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E3 2019: The Legend of Zelda: Link's Awakening - prova

Un piccolo capolavoro torna grande.

The Legend of Zelda: Link's Awakening, il piccolo capolavoro nato su GameBoy nel 1993, sta per tornare. Scopriamo tutte le novità della vers

Per molti anni The Legend of Zelda: Link's Awakening è stato considerato uno dei migliori episodi della leggendaria saga di Zelda e Link. Capirne i motivi non è affatto difficile. Uscito nel lontano 1993, Link's Awakening è riuscito a compiere un vero e proprio miracolo: se distillare l'essenza di A Link to the Past non era un'impresa semplice, farla entrare all'interno di una cartuccia per l'originale GameBoy è stato un vero e proprio capolavoro.

A distanza di 26 anni -mio dio se i videogiochi sono diventati vecchi- questa piccola perla, dal valore inestimabile sia per la serie di The Legend of Zelda che per l'intera industria, sta per tornare. The Legend of Zelda: Link's Awakening arriverà su Nintendo Switch il prossimo 20 settembre accompagnato, oltretutto, da una delle più belle limited edition degli ultimi anni. La steelbook a forma di GameBoy è a dir poco meravigliosa e fa impallidire il pur pregevole artbook da 120 pagine contenuto all'interno. E persino l'Amiibo con le lucide fattezze di Link.

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Ma stiamo divagando.

Quella che arriverà su Switch sarà una versione di The Legend of Zelda: Link's Awakening fedele nell'anima, ma completamente aggiornata dal punto di vista tecnico/stilistico. Il motivo è semplice: la grafica bicromatica del gioco originale, ma anche quella con una manciata di colori della versione DX, e il rapporto dello schermo 4:3 hanno richiesto molto lavoro per essere adattati ad un hardware del 2019.

Ecco quindi che la visuale si è allargata lateralmente, nonostante un pregevole effetto sfocatura concentri ancora l'attenzione sul centro dello schermo, si è abbandonata la struttura a schermate indipendenti e si è cercato un nuovo stile grafico, molto colorato, lucido e dalle forme arrotondate.

Da "diorama" dicono in molti, per quel che vuol dire.

Lo stile è molto particolare e anche per questo estremamente riconoscibile.

Quello che ci preme sottolineare è come questo nuovo stile, che potrebbe ricordare quello di un gioco fatto con l'Unreal Engine, non vogliatecene, al momento mette alla frusta l'hardware ibrido di Nintendo. Non solo sono si notano alcune scalettature piuttosto evidenti sulle tante rotondità presenti, ma il gioco tende a rallentare vistosamente laddove ci sono molti oggetti in movimento.

A parte questo, oltre a qualche piccola novità, come la possibilità di creare dei brevi labirinti combinando i pezzi degli altri dungeon, un nuovo schema di comandi coi quali avere a portata di mano un maggior numero di oggetti e qualche piccolo minigioco, l'esperienza sarà la stessa del 1993. Dovremo aiutare Link, naufragato durante il suo viaggio di allenamento per prepararsi all'ennesima sfida con Ganon, a risvegliare il Pesce Vento, la mitologica creatura che riposa dentro il gigantesco uovo che domina tutta l'isola di Koholint.

Per farlo l'Eroe del Tempo dovrà inizialmente recuperare il suo equipaggiamento e successivamente avventurarsi tra foreste intricate, deserti e dungeon pieni di pericoli. Non mancheranno nemmeno personaggi affascinanti, alcuni originali, altri ricorrenti nella Leggenda di Zelda, che aiuteranno il protagonista ad orientarsi per una mappa che, nonostante le dimensioni ridotte, è decisamente più intricata e ricca di segreti di quanto ricordavamo.

Alcune sequenze di gioco non sono state riadattate ai 16:9 dello schermo per restare fedeli all'originale.

In questo modo il quarto d'ora a nostra disposizione per completare la demo dell'E3 si è rivelato insufficiente per raggiungere il primo boss, ma non per riassaporare l'atmosfera del gioco. I fasti di Breath of the Wild sono lontani, ma è sempre bello tornare alle semplici meccaniche degli "Zelda in 2D", all'alternanza tra l'utilizzo dello scudo e della spada, all'utilizzo intelligente degli oggetti e delle musiche per piegare il tempo. Sono rimasti immutati anche i continui cambi di telecamera necessari per alternare le fasi d'azione a quelle di piattaforme.

Un grande, piccolo capolavoro, forse non longevo come gli altri episodi della serie, ma assolutamente godibile grazie ai tanti spunti che sarebbero stati sviluppati più avanti. Ma se sulla qualità dell'esperienza ludica non avevamo dubbi, la demo dell'E3 ci ha messo la pulce nell'orecchio per quanto riguarda la realizzazione tecnica. Lo stile, potrebbe non piacere, ma è immediatamente riconoscibile e ispirato, la fluidità, invece, è ancora lungi dall'essere ottimizzata. Nulla che inficia l'esperienza, ma i rallentamenti presenti sono un qualcosa di inusuale in un gioco di questo calibro curato da Nintendo.

Mancano comunque ancora diversi mesi per ottimizzare il motore grafico di The Legend of Zelda: Link's Awakening. Il gioco c'è già, adesso bisogna fare in modo che sia all'altezza del suo nome.