Il CEO di Epic Games: videogiochi e politica devono rimanere separati

Al DICE Summit 2020 a Las Vegas, il fondatore e CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha parlato in modo molto schietto dell'attuale stato del business dei videogiochi e di quello che l'industria dei videogiochi deve fare per vedere una crescita reale nel prossimo decennio.

Molti dei punti di Sweeney ruotavano attorno alla libertà dei giocatori, nonché alla libertà dei publisher e degli sviluppatori di scegliere su quali dispositivi portare e vendere giochi, con il suo keynote che alla fine si è concentrato su argomenti come i "diritti dei giocatori" e la "separazione" delle società di giochi dalla politica.

È stato un discorso raro e schietto da parte di una delle persone più influenti nell'industria dei giochi.

"Il gioco sta diventando un'attività sociale di prima classe", ha affermato Sweeney. "... Il gioco sarà tanto una piattaforma di comunicazione quanto un'esperienza di intrattenimento."

Ha aggiunto: "Che ci piaccia o no, dobbiamo accettare il gioco come piattaforma per un discorso mondiale".

Soffermandosi sul "discorso politico", Sweeney ha commentato il ruolo delle compagnie nell'attuale situazione politica degli Stati Uniti, arrivando alla conclusione che "noi come aziende dobbiamo separarci dalla politica", in particolare quando si tratta del discorso della creazione di contenuti.

"Dobbiamo creare una separazione molto chiara tra chiesa e stato", ha aggiunto, dicendo che "non c'è motivo di trascinare argomenti di divisione ... nei giochi. Dobbiamo rispettare i diritti e le libertà dei giocatori", ha concluso Sweeney.

Sweeney ha ulteriormente approfondito i punti del suo keynote su Twitter, dicendo: "se un gioco affronta temi politici, questo dovrebbe venire dal cuore dei creativi e non dai dipartimenti di marketing che cercano di capitalizzare sulla divisione".

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Fonte: Gamasutra.