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Langrisser I & II - recensione

Gli eroi muoiono, ma la leggenda vive in eterno.

Langrisser è un nome che potrebbe risultare poco familiare ai più giovani e meno appassionati di GDR strategici. Il motivo è presto detto: il primo gioco della serie, classe '91, fu pubblicato in Nord America cambiandone il titolo in Warsong, e in linea di massima la serie non è mai stata particolarmente rinomata al di fuori del Giappone se si esclude l'immancabile zoccolo duro di giocatori, poiché messa in ombra da titoli dello stesso genere ma molto più blasonati, come la saga Fire Emblem.

L'arrivo nel 2020 di un remake di Langrisser I & II è stato probabilmente incentivato dal buon successo che l'ip ha riscosso in tutto il mondo nella sua declinazione per smartphone, ovvero Langrisser Mobile di Zilong Game Limited, in grado di riproporre scenari iconici della saga e new entry, il tutto con uno stile grafico anime colorato e accattivante.

Ovviamente, in quanto free-to-play, Langrisser Mobile prevede microtransazioni e un sistema gatcha per l'ottenimento degli ufficiali, oltre a eventi stagionali e collaborazioni che allontanano il gioco dal filone principale e canonico del brand, e per queste e molte altre ragioni non sarebbe mai potuto essere considerato dai fan più affezionati come un'alternativa valida ai titoli originali.

Cover image for YouTube videoLangrisser I & II - Comparison Trailer | PS4

È incredibile come Langrisser I & II, pubblicati rispettivamente nel 1991 e nel 1994 per Sega Mega Drive, abbiano ancora oggi qualcosa da dire. La narrazione coniuga i tradizionali scambi shonen manga/anime a segmenti più vicini all'epica occidentale, il tutto in un contesto fantasy medioevale estremamente classico; i personaggi non stupiscono mai per particolare originalità, ma gli eventi che li riguardano accompagnano bene le fasi di gameplay, vera essenza dell'esperienza dei titoli.

Le missioni di Langrisser I & II presentano di volta in volta diverse condizioni di vittoria e sconfitta da tenere bene a mente, visto che non sempre caricare a testa bassa i nemici risulterà la cosa giusta da fare.

I campi di battaglia sono suddivisi nella classica scacchiera, su cui si disporranno truppe alleate e avversari; il tipo di terreno, inoltre, modificherà alcuni valori degli attacchi sferrati, come ad esempio la precisione.

Ciascun ufficiale possiede un livello, statistiche, abilità e magie; i primi due aumenteranno con l'ottenimento di esperienza (sconfiggendo nemici o eseguendo determinate azioni) ed utilizzando un equipaggiamento sempre aggiornato. Le seconde, invece, sono legate alla classe di appartenenza del personaggio, che potrà sbloccarne di più avanzate ottenendo CP a ogni level up o rispettando alcune speciali condizioni di vittoria.

La dea Lushiris, nel suo design originale di Satoshi Urushihara e nella sua nuova interpretazione, apparentemente successiva a un importante intervento di mastoplastica additiva.

La classe potrà essere modificata a piacimento una volta sbloccata, ed essa determinerà anche il tipo di truppe assoldabili dall'ufficiale: inutile dire che a classi più avanzate si associano soldati più competenti, ma anche dall'ingaggio più oneroso. Fortunatamente, la nuova versione di Langrisser I & II offre la possibilità di attivare l'Easy Start, che farà partire la campagna con numerose risorse extra già a disposizione, tra cui denaro e CP.

Ogni pedina in campo ha il proprio spazio d'azione nel corso del turno del giocatore, durante il quale potrà decidere come muoversi, attaccare e difendersi. Truppe diverse hanno capacità di spostamento, vantaggi e svantaggi diversi, e spetta al giocatore decidere quali assoldare e come posizionarle, in base ai nemici presenti a schermo...

Posto che, ovviamente, agguati e imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Non a caso, è disponibile un quick save durante ogni turno, proprio per scongiurare ingloriose e sgradite sconfitte. Per questo motivo, pur trattandosi di una tipologia di gioco ben diversa dal trial and error, la conoscenza del campo di battaglia e dei nemici che si andranno ad affrontare può fare davvero la differenza.

Infine, per gli amanti del farming, è possibile ripetere ogni scontro una volta completato, per accumulare esperienza e rendere i propri ufficiali più potenti; il ruolo di questi ultimi è infatti fondamentale, visto che, oltre a essere nettamente più forti delle truppe base, la loro sconfitta porterebbe alla scomparsa di ogni soldato da solo assoldato dal campo di battaglia.

Gli scontri fra truppe e ufficiali si rifanno al design chibi/deformed già visto nella versione mobile del franchise, senza però raggiungere lo stesso livello di cura nella realizzazione.

Escludendo l'Easy Start, il remake di Langrisser I & II non porta novità o migliorie al combat system, fatta eccezione per il restyle grafico che rende i menu leggermente più "puliti" alla lettura.

Il grosso del lavoro di Chara-Ani è stato infatti nel ricreare da zero l'aspetto di mappe e personaggi. È ancora possibile selezionare i design e il background musicale originali, e purtroppo non possiamo che aggiungere "per fortuna": le scelte estetiche portate avanti dallo studio infatti stupiscono, e in negativo.

I nuovi sprite dei personaggi sono del tutto diversi dall'iconico, leggendario tratto di Satoshi Urushihara, ma questo è solo il minore dei mali: anche paragonandoli agli sprite e ai background presenti in Langrisser Mobile, il paragone li vede comunque uscire perdenti, sia in dettagli che nel lavoro di colore, ombreggiatura e, semplicemente, carattere.

Stesso dicasi per le animazioni degli scontri fra le truppe alleate e avversarie, animate in maniera assai semplicistica e anche in questo caso inferiori al livello di dettaglio della controparte per smartphone. La mancanza d'attenzione per il comparto estetico è disarmante, visto come questo fosse concretamente l'unico vero aspetto dei giochi che andava modernizzato per attirare nuovo pubblico e/o giocatori del titolo per cellulare, magari incuriositi da una riedizione dei titoli originali.

Langrisser Mobile, pur essendo free-to-play, ha un'impatto visivo decisamente superiore rispetto al nuovo stile adottato in questo remake.

Il doppiaggio di buon livello non riesce a far perdonare quello che, di fatto, è una riproposizione estremamente pigra di due grandi classici, incapace di accontentare appieno i fan di vecchia data (i quali però possono almeno consolarsi con le versioni HD degli sprite originali) e men che meno le nuove leve provenienti da Langrisser Mobile, abituate a un livello produttivo di gran lunga superiore... Il tutto, accompagnato da un prezzo di listino sicuramente non trascurabile, ben 49,99 Euro sia per Nintendo Switch, che per PlayStation 4.

A distanza di decenni, Langrisser I & II rimangono pietre miliari del genere videoludico di cui fanno parte, ed è meraviglioso poter finalmente rivivere queste esperienza ad alta risoluzione, su macchine da gioco moderne e senza bisogno di emulazione.

Purtroppo, il lavoro di restyle dei titoli è stato fatto a dir poco pigramente e questo mina il giudizio finale sul bundle, che per fidelizzazione del suo pubblico (e costo) avrebbe meritato decisamente più amore.

7 / 10

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Lara Arlotta

Contributor

Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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