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Diablo Junior era lo strambo Diablo pensato per Game Boy

La storia del gioco che non ha mai visto la luce.

Diablo III approderà anche sulla console Nintendo Switch, ma forse non tutti sanno che dopo l'uscita di Diablo II nel 2000, gli sviluppatori avevano stilato le basi di un progetto per un gioco della serie, più precisamente uno spin-off, destinato per Game Boy.

Dopo il lancio di Diablo II nel giugno 2000, i dipendenti di Blizzard si sono divisi in tre rami. Max Schaefer e Tyler Thomson si sono uniti ad un team per lavorare sull'espansione Lord of Destruction, mentre in seguito, la maggior parte dei membri di quella squadra formarono il team adibito allo sviluppo di Diablo III. Un altro gruppo di dipendenti invece spostò il suo interesse verso un "progetto X".

Jon Morin andò dal collega programmatore Steven Woo con un'idea. Aveva messo le mani su un kit di sviluppo per Game Boy Advance, un sistema portatile a colori che eseguiva giochi che ricordavano lo SNES a 16 bit. Il kit assomigliava a una cartuccia di gioco ed i programmatori assieme agli artisti erano in grado di scrivere software personalizzato sul microchip del kit compilando il codice, scrivendo i dati nel kit e collegandolo al GBA come se fosse una normale cartuccia. I due programmatori avevano chiesto in seguito all'artista Alan Ackerman di prestare il suo talento per la creazione di uno spin-off di Diablo su console Nintendo.

Ai tempi i manager di Blizzard avevano dato il loro benestare, chiedendo di sviluppare il gioco su Game Boy, destinandolo così anche ad un gruppo di giocatori di età inferiore. Al "Progetto X" quindi venne dato il nome di Diablo Junior. Il gameplay pieno di azione di Diablo era abbastanza semplice da comprendere per i bambini; l'idea che elettrizzava la squadra proveniva dal suggerimento di Jon di incorporare un elemento commerciale simile ai giochi Pokémon. Rilasciata in cartucce rosse e blu per Game Boy nel 1998, ogni edizione di Pokémon conteneva creature esclusive che i giocatori dovevano scambiare tramite il cavo Game Boy Link. Le edizioni di Diablo Junior includevano oggetti unici che i giocatori potevano scambiare. "Avevamo molte idee davvero interessanti e penso che sarebbe uscito un buon prodotto", ha dichiarato Morin.

Anche il concetto stesso del gioco era innovativo per l'epoca: lo studio voleva inserire tre tipi di personaggi diversi che avrebbero iniziato la loro storia in altrettante città, in modo da diversificare il gameplay. Oggetti, armi ed armature erano state create per poter lavorare su un prototipo che funzionasse su Game Boy. La squadra aveva appena ottenuto un importante traguardo, con la creazione di un personaggio che vagava per una prigione, quando Blizzard South contattò i produttori preoccupati. "Da quello che ricordo i ragazzi di Blizzard South avevano gestito la contabilità e determinato che era troppo rischioso finanziariamente", dichiara Woo. Le cartucce su cui i giochi venivano stampati dovevano essere ordinate da Nintendo stessa, perciò bisognava innanzitutto avere un piano marketing solido per ordinare un numero ingente di cartucce.

"Blizzard non era sicura di questo perché era la prima volta che sviluppavano un gioco per una console Nintendo. Se pensi che il tuo gioco venderà 50.000 unità, compri 50.000 cartucce da Nintendo ed essi ne traggono profitto. In questo progetto c'erano molti rischi perché ci sono molti modi in cui è possibile perdere soldi sviluppando giochi per console". Studiando quindi gli effettivi rischi a cui la società poteva andare incontro, il team ha deciso di non proseguire per questa strada.

"A volte guardo indietro e mi pento di non aver detto almeno 'ok, proviamoci', ma allo stesso tempo penso sia stata una buona scelta. Se avessi saputo con certezza quante copie avremmo venduto avrei accettato subito, ma così, senza la certezza di vendere abbastanza copie? No grazie".

Vi ricordiamo che Blizzard durante il suo evento avvenuto ad inizio novembre ha annunciato l'arrivo di Diablo IV.

Fonte: Nintendo Life

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