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Il destino di Fallout 76, tra peccato e redenzione - articolo

“Il peccato non è un'azione piuttosto che un'altra, ma tutta un'esistenza mal congegnata.”

Tra i panel presentati nel corso del QuakeCon 2019 tenutosi a Dallas, uno è stato dedicato a Fallout 76 e ai suoi prossimi aggiornamenti. Con presentatrici Anne Lewis e Jessica Finster, rispettivamente Content Manager e Senior Community Manager per Bethesda Softwork, gli ospiti saliti sul palco sono stati Tom Mustaine e Marc Tardif (Co-Studio Director), Chris Mayer (Development Director) e Jeff Gardiner (Project Leader).

La parte iniziale del panel è stata un recap di quanto mostrato durante l'E3 2019, ovvero Nuclear Winter: l'aggiornamento, previsto entro la fine dell'estate, è al momento in early beta e tra le novità più sostanziose c'è la tanto discussa modalità battle royale a 52 giocatori.

I partecipanti, divisi in squadre da 4, hanno lo scopo di far piazza pulita degli avversari e guadagnarsi il ruolo di Overseer del Vault... e relative, laute ricompense. Le meccaniche sono quelle classiche del battle royale che abbiamo imparato a conoscere nel tempo: partendo senza strumenti offensivi o difensivi, i giocatori devono farsi largo all'interno della mappa e raccogliere risorse utili alla sopravvivenza, cercando contemporaneamente di eliminare più nemici possibile, con anche la possibilità di costruire strutture per nascondersi o creare trappole.

Una modalità Battle Royale potrebbe portare nuovo brio nei server di Fallout 76.

Tardif ha fatto trapelare un'informazione interessante riguardo la gestione di questo contenuto in accesso anticipato: originariamente, Nuclear Winter sarebbe dovuto rimanere in beta solo per un periodo limitato, per poi essere rimosso e completato "a porte chiuse"; tuttavia, lo studio ha cambiato idea e quando Lewis ha chiesto la ragione, la risposta è stata: "In poche parole? Paura di voi, ragazzi", per poi proseguire con un simpatico racconto di come, subito dopo l'annuncio dell'E3, Todd Howard stesso abbia deciso che la notizia era stata accolta con troppo entusiasmo perchè la beta potesse essere interrotta una volta passato il periodo di prova, in quanto "se l'avessero rimossa, ci sarebbe stata una rivolta". Questa frase fa sorridere, ma proietta un'ombra lunga e preoccupante, di cui parleremo tra poco.

Altra modalità aggiunta da Nuclear Winter sono i raid a 4 giocatori all'interno del Vault 51, un'area con puzzle ambientali, nemici di alto livello e tanto loot leggendario. Mustaine ha suggerito con un sorriso nervoso a tutti i presenti di dedicare le proprie energie al superamento delle sfide all'interno del Vault, piuttosto che al raid dell'Area 51 tanto discusso in questi giorni, promettendo che gli sforzi per avere la meglio sul gioco saranno adeguatamente ricompensati. Battute (e saggi consigli) a parte, il QuakeCon texano ha anche offerto un primo sguardo sul successivo contenuto di Fallout 76, facente parte dell'aggiornamento Wastelanders previsto per l'autunno 2019. Il trailer ha scaldato il cuore dei presenti con quelle che sembrano essere le migliori notizie possibili: introduzione di NPC umani, dialoghi a scelta multipla legati alle abilità S.P.E.C.I.A.L., accampamenti abitati, fazioni con le quali collaborare, eventi casuali e punti d'interesse.

Cover image for YouTube videoFallout 76 – Official E3 2019 Nuclear Winter Gameplay Trailer

Gli sviluppatori si sono mostrati molto orgogliosi di questo aggiornamento, che porterà nel gioco la maggior parte di quelle che erano state "le prime richieste della community". Ogni gruppo avrà motivazioni e ideali, paure e speranze; sono stati pensati per risultare credibili, meno estremisti rispetto ai Fallout singleplayer, e le "microstorie" che il giocatore sperimenterà interagendo con esse e gli NPC sparsi nella mappa avranno un impatto sull'esperienza ruolistica e sull'affinità con ciascuna fazione. Inoltre, saranno introdotti i tanto agognati compagni, che avranno le loro missioni dedicate e (quando fisiologicamente plausibile) saranno disponibili per una relazione romantica con il nostro alter ego.

Nuclear Winter, Wastelanders e i prossimi aggiornamenti di Fallout 76 sono stati concepiti "direttamente dai feedback raccolti" attraverso Reddit e il forum ufficiale del gioco. Il risultato è evidente, tanto nelle modifiche macroscopiche, quanto nei piccoli, ma importanti miglioramenti, come la possibilità di teletrasportarsi direttamente nel luogo di un evento apparso sulla mappa.

Nel prossimo futuro, gli sviluppatori puntano anche a limare la discrepanza fra i giocatori endgame e quelli di basso livello, per permettere a tutti di giocare insieme al nuovo contenuto. Nel caso questa affermazione vi stesse facendo ronzare le orecchie, il motivo è presto detto: si tratta della stessa idea alla base di The Elder Scrolls Online, un altro game as service della famiglia Bethesda (per quanto sviluppato da ZeniMax) e altro titolo piagato da un lancio non esattamente brillante, ma che con i dovuti, radicali accorgimenti è riuscito a rialzarsi in modo dignitoso e portare avanti la propria legacy dall'ormai lontano 2014.

Gli annunci riguardanti la roadmap del 2019 hanno riacceso la speranza nel cuore degli affezionati al franchise.

Alla fine del suo primo anno di vita, Fallout 76 sarà un gioco di gran lunga migliore, probabilmente meritevole dell'indulgenza da parte di chi, al lancio, lo ha bollato come fallimento integrale. Bethesda ha continuato a credere nel progetto e gli sviluppatori non hanno mollato la presa, cercando di risolvere il prima possibile e al meglio possibile ogni manchevolezza del titolo.

Il più grosso rischio che corre il gioco, però, è quello di non riuscire mai a reggersi sui propri piedi: da una parte, i feedback dei giocatori vengono ascoltati con un'attenzione che sfuma un po' troppo nel timore (al punto da voler cambiare il planning di lavoro per "paura" di ritirare la beta temporanea di una nuova modalità); dall'altra, abbiamo visto tantissime e piacevolissime introduzioni (battle royale, raid, accampamenti con affinità, romance...) ma nessuna di queste ha un'anima originale o, semplicemente, rivisita una meccanica classica "in salsa Fallout 76". Tutto è scolastico e ordinario, prevedibile e già visto. La sensazione che si prova osservando la roadmap è quella di un team entusiasta ma spaventato, che non vuole osare in nulla e vuole dare al pubblico esattamente ciò che vuole.

Gli sviluppatori consigliano di lasciar perdere i raid all'Area 51 e dedicarsi alla razzia dei Vault.

Il guaio è che per realizzare una pianificazione di rilascio (e conseguente programmazione e sviluppo) occorrono mesi e mesi, mentre i gusti del pubblico si piegano ai capricci e alle mode del momento. The Elder Scrolls Online ha imparato dai propri sbagli e pur con i suoi strascichi è riuscito a creare un mondo unico, vibrante, in cui un giocatore può sentirsi "a casa"... Fallout 76, d'altro canto, somiglia più a un parco divertimenti pieno di giostre di seconda mano e la vernice che comincia a scrostarsi. È possibile che quelle giostre continuino a funzionare per mesi, persino anni, prima di dar segni di cedimento; oppure nessun bambino sarà mai interessato a provarle, visto che le conosce già fin troppo bene.

Il feedback dei giocatori è importantissimo nel caso dei game as service, indispensabile nel caso si debbano effettuare stress test o aggiornamenti di ribilanciamento, ma non può assolutamente sostituire le intuizioni degli sviluppatori. Un titolo può essere user friendly e "mainstream" anche conservando una propria identità, che è appunto ciò che lo farà preferire rispetto ad altri prodotti sulla stessa falsariga. È questo che, al momento, sembra mancare a Fallout 76. Non resta che sperare che questi futuri aggiornamenti riescano a fugare ogni nostra paura e che il titolo tiri fuori tutto il suo potenziale carisma, tanto drammaticamente mancato durante questo primo, difficile anno di vita.

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Fallout 76

PS4, Xbox One, PC

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Lara Arlotta

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Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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