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Riot Games e le accuse di sessismo: 'la richiesta di risarcimento da 400 milioni di dollari è totalmente infondata'

"L'affermazione dell'ente è totalmente scandalosa".

Giorni fa avevamo riportato la notizia secondo cui per un ente statale, i 10 milioni di dollari pattuiti tra Riot Games e le due donne che hanno accusato l'azienda di discriminazione di genere, sarebbero pochi e che in realtà il denaro da risarcire ammonterebbe a 400 milioni di dollari.

Ovviamente Riot Games si è fatta sentire, giudicando questa decisione "sconclusionata, fuorviante e totalmente non supportata". Nei documenti del tribunale, la società ha spiegato che "l'affermazione del DFEH secondo cui 'la massima esposizione in arretrato dovuto alle sole donne dipendenti supera i 400 milioni di dollari' è scandalosa, sconsiderata e senza alcuna base di fatto o di diritto. In effetti, ci sono numerose carenze metodologiche nel modo in cui il DFEH raggiunge questa cifra, ognuna delle quali rende la conclusione definitiva del tutto priva di fondamento".

Riot Games ha accusato l'ente di aver tirato in ballo quelle cifre per "attirare l'attenzione", rinunciando al miglior interesse delle parti in causa, e fraintendendo "una misura adeguata della disparità retributiva". Il DFEH ha inoltre affermato che l'accordo non ha "modifiche applicabili" alle politiche per l'occupazione, in una società che si presume fosse piena di sessismo. Riot Games ha risposto a questa dichiarazione affermando che "la società nega fortemente questo tipo di discriminazione e che l'ente ignora i molti passi significativi che Riot ha intrapreso per migliorare l'esperienza dei dipendenti".

Il 31 gennaio ci sarà un'udienza per decidere se l'ente ha il diritto di valutare la causa e, se consentito, l'accordo dei 10 milioni di dollari verrà rifiutato. "Siamo particolarmente sgomenti che si minimizzino e ignorino gli sforzi che abbiamo compiuto nei confronti dell'inclusione e della cultura negli ultimi 18 mesi. Non vediamo l'ora di portare il nostro caso in tribunale", ha dichiarato Joe Hixson di Riot Games.

Fonte: Videogamer

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