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Creature in the Well - recensione

Un'avventura a ritmo di flipper.

Le contaminazioni nel mondo dei videogiochi sono ormai all'ordine del giorno, ma se qualche tempo fa qualcuno ci avesse detto che presto avremmo giocato un action-adventure incrociato con un "simulatore" di flipper probabilmente gli avremmo riso dietro. Non ridevano affatto invece i ragazzi del Flight School Studio, che quando si sono messi al lavoro su Creature in the Well avevano in mente proprio un ibrido del genere.

Se avete avuto occasione di vedere qualche video di gameplay o anche solo un trailer di questo gioco non potete non aver provato vibrazioni positive. Lo stile artistico scelto dagli sviluppatori è estremamente accattivante e ricorda un po' il bellissimo Journey. Anche qui abbiamo a che fare con un avventuriero solitario, solo che stavolta si tratta di un robot. Un tempo era specializzato in ingegneria di alto livello, ma da quando il mondo è andato in malora (ancora!) è costretto a vagare per lunghi tratti di deserto, incontrando solo sporadiche tracce del mondo che fu.

Il vostro obiettivo, in quanto entità superiore che guida il povero superstite robotico, è quello di aiutarlo nel rimettere in funzione ciò che resta della civiltà, gigantesche macchine silenti che con il giusto impulso possono ancora funzionare e, chissà, ridare speranza al futuro. Per farlo non avrete a disposizione una cassetta degli attrezzi e nemmeno dei cacciaviti sonici... potrete disporre solo delle vostre palle. No, non quelle che state pensando in questo momento, le palle in questione sono quelle che vi verranno messe a disposizione per riattivare i meccanismi celati all'interno di misteriose caverne.

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Il funzionamento è semplice, dovrete semplicemente spedirle verso gli interruttori spenti colpendoli un determinato numero di volte. La meccanica di gameplay assomiglia più a quella del vecchio Arkanoid, per chi se lo ricorda, piuttosto che a un vero e proprio flipper. Ogni stanza che incontrerete proporrà un diverso tipo di enigma, le prime saranno ovviamente semplici e serviranno più che altro a prendere confidenza con il semplice sistema di controllo, che prevede due diversi modi di spedire le palline a destinazione. Il primo e ovviamente il più diretto, si colpisce con la giusta angolazione e nel caso doveste sbagliare potrete colpire di nuovo muovendovi all'interno del livello. Premendo un tasto invece è possibile "caricare" le palline, attirandole a voi per poi spararle nella direzione voluta come un'unica salva di proiettili.

Una volta riattivati tutti i meccanismi potete proseguire verso la stanza successiva ma il gioco in realtà non ha una struttura particolarmente rigida. Potrete decidere di completare un paio di stanze per poi uscire ed esplorare un'altra zona o addirittura arrivare alla stanza boss prima di aver completato i livelli precedenti. I nemici finali vanno combattuti con la stessa tecnica con cui vengono risolti i puzzle, utilizzando le palline come armi e sfruttando al meglio le capacità del protagonista. Sì, perché nel corso del gioco potrete anche potenziare i due attacchi primari migliorandone precisione, potenza e aggiungendo alcuni semplici ma efficaci poteri come il rallentamento del tempo.

Il gioco non è tradotto in Italiano ma il testo in Inglese non è particolarmente abbondante o di difficile comprensione.

Siate curiosi, andate in giro e cercate di trovare velocemente questi potenziamenti perché purtroppo il bilanciamento della difficoltà non è uno dei pregi di Creature in the Well. Ci è capitato più di una volta di imbatterci in una zona nettamente più difficile o un nemico particolarmente ostico dopo sezioni invece fin troppo semplici e questo bizzarro alternarsi può diventare fonte di frustrazione se non si è adeguatamente preparati. La mappa vi informerà su quali parti sono state visitate e quale percentuale di completamento avete ottenuto, quindi i giocatori afflitti dalla famigerata "smania da completismo" possono tirare un sospiro di sollievo.

Chiaramente non ci troviamo di fronte ad un nuovo Zelda 2D. Il game design generale non è minimamente paragonabile a quello della serie Nintendo o di giochi similari, ma l'originalità di base c'è e il tutto risulta comunque abbastanza fresco e piacevole da giocare. Per un ipotetico sequel ci auguriamo una curva di difficoltà più regolare, una maggiore varietà di ambientazioni, che in Creature in the Well tendono a ripetersi davvero troppo, ed elementi RPG più marcati che possano dare maggior carattere all'avventura.

7 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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