di stupire.

8 / 10

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Wargroove

PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore

Marco Locatelli

Contributor

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