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The Elder Scrolls: Blades - prova

Il gioco mobile di Bethesda è bruttino.

"Blades è nella sua essenza un titolo della serie Elder Scrolls: un enorme GDR in prima persona con una qualità grafica di livello console, che però gira su mobile, una cosa che sembra davvero incredibile”. Questo è ciò che Todd Howard ha detto all'E3 quando ha annunciato al mondo The Elder Scrolls: Blades, e la cosa aveva tutta l'aria di essere parecchio emozionante. Tranne per il fatto che si trattasse di una marea di cavolate. Blades non è un vero gioco di Elder Scrolls e non ha una qualità grafica di livello console, a meno che non si stia parlando di una vecchia console, e non gira in modo incredibile.

Voglio sottolineare in anticipo che non è un brutto gioco e molti difetti dipendono probabilmente dal fatto che si trovi ancora in accesso anticipato. Ci sono svariati momenti in cui Blades riesce ad imitare molto bene Elder Scrolls. Possiamo creare un personaggio, proprio come si farebbe in un vero gioco di Elder Scrolls e possiamo costruire il nostro percorso tramite un considerevole numero di incantesimi, perks e abilità. C'è una città migliorabile in cui costruire case e possiamo comprare, vendere e ordinare equipaggiamenti craftati, ciascuno dei quali viene mostrato sul personaggio quando lo equipaggiamo. Possiamo parlare con personaggi non giocanti nei dialoghi a scelta multipla e curiosare tra le rovine sotterranee, con una musica travolgente che ci risuona nelle orecchie, potrebbe farci sembrare di essere davvero nel bel mezzo di Elder Scrolls.

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Sostanzialmente però, Blades è stentato. Un vero gioco di Elder Scrolls, per usare le parole di Howard, promette libertà di avventura, dimostrandosi un gigantesco parco giochi fantasy simulativo in cui divertirsi. Possiamo andare dove vogliamo, fare ciò che ci piace e il mondo si modellerà in base a noi. Blades non offre questo, presumibilmente perché è molto difficile realizzare tutto ciò su dispositivi con uno spazio di archiviazione e una potenza variabili, soprattutto perché Bethesda spinge per una grafica sofisticata. Blades, invece, suddivide l'esperienza di Elder Scrolls.

La nostra città serve da hub per le missioni intermedie e le missioni sono sostanzialmente dei cloni l'una dell'altra. C'è una leggera variazione nella struttura e nel compito da svolgere, ma tutte sembrano più o meno la stessa cosa: uccidi X per tot volte, salva X per tot volte, trova X per tot volte. Sono sicuro che da qualche parte ci sia anche una storia sulla società segreta dei combattenti di Blades a cui noi apparteniamo, ma finora non mi è pervenuta. Non che la ricerca ripetitiva sia qualcosa di estraneo alla serie di Elder Scrolls, ma qui il problema è che non è molto divertente da fare e le ricompense per aver portato a termine una missione sono delle sciocchezze.

Il gioco sembra migliore su uno schermo del telefono più piccolo e si può giocare sia in modalità landscape che portrait, cosa davvero niente male.

Blades non è molto divertente per colpa del gameplay lento e dei controlli. La ricerca di una “qualità grafica di livello console” ha avuto un impatto sulla reattività. Non è terribile, e ci sono momenti in cui i controlli mobile funzionano sia all'interno che fuori dal combattimento, ma ci sono anche dei momenti in cui ci si ritrova bloccati con la faccia al muro, faticando per girarsi o in cui i controlli di combattimento a schermo non registrano un tocco veloce e lanciano un'abilità che non ci serve, facendoci morire.

Questi problemi di prestazioni si espandono anche ai menu e alle schermate di caricamento, che è un vero peccato, considerata la quantità di tempo che vi trascorreremo. Forse è inevitabile data la piattaforma e la gamma di dispositivi su cui le persone giocheranno. Noi abbiamo utilizzato un Pixel 1, un dispositivo nella media o anche leggermente al di sotto, e forse è proprio questo il problema. Se avete un telefono più recente e le prestazioni sono pulite come lenzuola lavate di fresco allora ne sarete soddisfatti ma, dannazione, ci saremmo stupiti se fosse stato il contrario! Per inciso, Todd Howard ha affermato che Bethesda voleva che Blades fosse disponibile su quante più piattaforme possibili, incluse console, PC e VR, dalla fascia bassa alla fascia alta. Il motivo per cui si dovrebbe voler giocare Blades su sistemi più potenti anziché Skyrim o un altro gioco della serie di Elder Scrolls, mi è però sconosciuto.

Quello è il vostro hub della città. Il mio è un po' in rovina.

Le ricompense in Blades sono fondamentalmente un flop perché sono strettamente legate al modo in cui il gioco monetizza: Blades è free-to-play e possiede uno shop all'interno del gioco. In Blades il loot proviene dai forzieri ottenuti a fine missione e non dai corpi dei nemici uccisi in battaglia. Questi forzieri, però, non si possono aprire immediatamente, e la cosa è ridicola proprio come sembra. Un timer ci costringerà ad attendere e i forzieri migliori richiederanno più di un'ora per poter essere sbloccati. Questi timer sono presenti anche per la costruzione di case e negozi in città e per migliorare l'equipaggiamento, che il fabbro ci produce mentre lavora!

Ovviamente, possiamo completare questi compiti immediatamente, a pagamento. Si possono spendere quantità variabili di gemme per bypassare il timer e, di solito, migliore è la cosa, più costerà. In gioco si possono guadagnare gemme ma naturalmente è più veloce acquistarle dallo shop. Il pacchetto più grande che abbiamo visto costa €109,99.

I forzieri possono essere acquistati anche con soldi veri, il che costituisce un problema più grave, dal momento che questi super-forzieri acquistabili rappresentano in Blades il modo più semplice per ottenere equipaggiamenti migliori, visto che vengono droppati molto raramente nel gioco. In altre parole, la naturale meccanica di grinding presente in Blades sfinisce il giocatore nella speranza di condurlo allo shop.

Equipaggiamento! Abilità! Shop.

La cosa è frustrante perché, come abbiamo detto precedentemente, Blades ha dei momenti in cui punta a mantenere la promessa di essere un gioco della serie Elder Scrolls. Ma quando lo si confronta ad un gioco puro di Elder Scrolls, per usare la terminologia di Howard, ci si rende conto che la promessa non è stata mantenuta.

È semplicemente un concept troppo grande per dei dispositivi mobile e cercare di farlo rientrare negli standard ne ha spento la magia. Bethesda avrebbe fatto meglio ad adattare qualche sua idea ai punti di forza della piattaforma touch-screen, piuttosto che costringerlo all'interno di un corpo estraneo.