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Il CEO di Riot Games parla dello scandalo mediatico che ha travolto Blizzard Entertainment

Da Blitzchung a #BoycottBlizzard.

Se seguite assiduamente le vicende legate all'industria videoludica, avrete sicuramente sentito parlare dell'incredibile scandalo mediatico che ha investito Blizzard Entertainment nel corso delle ultime settimane. Tutto ha avuto inizio quando uno dei partecipanti al torneo Grandmaster di Hearthstone (uno dei più importanti e seguiti dal grande pubblico), il pro-player Chung "Blitzchung" Ng Wai, è stato rimosso dalla competizione a causa del suo esplicito supporto alle proteste che stanno avendo luogo proprio in questi giorni ad Hong Kong.

Per chi non lo sapesse, il ragazzo, originario della capitale cinese, ha voluto esprimere la propria solidarietà ai manifestanti che nelle scorse settimane hanno invaso le strade di Hong Kong chiedendo le immediate dimissioni del Capo Esecutivo della regione. Le proteste, dapprima assolutamente pacifiche, sono tuttavia degenerate e si rincorrono notizie di repressioni violente da parte del governo cinese e della polizia. Blitzchung, durante uno dei suoi stream in diretta, si è schierato apertamente dalla parte dei dimostranti ed è stato oggetto della squalifica da parte di Blizzard che lo ha estromesso dal torneo, gli ha revocato tutti i premi in denaro e gli impedirà di partecipare ai tornei per un intero anno.

Questa netta presa di posizione da parte del colosso statunitense è stata spiegata con un articolo del regolamento ufficiale della competizione che vieta di parlare di tematiche delicate come possono essere quelle politiche o religiose durante gli streaming legati ai tornei ufficiali di Blizzard ma non ha evitato che l'azienda venisse travolta da un'ondata di sdegno da parte della nutrita community di videogiocatori sul web.

Nel corso delle celebrazioni per i dieci anni di League of Legends, Riot Games (che aveva già svelato la propria posizione in merito a situazioni del genere) ha risposto ad una domanda in merito alla questione, chiarendo la propria posizione e esprimendo il proprio punto di vista sulla situazione attuale di Blizzard.

Ecco le parole del CEO di Riot Games, Nicolo Laurent: "è difficile per me giudicarli perché non ho tutti i dettagli per farlo. Sapete, anche noi ci siamo trovati spesso a fare i conti con questo tipo di esposizione mediatica in cui la gente ti giudica senza avere una corretta visione d'insieme. Non sarebbe giusto. Ciò che posso dirvi è che, in vesti di sviluppatori di videogiochi, quando lanciamo un streaming esportivo, vogliamo che i giochi siano il focus principale. Questo non significa che non si possa parlare di altro ma ci sono alcuni argomenti che preferiremmo rimanessero lontani dalle telecamere come, ad esempio, temi politici particolarmente sensibili. Non credo che vorreste sentire un americano che discute dell'impeachment di Trump durante una live di un videogioco o un giocatore russo che parla di Putin. Non posso dire con certezza come avremmo reagito noi, al posto di Blizzard, non ho gli elementi per poterlo prevedere."

Si tratta di dichiarazioni piuttosto in linea con l'approccio adottato da Blizzard ma che, comunque, non aiuteranno a placare l'indignazione dei giocatori. Qual è la vostra idea riguardo la questione Blitzchung?

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Riccardo Cantù

Contributor

Nato nel 1993, Riccardo ha coltivato, negli anni, una passione smodata per tutto ciò che è entertainment. Videogiochi, cinema, fumetti, musica e letteratura sono il suo pane quotidiano e ama le lunghe discussioni riguardanti queste tematiche.

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