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The Last of Us Part II e il crunch eccessivo: per un ex sviluppatore AAA "boicottare danneggia gli sviluppatori e non la leadership"

Lodevole iniziativa...ma fondamentalmente inutile.

Naughty Dog è attualmente nel mezzo di un polverone mediatico a causa del recente articolo di Kotaku, nel quale viene denunciato l'uso estensivo di crunch per portare a compimento The Last of Us parte 2, tale da spingere alcuni sviluppatori ad abbandonare la compagnia, se non addirittura a subire dei ricoveri ospedialieri.

Il crunch presso Naughty Dog è un argomento di conversazione molto comune nell'industria ed è noto fin dai tempi di Uncharted: in seguito all'articolo di Kotaku sono stati in molti ad offrire la propria testimonianza sull'argomento. Proprio in virtù di tutte queste informazioni, su Resetera è partita una campagna di boicottaggio per "punire" Naughty Dog: gli aderenti all'iniziativa, molto semplicemente non acquisteranno il nuovo capitolo di The Last of Us.

Sebbene le intenzioni siano chiare, per qualcuno il rifiutarsi di acquistare un prodotto danneggerebbe soltanto gli sviluppatori e non i capi, i veri responsabili del crunch. Questo punto di vista è stato offerto da un ex-sviluppatore tripla A, il quale ha raccontato, in una lunga discussione:

"La maggior parte degli studi, specialmente AAA, fanno crunch. In effetti, tra i quattro diversi publisher per cui ho lavorato, ognuno si aspettava che TUTTI gli studi sotto di loro si affrettassero a raggiungere traguardi e scadenze. E gli studi ti obbligano perché non vogliono perdere incentivi, bonus, finanziamenti o personale di supporto. L'elenco degli studi che non fanno crunch e dei titoli mai sviluppati sotto crunch è incredibilmente piccolo, se si guardano i prodotti AAA. Quindi, se prevedi di boicottare i prodotti realizzati in ambienti di lavoro tossici, si tratterà della stragrande maggioranza dei giochi sviluppati. È così che va l'industria e il boicottaggio non lo risolverà.".

"Ho visto innumerevoli giocatori (e giornalisti) affermare di voler combattere le pratiche business del settore - lootbox, microtransazioni, crunch - boicottando i prodotti o con recensioni scadenti. E, in qualche modo, ciò dovrebbe mostrare a coloro che hanno il controllo di questi prodotti (i publisher) che i loro metodi sono sbagliati. Ma non funziona così. I tizi al vertice della maggior parte di queste compagnie sono... fottutamente pazze. Probabilmente c'è una parola migliore per descrivere il loro comportamento, ma non la conosco. Non c'è mai autocritica quando c'è qualcosa di sbagliato con il gioco. Le recensioni negative non inducono i responsabili e gli editori a pensare 'Oh, accidenti, forse è stata colpa di quella cazzata di monetizzazione con cui abbiamo riempito il gioco!'. Quello che succede è che vengono date le colpe solo al team di sviluppo. Non hai sviluppato correttamente le nostre idee, non hai lavorato abbastanza duramente su queste feature, non hai fatto abbastanza crunch. I bonus vengono trattenuti, gli sviluppatori vengono licenziati e i vantaggi per lo studio vengono ridotti.".

Secondo lo sviluppatore anonimo, il suo consiglio è quello di comprare quel che si vuole e di non boicottare nulla, poichè gli unici danni che si possono creare, andranno sempre a ripercuotersi sugli sviluppatori, mentre la leadership continuerà ad andare avanti per la sua strada.

Un bel dilemma, non c'è che dire: rifiutarsi di acquistare un prodotto per lanciare un messaggio, con il rischio di danneggiare i lavoratori senza colpe, oppure acquistarlo e "lasciar scorrere" tutto come se nulla fosse?

Inutile dire che, boicottaggio o no, The Last of Us Parte 2 sarà sicuramente un successo, grazie alle potenti armi marketing di Sony, ma la questione crunch di Naughty Dog merita comunque attenzione e considerazione. Secondo voi la situazione migliorerà con il prossimo titolo, oppure è una mentalità che non abbandonerà ND e l'industria videoludica tanto facilmente?

Fonte: Resetera