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Stranger Things 3: The Game - recensione

The NeverEnding Story.

Dopo l'exploit su Netflix, Stranger Things 3 sbarca anche su console. Riusciranno Undi e i suoi simpatici amici a bissare il successo?

Sin dal suo esordio su Netflix nel non troppo lontano 2016, Stranger Things è riuscita a catturare milioni di spettatori, grazie alle sue atmosfere anni '80 e a una trama coinvolgente, con i cinque ragazzini come protagonisti e un insieme di personaggi secondari e di supporto promettente.

Giunti alla terza stagione, distribuita proprio questo mese, e con un arco narrativo ancora nel pieno del suo vigore, era inevitabile pensare che i produttori avrebbero colto l'opportunità di sconfinare anche in altri medium, proponendo così un secondo videogioco, Stranger Things 3: The Game, ambientato nello stesso universo narrativo.

Cover image for YouTube videoStranger Things 3: The Game - Official Launch Trailer

Doverosa premessa: sebbene la recensione non conterrà alcuno spoiler, il gioco ripercorre abbastanza fedelmente gli eventi della stagione televisiva, con le opportune licenze dovute al medium differente. Sarebbe dunque consigliato giocarlo dopo aver terminato l'ultima puntata.

La trama si sviluppa seguendo il filone principale della serie TV, tralasciando gli eventi secondari, o comunque di puro contorno, e concentrandosi sui fatti più importanti, quali gli incontri tra i diversi personaggi e le strade che intraprendono, nell'ottica di un quadro generale più ampio. Il tutto viene molto ben diluito con bossfight occasionali, qualche collezionabile come i cinquanta gnomi da giardino, e missioni secondarie totalmente assenti nella serie Netflix. Laddove è possibile, c'è persino qualche rompicapo.

Ottima la gestione dei protagonisti, che ne conta ben dodici personaggi tra cui poter variare. Ci sono i classici quattro ragazzini e la loro cerchia di amici e parenti, in altre parole un cast variegato che riesce a dare a ciascuno un ruolo ben definito. Ogni personaggio, infatti, ha un proprio attacco personale, che varia nel danno e nell'efficacia: Lucas, ad esempio, è dotato di fionda, mentre Mike ha una mazza da baseball. Ognuno di loro, poi, ha un'abilità unica: Dustin può hackerare i terminali mentre Lucas è in grado di sparare bombe con le quali può spaccare le rocce. Oltre a diversificare il gameplay, queste differenze migliorano anche il grado di esplorazione, soprattutto per chi punta al completamento del 100%, che richiederà comunque una decina di ore.

Anche nel gioco, Will ha solo un pensiero fisso…

Ogni personaggio può equipaggiare due abilità contemporaneamente e le può cambiare in maniera dinamica durante la partita. Questa scelta si rivela essere un'arma a doppio taglio: da una parte rende gli scontri e l'esplorazione più avvincenti e vari, ma dall'altra il consentire di giocare missioni con un personaggio che a volte nemmeno si trovava lì nella trama originale (e magari vedergli pronunciare frasi che spetterebbero ad un altro) incide molto sull'immedesimazione. Chi non ha seguito pure la serie tv potrebbe sentirsi disorientato.

Oltre ai personaggi e alle loro abilità, troviamo tutta una serie di upgrade, di cui ne possiamo equipaggiare fino a cinque contemporaneamente, che migliorano le statistiche globali o di alcuni gruppi di personaggi specifici. Questi oggetti si possono craftare sfruttando i banchi di creazione sparsi nelle varie aree, utilizzando le risorse recuperate durante l'esplorazione, come ricompense delle missioni o acquistate presso negozianti o macchinette, utilizzando i soldi ottenibili nello stesso identico modo.

Stranger Things 3: The Game riesce a catturare l'atmosfera della serie Netflix e combinarla con un piacevole stile a 16bit.

Esiste infine la modalità Eliminatoria, sbloccabile una volta finita la storia principale e che consiste sostanzialmente in un classico NG+, con la differenza che tutti i personaggi saranno utilizzabili sin dal principio, a differenza della storia base dove vengono sbloccati progressivamente, e che una volta che muoiono, rimarranno inutilizzabili fino alla fine dell'avventura.

Dal punto di vista tecnico non c'è molto da dire, la versione giocata è stata quella su Xbox One X, e se non per le tantissime schermate di caricamento, tipiche di questa tipologia di giochi, e comunque di breve durata, il tutto funziona, con uno stile in 16bit e un comparto audio in grado di ricreare perfettamente l'atmosfera dei "giochi di un tempo".

Tirando le somme, Stranger Things 3: The Game è senza alcun dubbio un'esperienza piacevole, che amalgama a dovere elementi dei videogiochi classici e lo spirito della serie marchiata Netflix. Nonostante i fan non potranno che apprezzare quest'opera, giocarla subito dopo aver terminato la stagione potrebbe creare una sensazione di deja vu, che non consentirebbe appieno di godere di quest'esperienza alternativa. Non molto azzeccato invece il prezzo con cui si propone sul mercato, perché sebbene i contenuti di certo non siano pochi, non è in linea con altre produzioni di questo tipo.

6 / 10

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A proposito dell'autore
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Manuel Santangelo

Contributor

Manuel inizia in tenera età sulla prima Playstation, per poi spostarsi su PS2 e Xbox. Appassionato di sparatutto, s'affeziona a titoli quali Halo e Metal Gear Solid. Apprezza quasi ogni genere e negli ultimi anni inizia a creare contenuti su YouTube, anche per Eurogamer.it.

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