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Acer Predator Orion 5000 - recensione

La serie Orion conosce pochi ostacoli, ma occhio a fare la scelta giusta.

Acer ci ha da tempo abituato ad avere un occhio di riguardo per tutti i giocatori più esigenti, che cercano dall'hardware alte prestazioni senza troppi pensieri. Tra qualche esercizio di stile e soluzioni davvero riuscite, la serie Predator è da qualche anno un punto di riferimento per noi appassionati; un brand firma che ha saputo ricavarsi il suo spazio tra i maggiori esponenti dell'industria. È stata ed è ancora protagonista nell'evoluzione della miniaturizzazione della componentistica, una corrente che proprio in questi anni sta conoscendo una forte crescita, con laptop che diventano sempre più potenti e sottili.

Il settore Desktop si è dimostrato invece più statico, con poche variazioni rispetto anche a vent'anni fa, se non per la potenza in costante aumento. Nonostante questo, siamo ancora in tanti a preferire i pochi compromessi di un case sotto la scrivania, e i desktop Orion vogliono imporsi proprio in questa fascia. Abbiamo potuto testare a lungo l'Orion 5000 e abbiamo raccolto in questa recensione tutti i nostri pareri positivi e perplessità.

Il frontale del case è personalizzato ed è distintivo per la serie Orion, ma è un'occasione sprecata per migliorare l'I/O.

Nel catalogo del produttore sono disponibili ad oggi ben tre offerte per chi cerca un desktop da gaming, identificate in tre fasce distinte la serie 3000, la 5000 e la 9000. Seppure quella della nostra recensione sia quella intermedia, anche questi Orion offrono configurazioni decisamente potenti, con processori adatti ad ogni ambito e schede grafiche per i giochi più onerosi, volendo anche in doppia versione tramite SLI. Il campione in nostro possesso era però dotato di una sola e nel box qui a fianco potete trovarne le caratteristiche tecniche.

Partendo dall'involucro più esterno, non possiamo che essere soddisfatti dell'impacchettamento della scatola brandizzata, che blocca il case in maniera molto solida grazie a tanto polistirolo, senza spazi vuoti che lo renderebbero "ballerino" e a rischio di urti. Le dimensioni e il peso dell'Orion 5000 sono nella media per un desktop case Middle-Tower (56,3cm x 25,3 x 52cm) che eccede solo frontalmente per via del pannello che ospita la griglia per le due ventole da 140mm, le porte di input anteriori e uno sportellino che si apre a pressione. Immaginavamo che aprendolo Acer ci avesse riservato qualche lieta sorpresa, come una porta HDMI frontale a cui connettere un dispositivo per la Realtà Virtuale con tutta comodità. Invece, quando l'Orion apre la sua "bocca", ci ritroviamo con un lettore/masterizzatore DVD. Commenti l'articolo chi lo usa ancora frequentemente.

Nella confezione ne è presente anche un'altra, con mouse e tastiera, entrambi cablati. Seppur a membrana, quest'ultima presenta funzioni gradite come una forte retroilluminazione azzurra regolabile, i tasti per controllare i file multimediali, e uno dedicato al gaming che disattiva i tasti Windows e di controllo. Il mouse ci ha soddisfatto nel complesso con la sua buona precisione, cinque tasti più uno per il controllo dei DPI, e una rotella con copertura in gomma per il grip. Peccato che nessuna delle due periferiche sia riconosciuta dal software Acer Predator QuarterMaster, e quindi non rimappabile. L'unica alterazione possibile sono i DPI del mouse, in tre intervalli tra 800, 1200 e 1600. Chiaramente, per il gaming competitivo bisogna rivolgersi ad altre soluzioni.

La componentistica interna è molto ben assemblata e il calore non sarà un problema. Fa storcere il naso la scelta dell'unico banco di RAM da 16GB.

Prima di passare all'analisi delle componenti e delle prestazioni, diamo uno sguardo più attento all'aspetto estetico e alla robustezza del case. Siamo rimasti abbastanza delusi dalle sensazioni generali. Sui PC gaming odierni vediamo sempre più scelte originali e innovative per cercare di esibire aggressività e sfrontatezza, strizzando l'occhio alla competitività di chi gioca, mentre Acer ha scelto una linea sotto le righe. Sicuramente più sobria di tanti altri che esagerano in arcobaleni RGB inseriti ovunque, e questo per noi è un pregio, ma la semplicità della struttura, che presenta personalizzazione solamente nel pannello frontale, sa di economico e poco robusto.

La plastica usata per la copertura è sufficientemente rigida, e la griglia sembra adeguata a far passare tanta aria per le due ventole. Le due "alette" azzurre apribili ai lati sono utili per reggere le vostre cuffie. Il resto però è un semplice rettangolo di metallo, come se ne vedono nei case più semplici ed economici. Le due "ciglia" azzurre e i led bianchi delle ventole gli danno almeno un aspetto riconoscibile e sono, come dicevamo, decisamente più sobri di un arcobaleno RGB.

Sfiliamo dunque il pannello laterale per dare un'occhiata all'organizzazione interna, già adocchiata dalla finestra opaca, che si rivela essere decisamente pulita e ottima dal punto di vista del cable management. Lo spazio nel retro della scheda madre, sulla quale svetta il dissipatore custom Cooler Master, è stato sfruttato a dovere, e nessun cavo intralcia la parte anteriore che, come vedremo, favorisce anche l'ottima gestione delle temperature. Nel retro troviamo anche due alloggi verticali per hard disk, di cui uno occupato dal disco da 1TB. Ottima soluzione per un upgrade futuro con un altro disco, così come per l'SSD, montato sulla parte anteriore e facilmente sostituibile. Come avrete già letto dalle componenti, per la RAM da 16GB è stato usato un solo banco, un piccolo disappunto nel non poter sfruttare a pieno la configurazione dual channel. Guardando il bicchiere mezzo pieno, c'è più spazio per un ulteriore upgrade.

Il nostro Orion è dotato di una sola GTX1070, che di per sé non ha molto da temere anche quando si parla di giochi tripla A o rendering pesanti. Basta tenersi su una risoluzione FullHD o anche 2K per poter giocare a tutto e di più senza problemi a dettagli elevatissimi. Negli store online è più facile trovare le versioni con doppia GPU, chiaramente molto più potente e che avrà pochi problemi anche col 4K. Per il RayTracing e la nuova generazione Nvidia, bisogna rivolgersi ad altre configurazioni, sia del 5000, sia del fratello maggiore, l'Orion 9000.

Nonostante tutti i giochi più recenti gireranno senza problemi, con il campione provato dobbiamo dimenticarci i settaggi grafici massimi o il 4K.

Non c'è da temere in ogni caso: in tutti i titoli provati le prestazioni sono state eccellenti e in linea con quanto ci aspettavamo dall'hardware in dotazione. L'i7 8700K, seppur non faccia parte dell'ultima generazione Intel, conosce ancora pochi rivali e dal gaming al rendering, fino alla produttività, non ci ha dato intoppi. Stesso discorso vale per la GTX1070: ad una prima occhiata e con i tempi che corrono (in tutti i sensi) la fascia medio-alta della scorsa generazione è a rischio sottovalutazione, ma nell'ambito reale l'esperienza è stata più che soddisfacente.

Tra gli altri, abbiamo testato tre giochi nello specifico: Forza Horizon 4, Call of Duty 4 e Total War: Attila, per cercare di avere una panoramica quanto più ampia possibile nei diversi scenari. Nel racing Microsoft non è stato un problema andare gli oltre 75 frame di media in risoluzione FullHD e al massimo dei settaggi, cosa molto gradita quando la fluidità della gara è una necessità più che un vezzo. Spingendo un po' di più, e settando 4K nelle impostazioni, non sono assicurati i 60fps, ma con quasi tutti i settaggi su "alto" il minimo raggiunto di 48 ci fa stare decisamente tranquilli.

Nell'ultimo sparatutto di Activision, sempre in FullHD e ai massimi settaggi, non siamo mai scesi sotto gli 70fps e la media si è avvicinata con tranquillità agli 85. Brusco calo invece passando ai 2K e al 4K, che stressano molto di più il sistema e nelle situazioni concitate rischiano di farlo scattare sensibilmente, scendendo addirittura sotto i 30. Forse i 2K sono l'ideale per godersi al meglio il titolo, sempre se si è disposti a chiudere un occhio sul fatto che non si sarà ancorati ai 60fps.

Chiudiamo con Total War: Attila, gioco che desta preoccupazioni più per la GPU che non per la CPU, essendo oneroso in termini di elementi in movimento a schermo, in grandi quantità. Con i settaggi impostati su Ultra il massimo raggiunto sono stati i 46fps, con una media di 37. L'unione di forza tra la GTX1070 e l'i7 8700K fa il suo dovere, e in FullHD e con i settaggi leggermente più in basso la fluidità massima si raggiunge senza fatica.

La scheda madre offre ampia connettività e una gradita attenzione al reparto audio, grazie alla scheda dedicata Creative Sound Blaster 720°

In tutte le nostre prove non abbiamo mai avuto problemi di temperature troppo alte. Il sistema denominato "Ice Tunnel" che altro non è che il flusso d'aria IN-OUT che si sviluppa dalle due ventole frontali, passa per il dissipatore CPU e viene espulso da quella posteriore, è efficace nel mantenere il sistema in sicurezza. Anche al massimo impegno toccato da CPU e GPU non ha destato preoccupazioni e nemmeno fastidio: in termini di rumorosità. Siamo sempre nella media di un PC raffreddato ad aria.

In definitiva, l'Orion 5000 è una macchina ottima per giocare tra i 1080p e i 1440p senza sacrificare nulla e spingendosi anche in territorio 4K, anche se per farlo con maggiore tranquillità servirebbe una scheda video di fascia superiore. Le configurazioni disponibili sono molteplici e nell'ultimo periodo sono state aggiornate anche con le GTX 2070 e le GTX 2080, che fanno aumentare fps e prezzi.

Un capitolo questo molto importante, dato che attualmente, dal sito ufficiale, Acer Italia riporta un link ad Amazon, che a sua volta mostra un Orion 5000 in versione SLI GTX 1070 a quasi 3000€. Forse vale la pena attendere, nel nostro paese visto che non si ha ancora piena disponibilità di tutti i modelli. Sicuramente la situazione migliorerà in seguito e non vediamo l'ora di mettere mano a quelli che promettono di spingere gli attuali e futuri titoli che faranno pesante uso del RayTracing e in generale di maggior potenza.

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Michele Sollazzo

Contributor

Provenendo dalla leggendaria regione del Molise, non poteva fare a meno di vivere avventure in mondi virtuali. Dopo un'infanzia vissuta tra gli arcade dei bar diventa adulto firmando petizioni per far uscire Shenmue 3. Ora è passato a Outcast 2.
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