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I senatori americani premono per proporre leggi rigorose che regolino loot-box e microtransazioni

La proposta di legge potrebbe vietare microtransazioni e loot-box.

I senatori democratici e repubblicani stanno lavorando ad una proposta di legge che potrebbe vietare tutti i tipi di microtransazioni e loot-box in America.

Come riporta Polygon, l'intenzione della legge sarebbe quella di "regolare alcune microtransazioni pay-to-win e le vendite di loot-box". Per i senatori, le microtransazioni pay-to-win sono "una transazione aggiuntiva ad un prodotto di intrattenimento digitale interattivo che facilita la progressione di un utente attraverso contenuti altrimenti disponibili all'interno del gioco senza l'acquisto di tale transazione".

Praticamente nel mirino della politica americana ci sono queste microtransazioni che altro non farebbero che avvantaggiare un giocatore che non vuole spendere il proprio tempo a "grindare" in un gioco. Le uniche esclusioni quindi sarebbero gli oggetti cosmetici ed espansioni scaricabili. Le skin vendute all'interno del negozio di Fortnite ed i nuovi contenuti ad esempio di The Elder Scrolls Online sarebbero quindi accettate.

Tuttavia questa proposta non tiene conto di altri tipi di microtransazioni: pensiamo ad esempio ai personaggi sbloccabili all'interno di League of Legends o al boost presente in Destiny 2 che consente di portare il proprio personaggio a livello 30. Quale sarebbe la loro collocazione all'interno della legge? Potrebbero essere bollate come illegali?

Per quanto riguarda le loot-box invece la legge è più precisa: "Si intende loot-box una transazione aggiuntiva che in modo randomizzato o parzialmente randomizzato sblocca una funzionalità del prodotto, aggiunge o migliora il valore di intrattenimento del prodotto o consente all'utente di effettuare una o più transazioni aggiuntive che l'utente non avrebbe potuto effettuare senza effettuare la prima transazione e il cui contenuto è sconosciuto all'utente fino a dopo che l'utente ha effettuato la prima transazione aggiuntiva".

Il problema è che non solo il disegno di legge vieterebbe le microtransazioni pay-to-win all'interno di giochi consigliati ai minori di 18 anni, ma le vieta anche nei giochi "in cui l'editore o il publisher hanno conoscenze costruttive riguardo al fatto che ogni utente abbia meno di 18 anni".

Ciò significa che se i bambini possono accedere e giocare a un videogioco, c'è il rischio reale che questo disegno di legge costringa gli sviluppatori, gli editori ed i publisher ad affrontare il fatto che questi bambini stanno giocando a quel videogioco. E permetterebbe alla Federal Trade Commission, che verrebbe incaricata dell'esecuzione di questo disegno di legge, di costringere quelle compagnie a sottostare alle regole.

Il documento che raccoglie le "FAQ" allegato alla proposta di legge indica quindi che gli sviluppatori dovranno avere l'onere di dissuadere il consumo infantile di prodotti che promuovono il gioco d'azzardo e comportamenti di acquisto altrettanto compulsivi, proprio come succede con diversi prodotti sul mercato, come ad esempio le sigarette o la lotteria.

Il disegno di legge ora è solamente una proposta, ma vede repubblicani e democratici uniti in questa battaglia. Senza dubbio questa proposta, se dovesse diventare legge a tutti gli effetti, influenzerà il modo in cui gli sviluppatori guadagneranno in futuro.

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