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Shazam - recensione

Da grandi poteri deriva un grande divertimento!

Finalmente a Warner è venuto bene un film dell'universo DC.

Bastava decidersi prima su che andazzo prendere, si dirà. Per noi andava benissimo anche il tono cupo e tragico alla Batman vs. Superman, ma le reazioni di ripulsa di una grossa parte del pubblico devono aver spaventato la Dirigenza e così si è deciso di procedere a una "marvelizzazione" dei prodotti successivi, trascurando che anche dall'altra parte il cambio di tono aveva suscitato reazioni imbufalite. Insomma: come fai, sbagli.

Ma se allora la dobbiamo buttare in caciara, se Venom era venuto male e meglio si era fatto con Aquaman, con Shazam abbiamo un risultato soddisfacente. Perché si ride molto alle peripezie del ragazzino difficile Billy Batson, che a Philadelphia finisce nell'ennesima famiglia affidataria per poi ritrovarsi, senza sapere come, nella caverna di un dio dal nome oggi famoso per essere quello del programma di riconoscimento delle canzoni.

E diventa un super-eroe, sogno irrealizzabile per ogni ragazzino, ma soprattutto un super-eroe adulto con la testa di un bambino, fonte questa di innumerevoli gag. Mentre capisce poco a poco come gestire i suoi poteri (Shazam è acronimo di Salomone, la leggerezza; Hercules, la forza; Atlante, la resistenza; Zeus, il potere; Achille, il coraggio; e Mercurio, la velocità), che scopre uno alla volta anche per caso facendo sfracelli, ignora di essere diventato il bersaglio dell'ex ragazzino frustrato Thad, che, cresciuto, si è tramutato in un super-malvagio, il Dottor Sivana, che ha scelto il 'lato oscuro' mettendosi al servizio di una schiera di demoni ferocissimi, i Sette peccati capitali.

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Strano davvero che protagonista di questa riuscita storia sia un eroe 'minore', meno noto di altri, quel Shazam creato da Bill Parker e C. C. Beck per la Fawcett Comics nel 1939 col nome di Captain Marvel, quasi come concorrente di Superman, tanto che la Fawcett aveva pure intentato una causa ai rivali DC Comics, accusandoli di averli scopiazzati col loro eroe. Passato poi nel '72 alla DC Comics, aveva perso il nome, che era diventato di proprietà Marvel e lì sappiamo dove sia finito. Fonte, questa situazione, delle infinite battute nel film su quale potrebbe essere il nome della versione di Billy-enhanced.

Dirige David F. Sandberg, regista di due soli horror, Lights Out e Annabelle 2, su sceneggiatura di Henry Gayden, un quasi esordiente. Come quasi tutti i film che durano due ore, anche qui secondo noi qualcosa si poteva tagliuzzare (specie nei combattimenti), ma nel complesso non si soffre troppo. Qualcosa di meglio si poteva fare per il parrucco del vecchio mago.

Tante situazioni dissacranti nei confronti del genere, tante gag e tanti wow! E molte facce buffe perché, non dimentichiamolo, siamo fra ragazzini. Messaggino implicito: non conta solo saper menare, ci vuole anche capacità deduttiva, intelligenza. E la vera forza arriva dalla vera famiglia riunita e vera, non necessariamente biologica. Anzi.

A questo possono servire i superpoteri.

Sebbene qualche momento possa essere melanconico, esso non intende smorzare i toni pop del film con le sue (non troppe) citazioni degli anni '80. Mai più però che per un film Warner/DC possa essere usato l'aborrito aggettivo "dark".

Ottima scelta quella di Zachary Levi, che afferma di essersi allenato moltissimo per mettere su massa, ma non si vede mai senza costume e così il sospetto di qualche imbottitura strategica è lecito. Ma dato che si recita con la faccia e non con i bicipiti, la sua è perfetta per il ruolo, come anche la sua recitazione.

Ben scelti gli altri ragazzini, fra cui si notano l'amico magrolino e pure zoppetto (che però diventerà Captain Marvel Jr), Jack Dylan Grazer, del cast di It. La deliziosa bimbetta di colore, Faithe Herman, si era già fatta notare nella serie This Is Us. Il cattivo è Mark Strong e lo Shazam originario Djimon Hounsou.

I cattivi lo sanno fare meglio.

Si vociferava sulla presenza anche di Black Adam, altro antagonista di Shazam, seguendo la miniserie di aggiornamento del 2013 di Geoff Johns, e Gary Frank, che avrebbe potuto essere affidato a Dwayne Johnson. Non è successo ma The Rock compare come produttore esecutivo, a conferma di un suo interesse per la faccenda. Henry Cavill quasi compare. Quasi. Una scena nei titoli di coda e una, da non perdere, proprio alla fine.

Molto autoironia, insomma, e la volontà dichiarata di non volersi prendere sul serio (anche il disegno e i colori del vestito di Shazam sono eccessivi, imbarazzanti). E non si vede una goccia di sangue, né si distruggono palazzi (non siamo in un film Disney). Quindi, orrore, un film Warner dell'universo DC pensato per la famiglia, se non addirittura per bambini? Sì, avete capito bene. Ma è sempre meglio di Dumbo, specie per l'accompagnatore adulto.