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Gamescom 2019: Project x Cloud - prova

Abbiamo testato il servizio di cloud gaming di Microsoft!

Dopo Sony e Google, Microsoft non poteva certo mancare l'appuntamento con l'avveniristica visione del gaming legata al cloud e scissa dal concetto di hardware nella maniera convenzionale in cui lo si è sempre inteso.

Project X Cloud, presentato lo scorso anno ed atteso al varco dei primi global test per la fine di questo 2019, è la risposta della casa di Redmond a PlayStation Now e, soprattutto a Google Stadia. Un catalogo di oltre 3.500 titoli tra tutte le tre principali piattaforme, cui se ne andranno ad integrare altri circa 1900 attualmente in sviluppo solo per One. Numeri importanti, che accompagnano una tecnologia che pare avere tutte le carte in regola per offrire un'esperienza di cloud gaming ottima anche sotto il profilo tecnico.

Il servizio permette di riprodurre il catalogo sopra menzionato su qualsiasi dispositivo mobile (attualmente tutti i test si sono svolti su piattaforme Android, vedremo per il futuro cosa accadrà con iOS), attraverso due modalità: una gratuita ed una a pagamento.

Project X Cloud sará compatibile con smartphone e tablet, di tutti i tipi. Per adesso, si è visto in azione solo su piattaforme Android.

Il pacchetto gratuito vi permetterà di riprodurre su dispositivi portatili il catalogo presente sulla vostra Xbox, utilizzando quest'ultima come home server. Qualora, invece, non disponeste di una console, avrete accesso alla totalità del parco titoli presente sul Microsoft Store, ad un costo mensile che al momento non è ancora noto. In questo caso, la riproduzione avverrà direttamente tramite i server Microsoft, e la tecnologia utilizzata è la medesima degli altri servizi.

Tutte le operazioni di calcolo saranno svolte in remoto da una macchina che, nel caso di Project X Cloud sarà una versione rielaborata dell'infrastruttura hardware di ben otto Xbox One S. Dopodiché, attraverso la rete, il segnale verrà trasmesso direttamente ai vari dispositivi mobile, e necessiterà esclusivamente di un display per la riproduzione dell'immagine, previa decodifica video. Naturalmente, abbiamo semplificato molto il processo per ragioni comunicative e di accessibilità.

I nodi da sciogliere sono sempre i medesimi: latenza e qualità dell'immagine. In merito alla prima, l'asso nella manica di Microsoft si chiama Azure, l'infrastruttura cloud capillare che copre ben 54 regioni e 140 Paesi. La strategia per ridurre al minimo le magagne legate al lag ed offrire un'esperienza di qualità sembra essere quella di voler limitare fisicamente il più possibile la distanza tra i vari server ed il giocatore. Certo, Google è in grado di fare altrettanto con le risorse di cui dispone, ed in termini di prestazioni sarà certamente una bella sfida. Si raggiungeranno risultati notevoli con connessioni tutto sommato alla portata, e l'esperienza complessiva risulterà differente rispetto ad infrastrutture come l'ormai lontano ed obsoleto OnLive e PlayStation Now, il quale a fronte di un catalogo convincente presenta ancora delle limitazioni tecniche di non poco conto.

Guarda su YouTube

L'Head of Cloud Gaming di Microsoft, Kareem Choundry, ha divulgato qualche mese fa dei dati tecnici circa le prestazioni di Project X Cloud che mostravano come, nella città di Washington, la latenza registrata fosse inferiore ai 10 millisecondi, con una banda che per le demo testate nell'occasione ha richiesto circa 10 Mb/s.

Il nostro test in fiera ha in effetti confermato una certa solidità per quanto concerne la fluidità dell'esperienza. Le postazioni presenti permettevano di testare solamente 4 giochi: Super Lucky's Tale, Ori and the Blind Forest, Recore e Forza Motorsport 7. Dobbiamo dire che in nessuno dei titoli abbiamo riscontrato problematiche di input lag di sorta, ed i giochi si comportano egregiamente, senza criticità apparenti. Chiaro è che bisognerà verificarne il funzionamento e le prestazioni effettive con le connessioni di tutti i giorni, specialmente quelle non ancora in fibra ottica che ancora in molti oggi, nel nostro Paese, hanno.

L'interfaccia, tuttavia, si è mostrata in talune situazioni un po' troppo striminzita dalle proporzioni adattate ad un display decisamente inferiore in termini di pollici. Abbiamo dovuto in qualche occasione, soprattutto al cospetto del design piuttosto minuto di oggetti e nemici di Ori, avvicinare i nostri occhi al dispositivo mobile che streammava il contenuto per scorgere i dettagli. Ci è stato confermato, inoltre, che attualmente è possibile utilizzare il servizio solamente tramite il pad Xbox, collegato via bluetooth o via cavo.

Per giocare, è richiesto un controller Xbox da collegare via bluetooth o via cavo.

A questi dati incoraggianti, che hanno trovato riscontro sul campo, si aggiunge quello che senza dubbio è uno dei punti di forza principali del servizio di cloud gaming di Microsoft, ossia la libreria vastissima di software disponibile. Per rendere l'idea dell'importanza dei numeri sopracitati, basti pensare che il servizio di Sony, PS Now, ha un catalogo già ottimo, ma che si ferma a circa 600 produzioni, ad oggi. Stadia resta un'incognita, poiché sebbene sia stato confermato il supporto di diversi publisher dal nome altisonante, bisognerà attendere di capire come sarà gestita quella che sembra configurarsi come una sorta di instant game collection, che parrebbe offrire agli utenti Pro abbonati l'accesso solamente ad una limitata selezione di titoli.

Ad oggi, sappiamo che i test di Project X Cloud inizieranno ad ottobre. Non ci sono, purtroppo, ancora informazioni certe sul lancio e sui dettagli del servizio.

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Luca Del Pizzo

Contributor

Sedotto dalle avanguardie tecnologiche e da tutto ciò che porti emozione, Luca non può restare indifferente al fascino prorompente dei videogiochi. Ha la fortuna di coniugare questo amore con quello incondizionato per la scrittura. La vita, a volte, riserva cose meravigliose. Sino ad un nuovo Silent Hill degno di questo nome, tuttavia, non è ancora abbastanza.
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