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Alla scoperta di Greenfield, la metropoli in scala 1:1 costruita su Minecraft in 9 anni - articolo

Il creatore del progetto ci accompagna per le strade della città virtuale.

9 anni di lavoro, 400 persone coinvolte, 20 milioni di cubetti. Sono queste le fondamenta su cui poggia Greenfield, uno fra i progetti più incredibili tra quelli partoriti dal magico universo di Minecraft. Una metropoli virtuale che si estende per chilometri, dalla cubettosa "downtown" fino al porto mercantile, snodandosi lungo i raccordi autostradali per poi stringersi nelle vie dello shopping.

Ma dieci anni fa, prima dell'acquisizione dell'IP da parte di Microsoft e addirittura prima che il titolo fosse rilasciato in via ufficiale, la città di Greenfield non era altro che una vuota distesa verde. È stato Oskar Sutton, in arte THEJESTR, a poggiare la prima pietra, anzi, il primo cubetto, ancora inconsapevole delle dimensioni che la sua creatura avrebbe raggiunto nel corso del tempo.

"Ero deluso dalla qualità delle città che all'epoca nascevano su Minecraft, ed ero convinto di poter fare meglio. Ho iniziato da solo, ma ben presto mi sono reso conto della mole di lavoro necessaria, pertanto ho cercato aiuto su PlanetMinecraft. Altri hanno iniziato a unirsi, e da quel momento la popolarità ha iniziato a crescere a dismisura!".

Signore e signori, ecco a voi Greenfield.Guarda su YouTube

Trovandosi di fronte ai responsabili di un'impresa totalizzante come la costruzione di Greenfield, viene naturale fermarsi a riflettere sulla portata del fenomeno Minecraft. Cosa spinge centinaia di persone a dedicare massicce porzioni del proprio tempo libero alla creazione di una megalopoli virtuale? Si tratta di un progetto "sano"? Proprio per questo motivo, una volta contattato THEJESTR, c'era una domanda piuttosto chiara impressa nella nostra mente, ovvero: cosa significa Minecraft per tutti voi?

E la risposta di Sutton non avrebbe potuto essere più esplicativa: "Per noi, Minecraft è una forma di escapismo. È un modo per allontanare momentaneamente la mente da cose come lo studio, il lavoro e le altre responsabilità. Ci permette di costruire, costruire e costruire ancora, tenendo semplicemente la mente occupata".

E costruire è proprio quello che i ragazzi dietro Greenfield hanno incessantemente continuato a fare nel corso dell'ultima decade. Ma il progetto avrà mai una fine? "Abbiamo un obiettivo in mente, ma richiede sempre più tempo a causa della necessità di costanti limature alle sezioni più datate, anche se ultimamente il ritmo di costruzione è molto cresciuto. Credo che un giorno il progetto si potrà dichiarare completato, ma non mi stupirei a dover andare avanti per molti altri anni, fintanto che Minecraft rimarrà un titolo rilevante".

Una veduta notturna di Greenfield

Non siamo riusciti a scrollarci di dosso l'idea che, un giorno, la città di Greenfield potrebbe essere inondata da abitanti reali, aspiranti role-players volenterosi di barcamenarsi fra casa e lavoro nei confini dell'universo a cubetti. Ma secondo Sutton: "Quello che i nostri costruttori hanno realizzato è incredibile, e siamo molto orgogliosi di loro. Ci arrivano tonnellate di richieste da persone che vorrebbero Greenfield come server role.play, ma realizzare qualcosa del genere sarebbe molto difficile in tempi ragionevoli. Tuttavia, è possibile che sia qualcun altro a farlo".

Anche se probabilmente non prenderà mai vita, la città di Greenfield resta una fra le opere virtuali più impressionanti fra quelle emerse negli ultimi anni. "Nell'update di giugno vedrete un nuovo network di strade statali, nuovi quartieri, tante industrie, uno stadio e altre piccole cose come Minekea, praticamente la nostra versione di Ikea in salsa Minecraft", ci ha raccontato il fondatore, aggiungendo che: "la cosa più impressionante è l'enorme numero di edifici unici, ciascuno dotato di interni distintivi; si tratta di un grande traguardo, specialmente per il fatto che siamo riusciti a mantenere il focus sul progetto e coordinare tutti i costruttori".

Gran parte del lavoro, infatti, ricade nelle mani delle centinaia di volontari che nel corso degli anni si sono fatti avanti per partecipare alla nascita della metropoli. "Quasi tutti gli edifici sono progettati direttamente dai costruttori, e noi ci limitiamo a fare controllo qualità. Non vogliamo, che so, una fattoria nel mezzo di un'area suburbana; per quanto riguarda il planning su larga scala, semplicemente lo staff si riunisce e discute il da farsi".

Non poteva mancare, ovviamente, una zona industriale estremamente dettagliata.

Si potrebbe pensare che uno sviluppo urbanistico tanto ragionato sia il frutto dell'apporto di ingegneri, architetti e quant'altro. Ma la realtà è che "la maggior parte dei costruttori frequentano ancora le scuole superiori, pur avendo una forte passione per questi campi: molti di loro, infatti, hanno deciso di intraprendere studi in architettura e hanno un background personale legato al design e alla costruzione di edifici. Per quanto riguarda lo staff, arriveranno presto due architetti per assicurarsi che la produzione rispetti gli standard del settore".

Nel corso degli ultimi 9 anni il progetto è stato revisionato più volte, a tratti ridisegnato, per poi crescere a dismisura e raggiungere le dimensioni attuali. Quella che era una 'semplice' città fittizia ha iniziato ad avvicinarsi alla planimetria di Los Angeles, una fra le metropoli più vaste del pianeta. "Negli ultimi tempi la precisione nel lavoro ha subito un'impennata, abbiamo iniziato a bilanciare ciò che ci sembrava bello con l'estetica di LA. L'idea di avvicinarsi, con le dovute libertà, a una città esistente rende il lavoro nel suo insieme decisamente più accurato e realistico".

Insomma, con il tempo Greenfield ha iniziato a trasformarsi in una versione riveduta e corretta del centro californiano, preso a modello e poi plasmato secondo le esigenze dei ragazzi. "È molto più efficiente sfruttare idee originali e andare a occhio piuttosto che tentare di replicare le cose al millimetro. Del resto la nostra risorsa principale sarebbe Google Street View, che ha pur sempre dei limiti, pertanto riteniamo sia meglio puntare sulla creatività, permettendo ai costruttori di realizzare qualcosa che li ispiri".

Si possono persino trovare le infrastrutture dei trasporti.

In 9 anni, tuttavia, può succedere di tutto. "Avete presente il detto che l'ultimo 5% del lavoro prende il 20% del tempo? Ecco, nel nostro caso è verissimo". Coordinare così tanti costruttori è indubbiamente difficile, e "il controllo qualità richiede di verificare illuminazione, interni, estetica e quant'altro, è la parte più odiata dai collaboratori". D'altro canto: "Il team è eccezionale, c'è una vera fiducia: una volta un admin ha cancellato per errore gli alberi che coprivano il 70% della città senza alcun backup, e siamo riusciti a ripristinare il tutto in poche ore".

Alla fine, non servono tante parole. Per vedere il frutto del lavoro del team dietro Greenfield basta fare un giro per le strade della metropoli, entrare in qualche edificio per poi assistere a un tramonto riflesso sui palazzi di downtown. È in momenti come questi che ci si rende conto delle potenzialità del titolo di Microsoft. Ma che ne sarà di Minecraft in futuro? "Penso sia un progetto in costante evoluzione. Se me lo aveste chiesto tre anni fa, probabilmente avrei risposto che sarebbe scomparso. Invece siamo nel pieno della seconda ondata di popolarità, e sono certo che il trend continuerà nei prossimi anni".

Greenfield è ormai arrivata alla versione 0 5 3, che se tutto dovesse andare secondo i piani sarà pubblicata il 31 maggio. Dal 26 al 30 si terrà il consueto evento open server, che consentirà a tutti gli utenti di passeggiare per le strade a cubetti della città. Se anche voi voleste scoprirne gli angoli più remoti, basta tenere d'occhio la pagina di PlanetMinecraft dedicata a Greenfield!

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Lorenzo Mancosu

Editor-in-Chief

Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.
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