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The Division 2 - Coney Island: The Hunt - recensione

Torniamo a New York con una caccia all'uomo!

Nel corso del primo anno di vita di The Division 2 abbiamo combattuto le varie fazioni criminali che, in un modo o nell'altro, hanno cercato di controllare le strade di una Washington DC praticamente disabitata e spettrale.

Al termine della campagna una quarta fazione, quella dei Black Tusk, prende il sopravvento forte di una tecnologia e di un'organizzazione paramilitare. Tutti i nostri sforzi per riportare una sorta di ordine per le vie della capitale vengono così vanificati nel giro di una notte.

Attacchi mirati permettono ai Black Tusk di controllare le maggiori roccaforti di Washington e, dopo aver ripreso il controllo, casa per casa e strada per strada, il nostro agente riesce finalmente a ristabilire un certo ordine.

Nel primo DLC abbiamo rallentato l'avanzata dei Black Tusk con la missione a Camp White Oak, andando contro il leader di questa fazione, mentre allo stesso tempo, al Manning National Zoo, abbiamo chiuso i conti con Emeline Shaw, leader dei Reietti, fuggita qui dopo la sconfitta subita a Roosvelt Island.

Nel secondo DLC abbiamo combattuto in un epico crescendo i Black Tusk in un edificio iconico come il Pentagono, con una serie di missioni incredibilmente piacevoli e ricche di tensione. La sensazione di trovarsi in un edificio "proibito" ha aggiunto pathos al nostro battagliare. E l'assalto all'Ultimo Castello ci ha permesso di mettere le mani su un reattore sperimentale, con il quale sintetizzare finalmente una cura per il virus che ha fatto collassare la nostra società.

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Finalmente, con Episodio 3 l'arco narrativo giunge a una conclusione. O almeno così pensavamo. La nostra rete informativa ci permette infatti di scovare Vitaly Tchernenko, uno dei virologi che ha aiutato Amherst per la creazione del Green Poison, attualmente detenuto dai Black Tusk in una roccaforte situata a Coney Island.

Questo ritorno a New York è stato accolto in maniera assai positiva dai fan della saga, che hanno amato e tuttora amano le strade di cemento e acciaio della Grande Mela. Famosa (anche) per l'enorme luna park diConey Island, la metropoli ora giace in completa rovina. Il che la rende un posto perfetto per stabilire la base operativa dei Black Tusk .

Scesi dall'imbarcazione, ci sembra di essere sul set di 1997 Fuga da New York: la neve del primo episodio lascia spazio alla desolazione di una città ormai in rovina, abbandonata a sé stessa, dove la legge del più forte e del più armato regna sovrana.

Dopo aver stabilito una base operativa in una sala da bowling, portiamo il nostro assalto verso lo stadio di baseball, dove attualmente Tchernenko viene tenuto prigioniero in una cella trasparente in stile Magneto. I dialoghi delle guardie dimostrano insicurezza sulle condizioni di salute del virologo, suggerendo un possibile contagio, da cui le estreme misure di quarantena.

Il primo scorcio di Coney Island: ci aspettiamo da un momento all'altro di vedere sbucare Yena Plissken!

Assistiti da un drone che ci fornisce informazioni sulla situazione dei nostri nemici, e dopo aver affrontato ondate su ondate di super equipaggiati Black Tusk, riusciamo finalmente a liberare e a mettere in salvo il prigioniero.

Ma qualcosa non torna. I vari frammenti audio raccolti nella nostra incursione rivelano infatti che Aaron Keener, un agente Division che durante il corso del primo gioco abbiamo appreso essere la mente dietro l'epidemia, sembra aver usato Tcherenko come pedina di scambio con i Black Tusk, con un fine ultimo non del tutto chiaro.

Forti di questa informazione e consapevoli della presenza del traditore Keener sull'isola, spostiamo il nostro assalto verso il parco divertimenti. Ancora una volta i vari frammenti audio trovati nella nostra esplorazione compongono un quadro assai più terrificante. Keener infatti ha usato il virologo per i propri piani, costringendolo a creare nuove minacce chimiche.

Una volta ottenuto ciò che voleva, Keener non ha esitato a tradire i Black Tusk, chiamando dei vecchi amici, ossia i Purificatori, terribili nemici del primo episodio armati di lanciafiamme. Ci troviamo pertanto nel mezzo di una guerra fra due fazioni, con l'ovvio scopo di fare piazza pulita di entrambe per raggiungere il nostro obiettivo.

Dare la caccia a Cleaners e Black Tusk in una casa stregata? Certo, perché no!?

Ovviamente Keener, come ogni villain stile James Bond, è già un passo avanti rispetto a noi e al termine della missione, dalla videocamera di un drone abbattuto ci manda un forte messaggio: se continueremo a seguire le regole, non potremo mai sconfiggerlo.

Le missioni in questo episodio (due in totale) sono intense e l'atmosfera è incredibile. Dover affrontare due fazioni diametralmente opposte allo stesso tempo ha presentato una sfida non da poco. I Purificatori si discostano parecchio dagli organizzatissimi Black Tusk, con truppe armate di scudo tattico e armi da corpo a corpo, affiancate immancabilmente da nemici con lanciafiamme e bombe incendiarie.

Ma queste due missioni non sono l'unica aggiunta dell'episodio. Una nuova classe, Firewall, ci permette di creare il nostro Purificatore personale. L'arma distintiva di questa classe è appunto il lanciafiamme, il che la rende una specializzazione da combattimento ravvicinato.

I vari talenti non a caso vanno a potenziare lo scudo tattico, rendendola il tank che un po' tutti aspettavamo. E per quello che abbiamo potuto provare, è molto divertente da giocare e richiede un approccio totalmente diverso dal solito!

Infine, potremo cimentarci anche in due missioni classificate aggiuntive, ambientate rispettivamente in una prigione controllata dai True Sons, e in un night club usato dalle Iene per la creazione della loro droga preferita.

In conclusione, siamo di fronte a un DLC solido ma interlocutorio. Avremmo senz'altro preferito vedere un po' più della Grande Mela, ma come abbiamo appena spiegato nella nostra anteprima, per farlo dovremo attendere Warlords of New York.

7 / 10