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Le 20 migliori ambientazioni dei videogiochi - articolo

Universi e setting capaci di bucare lo schermo e catturare l'immaginazione.

Che cos'è l'ambientazione in un videogioco? Per analizzarla, è possibile limitarsi a prendere in considerazione la semplice realizzazione estetica? Secondo noi, la qualità di un setting o di un universo artificiale può dipendere da innumerevoli fattori. Certo, c'è il puro e semplice concetto di immersività che è quasi inscindibile dal comparto visivo, ma è un traguardo che viene inseguito soprattutto attraverso le routine degli NPC, l'integrazione di un meteo e di cicli dinamici o ancora l'impatto della fisica sulle meccaniche di gioco.

Altri mondi, d'altra parte, spiccano per l'accortezza nel level design, mentre altri ancora trovano la propria ragion d'essere nella storia o nelle briciole di "lore" sepolte al di sotto degli strati superficiali. Tutti questi elementi contribuiscono a comporre il mosaico dell'universo all'interno del videogioco. Oggi vogliamo proporvi una classifica di quelli che, secondo il nostro parere, sono i migliori mondi mai fioriti nei confini del medium. Sarà un viaggio piuttosto lungo, quindi stop alle chiacchiere e via con la classifica!

Cover image for YouTube videoTop 20: Ambientazioni dei Videogiochi

Ovviamente non si tratta di un'analisi oggettiva - non sarebbe possibile procedere in tal senso - ma di una selezione di mondi che, secondo noi, hanno ispirato e senz'altro continueranno ad ispirare la fantasia degli appassionati e l'ingegno di tantissimi aspiranti autori.

20. Forbidden Lands - Shadow of the Colossus

Le opere di Fumito Ueda adottano un approccio al setting e al background narrativo che si potrebbe definire quantomeno passivo, per non dire del tutto assente: niente informazioni, niente manoscritti, niente dialoghi. Eppure, quei mondi silenziosi riescono a comunicare tantissimo, o meglio, a muovere con estrema facilità le emozioni dei giocatori.

È quello che è successo nella cornice delle Forbidden Lands protagoniste di Shadow of the Colossus, le rovine di un regno disabitato che, non fosse stato per il cavallo Agro e qualche lucertola, avrebbero lasciato il protagonista Wander costantemente solo con sé stesso. Solo e con la consapevolezza di star lentamente abbattendo le ultime forme di vita residue nelle terre proibite, i terribili quanto affascinanti colossi, preparando il terreno per un cammino tanto affascinante quanto tormentato dal dubbio.

19. La galassia - Halo

La prima volta che nel vetusto Halo: Combat Evolved ci si faceva largo sulla superficie di un pianeta ignoto ammirando l'immenso anello nel cielo, non si poteva far altro che rimanere a bocca aperta. Bungie comprese presto la forza della sua saga, e cominciò a spingere sull'acceleratore mettendo in scena battaglie aeree a pochi chilometri dall'elmo del protagonista, gettando l'Arca negli immensi skybox della Terra e inondando le sue arene con i mastodontici carri Scarab.

Halo è un continuo gioco di proporzioni che mette lo Spartan 117 di fronte ad avversari giganteschi, gettandolo nei cunicoli di strutture millenarie per poi farlo riemergere sotto cieli di fuoco. Certo, la costante minaccia dei Covenant, dei Flood e dei Precursori non guasta, ma il segreto risiede nella pura e semplice bellezza della galassia, solo in seguito ammantata di una storia affascinante. Anche nei suoi giorni più bui, l'avventura del Master Chief continua a brillare grazie agli splendidi dipinti firmati 343 Industries.

18. Gaia - Compilation di Final Fantasy VII

Le opere di Square-Enix hanno un piccolo difetto trasversale: è sempre troppo semplice tracciare una linea netta fra il bianco e il nero. La fiabesca divisione fra bene e male che caratterizza l'intera saga di Final Fantasy, tuttavia, ha temporaneamente abbandonato il suo trono durante l'epopea di Cloud Strife e compagni. Quello di Gaia, probabilmente, è il mondo più amato e studiato fra quelli partoriti dalla serie, poggiando il peso dell'intreccio su fondamenta narrative che risultano eternamente attuali: il problema ambientale, il terrorismo, la ricerca di un'identità e l'elaborazione del lutto. Ma gran parte del successo si fonda sul pianeta che ospita Midgar, un mondo che ha soggiogato l'essenza della vita in favore del progresso economico e scientifico.

Ogni sfumatura della trama punta i riflettori su una nuova riflessione sociale: dalla povertà imperante nei bassifondi della metropoli fino alle bidonville nei pressi dello sfarzo del Gold Saucer, dall'ambizione di un bambino in tempo di guerra fino alla "follia" di coloro che tentano di salvare il pianeta. Tutto questo accade in mezzo alle Materia, al Lifestream, agli Antichi e alle terribili Weapon, nel cuore di un universo ansioso di farsi scoprire ed esplorare.

17. Il Sistema Solare - Destiny

C'è qualcosa di inspiegabile nel Sistema Solare di Destiny. Un incantesimo, anzi, una formula alchemica che riesce ad intrecciare senza sforzo sfumature sci-fi, ispirazioni fantasy, bocconi horror e un pizzico di retrofuturismo. Magia spaziale: è così che i Guardiani hanno iniziato a definire la manipolazione degli elementi protagonista delle battaglie combattute a colpi di revolver, fasci di energia e spade fantascientifiche. Una guerra infinita all'ombra del Viaggiatore, misteriosa entità sovrannaturale costantemente assediata dalle forze oscure dell'universo.

Ma oltre il velo degli splendidi skybox di Bungie e oltre gli artefatti leggendari come il Gjallarhorn, si nasconde qualcosa di ancor più affascinante. Dalla riesumazione di antichi templi sepolti sotto la superficie lunare fino alla scoperta della prigione di Riven in seno alla mistica Città Sognante, Destiny ha regalato una forma intergalattica a tutto ciò che Tolkien ci ha insegnato ad amare nella sua Terra di Mezzo. Mentre vere divinità collidono fra gli astri, testamenti di un'epoca lontana svelano i segreti dell'universo, dissotterrando le verità nascoste che hanno portato alla misteriosa Età dell'Oro e alla terribile Caduta che ne è seguita.

16. Nidosacro - Hollow Knight

Giù per il buco, sotto la città di Pulveria, riposano le rovine di Nidosacro, un tempo un fiorente mondo abitato da insetti di tutte le specie, ora ridotto a un mero ricordo di civiltà irrimediabilmente contaminato. Il Team Cherry ha fissato due o tre punti fermi nel tessuto dell'intreccio, celando accuratamente tutte le altre informazioni negli anfratti più nascosti dell'immenso mondo di gioco, quasi a voler ricordare la struttura di Dark Souls. Inutile dire che è pienamente riuscito nell'intento, ribaltando gran parte degli stereotipi legati al mercato indipendente.

La mappa chilometrica rispetta i dettami dello stile metroidvania, ma scherza con le proporzioni e introduce un concetto di esplorazione che supera di gran lunga quello offerto dai maggiori esponenti del genere open-world. Nidosacro vive della sua arte, dei suoi abitanti, dei suoi segreti e dei suoi custodi, tutti elementi di una scenografia che è più di una semplice coprotagonista.

15. La Zona Contaminata della Capitale - Fallout 3

Quello della post-apocalisse è un setting soggetto a un elevato tasso d'inflazione nel sottobosco dei videogiochi. Ma Fallout ha dalla sua parte la Nuka Cola. Non c'è niente di ciò che è emerso dall'immaginario di Obsidian che non si sia tradotto perfettamente nei dintorni della Washington DC secondo Bethesda. La Zona Contaminata della Capitale potrebbe sembrare un territorio spoglio, forse anche dozzinale, ma è la sua colorita atmosfera a fare la differenza.

L'ingrediente segreto dietro l'universo di Fallout risiede nella storia che precede l'annientamento nucleare, quell'utopia americana fatta di robot da casa, pubblicità anni '50, post-capitalismo e tanto black humor. Il passato diventa il presupposto per mettere in scena un futuro tragicomico, un mondo in cui le tribolazioni dell'anteguerra riemergono in mezzo a scheletri marciti. La Zona Contaminata poteva fregiarsi di ospitare la nuova "presidenza" degli Stati Uniti, la Torre Tenpenny, l'indimenticabile città di Megaton e decine di ambientazioni iconiche, ciascuna piena zeppa di easter-eggs e riferimenti alla cultura pop. Il momento dell'apertura delle porte del Vault 101, ne siamo certi, sarà per sempre impresso a fuoco nei ricordi degli appassionati.

14. Rapture - Bioshock

"Non era impossibile costruire una città sotto il mare. Era impossibile costruire Rapture in qualsiasi altro luogo". C'è sempre un faro, da qualche parte in mezzo all'oceano. Non importa che lo si raggiunga in barca o annaspando fra le onde in seguito a un terribile incidente aereo. Non importa di quale pagina nel grande libro dell'universo si faccia parte. Ma il primo approdo nel cuore dell'art decò che caratterizza la metropoli sottomarina del capostipite della serie ha pochi eguali nei confini dell'industria. Una fra le introduzioni più memorabili mai viste alzava il sipario sul risultato del tonfo post-capitalistico, una città disastrata perché caduta preda del suo sfrenato liberismo.

Nonostante l'intreccio maestoso, il ruolo da protagonista assoluto rimaneva saldamente nelle mani di Rapture, fra cunicoli allagati e macerie sfarzose pronte a introdurre Big Daddy e sorelline. L'immaginario di Bioshock andava oltre la splendida estetica di Rapture per poi riversarsi in quei personaggi e quegli avversari che trasformavano l'avventura in un vero e proprio trip allucinogeno. Un trip che ha inevitabilmente cambiato la storia degli FPS.

13. La Stazione Spaziale Transtar Talos I - Prey

Al giorno d'oggi, sottolineare la maestria di level design riversata da Arkane Studios all'interno delle sue opere è un po' come constatare l'esistenza della gravità: in fondo sappiamo tutti che la mela cadrà per terra. Il fatto che la complessità di una singola missione di Dishonored superi l'attenzione dedicata a interi titoli, nel 2020 non è certo una sorpresa.

Ma con la stazione spaziale Talos I, gli architetti dello studio hanno superato ogni aspettativa. E il motivo ha poco a che vedere con la dovizia di particolari che regola le interazioni con il mondo di gioco, così come con lo straordinario impatto e la totale libertà che caratterizzano le azioni del giocatore. Fin dal suono della sveglia che inaugura l'avventura, infatti, è evidente di trovarsi di fronte a un setting che si sta prendendo gioco della persona che impugna il controller.

Talos I ti fa vedere ciò che vuole, ti fa capire ciò che vuole, ti tenta, ti inganna e ti guida senza che tu possa rendertene conto. Pur riservandoti un grado di libertà fuori dal comune ti mantiene saldamente al guinzaglio, lasciando quel tanto di spazio che serve per regalare l'illusione del controllo. Più volte, nei meandri della stazione, si ha la sensazione di aver fregato il gioco. Ma la verità è che il mondo di Prey ti ha già fregato nel momento in cui hai premuto start.

12. La Via Lattea - Mass Effect

Alcuni mondi sci-fi puntano tutto sul fascino magnetico dell'esplorazione spaziale, dipingendo skybox fenomenali e andando all-in sull'architettura intergalattica. Altri, invece, si rifanno all'ispirazione di Star Trek, caratterizzando minuziosamente l'universo narrativo e puntando forte sul dettaglio nel design, dando vita ad astronavi iconiche e dozzine di specie xenobiologjche.

Mass Effect fa parte della seconda categoria. Fuori dalla bolla del comandante Shepard, che già di per sé rappresenta un incredibile centro di gravità, orbitano centinaia di testimonianze legate a civiltà scomparse e conflitti del passato, oltre che tonnellate di avvenimenti storici alla base del costrutto iper-realistico. A tutti piace la Normandy, e chi non si è emozionato di fronte alla missione suicida? Si tratta di elementi cult che acquistano enorme valore quando illuminati dai secoli di storia che hanno portato l'umanità fino alla Cittadella. Insomma, se da qualche parte nell'universo esiste un organo che lega diverse civiltà aliene, è possibile che sia del tutto simile al disegno di Mass Effect.

11. Silent Hill - Silent Hill

Non è un caso che Silent Hill sia una ridente cittadina del Maine. Si tratta di uno stato americano celebre per aver ospitato decine degli scritti horror più inquietanti della letteratura, la maggior parte dei quali sono scaturiti dalla penna di Stephen King, prima di diventare la sede di uno fra gli horror psicologici più blasonati dell'industria dei videogiochi.

Il piccolo centro turistico che sorge sulle sponde del Lago Toluca rappresenta la classica cittadina della provincia americana, se non fosse per il terribile potere paranormale pronto a sprigionarsi a seconda del visitatore. Silent Hill, infatti, elabora il mondo interiore degli sciagurati viandanti per poi proiettarlo sull'aspetto della città, manifestando subconscio, paure e incubi per le strade solitamente accoglienti. Guidati dalla colpa, i protagonisti dei vari capitoli di Silent Hill devono vedersela con un luogo che supera il ruolo di semplice scenografia per diventare un antagonista a tutti gli effetti, aprendo i cancelli dell'inferno sull'inquietante Mondo Nebbioso e sul terribile Altro Mondo.

10. Yharnam - Bloodborne

Molti, a ragione, reputano inarrivabile l'alchimia a base di coerenza e interconnessione che fa da sfondo alla bolla di Lordran, ma l'universo di Yharnam è una creatura ugualmente affascinante; magari non tanto per il design dei percorsi o per la gestione dello spazio che la caratterizzano, quanto più per l'anima originale che ne delinea il racconto.

Perché Yharnam non è solo una città, ma è un'esperienza a trecentosessanta gradi. Vi ricordate quando, per la prima volta, siete usciti dalla clinica di Iosefka? In quel momento eravate convinti di dover cacciare belve sullo sfondo di una piagata metropoli vittoriana. Ecco, pensate invece alle fasi finali dell'avventura, alle consapevolezze accumulate in seguito al tramonto, al modo in cui vi si sono lentamente "aperti gli occhi" sulle verità del cosmo.

Blooborne salta con nonchalance dalla religione alla scienza, dalla Chiesa a Byrgenwerth, dalle belve ai Grandi Esseri. Ci porta oltre le Montagne della Follia di Lovercraft, ma lo fa con naturalezza, senza che ce ne rendiamo conto, quasi volesse schernirci come spesso e volentieri fanno i suoi NPC. Yharnam è certamente un monumento alla filosofia creativa di Miyazaki, ma potrebbe tranquillamente essere rimpiazzata da una Ashina o un regno di Boletaria qualsiasi.

9. L'universo Pokémon - Pokémon

Quando il Professor Oak è comparso per la prima volta sugli schermi di milioni Game Boy in formato mattone grigio, qualcosa è cambiato per sempre. Lo scienziato, attraverso un numero esiguo di linee di testo, ha raccontato al giocatore le poche e semplicissime regole che caratterizzano il meraviglioso Giappone utopistico alla base dell'universo Pokémon.

Parafrasando Giorgio Vanni, non bisognava far altro che girovagare per il mondo, lanciare la Poké Ball e catturare così ogni Pokémon esistente. Ormai sono passati decenni, ma vi chiediamo di provare a tornare con la mente alla prima volta in cui avete inserito la cartuccia di Blu o Rosso nella vostra console. Quando ancora non sapevate cosa si celasse aldilà della foresta, quale città vi avrebbe accolto una volta riemersi dalla caverna, quale specie di Pokémon sarebbe apparsa nell'erba alta.

Oggi siamo abituati a dar per scontate le meccaniche e i contenuti dei titoli Game Freak, ed è innegabile che la compagnia si sia seduta sul proprio successo. L'universo di Pokémon, d'altro canto, resta un'isola calda e accogliente pronta a stringere nel suo abbraccio milioni di giovani e adulti, sorprendendoli con una nuova creatura leggendaria nascosta in fondo a un misterioso dungeon.

8. Dalla preistoria alla fine del mondo - Chrono Trigger

Chrono Trigger di Squaresoft è andato ben oltre alla semplice audacia: la sua sola esistenza ha contribuito a pavimentare la strada per il futuro di alcune fra le saghe JRPG più amate di tutti i tempi. Ciò non si deve solamente all'introduzione di un combat system rivoluzionario, del primo sistema a finali multipli realmente impattante e delle numerose side-quests volte a caratterizzare ciascun personaggio del cast, bensì ad una presentazione del mondo di gioco che non ha mai più trovato riscontri nel successivo trentennio videoludico.

In Chrono Tringger, infatti, l'ambientazione è sempre e solo una: un pianeta simile alla Terra lentamente divorato dal potentissimo parassita alieno Lavos. Attraverso la macchina del tempo Epoch, i protagonisti finiscono per esplorare la superficie planetaria nel corso di sette diverse ere, passando per la preistoria, il medioevo, la misteriosa età oscura, l'apocalisse e addirittura l'universo post-apocalittico. Risolvendo il rebus spazio-temporale legato al destino di Lavos, il giocatore ha l'opportunità di raggiungere i titoli di coda in tredici modi del tutto diversi.

7. Skyrim - The Elder Scrolls V: Skyrim

Per un attimo abbiamo pensato di menzionare l'alieno Vvardenfell di Morrowind, o la meravigliosa città imperiale protagonista di Oblivion. Ma c'è una verità a cui non si può sfuggire, una consapevolezza che prima o poi tutti i fan di Bethesda dovranno accettare e fare propria: non ci sarà mai più un altro Skyrim.

Perchè quello di Skyrim non è stato un progetto pensato a tavolino, ma piuttosto un meraviglioso incidente, una reazione chimica inaspettata in cui tutti gli elementi si sono trovati nel posto giusto al momento giusto. Foreste e monti innevati, antichi tumuli, draghi, parole del potere, il Dovahkin, la guerra civile, la città di Blackreach e il culto di Talos. Tutti questi elementi, nessuno escluso, non saranno presenti nel prossimo capitolo della saga di The Elder Scrolls. C'è poco da fare, così sarà.

Un domani ci troveremo a creare un nuovo personaggio ed esplorare un nuovo mondo affascinante, magari nel deserto degli Alik'r, forse ad Argonia, alcuni ipotizzano persino un'istanza ambientata in più di una regione. Ma Skyrim, assieme al setting e alle meccaniche da 40 milioni di copie, non tornerà mai più.

6. Hyrule - The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Nella maggior parte dei videogiochi open-world vengono sfruttati dei "visual clues" per guidare inconsapevolmente il giocatore attraverso il percorso stabilito dagli sviluppatori, un sentiero immaginario che prende il nome di "Golden Path". In Fallout 4, ad esempio, ogni edificio veste un colore particolare a seconda dell'importanza di ciò che si trova all'interno; addirittura, la città di Diamond City è l'unica struttura illuminata nel cuore della notte, in modo da attrarre i giocatori come farebbe una lampadina con le zanzare.

Ma cosa succede se si prende la formula del Golden Path e la si applica a ogni piccolo angolo dell'universo virtuale? La Hyrule di Breath of the Wild è proprio questo: un mondo nel quale il giocatore si trova sempre nel posto giusto al momento giusto, come se l'intera mappa fosse parte del percorso perfetto per godere dell'esperienza al massimo del suo potenziale.

Curiosità, scoperta e meraviglia danno il via a una catena che si trasforma presto nel motore dietro ciascuna azione intrapresa da Link. Cosa si celerà dietro quella montagna? E nel cuore di quella misteriosa foresta laggiù, invece? Cos'è quel bagliore accecante che emerge dai ciliegi in cima alla collina? I designer di Nintendo hanno completamente sovvertito l'approccio all'esperienza open-world, rovesciando decenni di meccaniche ormai divenute stantie al fine di farci tornare tutti bambini.

5. Azeroth - World of Warcraft

Quando una serie raggiunge la veneranda età di Warcraft facendosi largo attraverso decadi e generazioni, è piuttosto semplice individuare il cuore pulsante che ne ha certificato il successo. Azeroth è la culla degli eroi, un mondo tanto vasto quanto dettagliato, un'incubatrice capace di riversare strati di cultura nel cuore dei suoi protagonisti. Ma Arthas Menethil, Illidan Stormrage e Grommash Hellscream sono solo un piccolo tassello nel mosaico nascosto dietro il successo di Warcraft.

L'esordio dell'MMO, nel 2004, ha catapultato milioni di giocatori nel primo, vero universo virtuale coerente e open-ended. Niente spiegazioni, niente tutorial, niente indicatori: c'era "solamente" un intero pianeta da esplorare, volenteroso di raccontare tonnellate di storie attraverso le interazioni con i suoi abitanti. All'occhio meno attento poteva sembrare un banale accrocco di missioni, ma non era affatto così. Le rivolte di Westfall, la triste storia di Duskwood, per non parlare del tragico destino di Lordaeron: anche il compito più insignificante celava scrigni ricolmi di dettagli essenziali per comprendere quell'universo affascinante e a dir poco immenso.

Ciò che lasciava a bocca aperta, tuttavia, era la scala del mondo aperto: in un'epoca distante dalla stessa idea del viaggio rapido, si solcavano gli oceani in tempo reale a bordo delle navi, si cavalcava per ore scoprendo radure dimenticate, si sorvolavano le montagne di Kalimdor scorgendo dall'alto avventurieri persi nelle immense praterie.

4. La frontiera americana - Red Dead Redemption 2

Ci sono giochi che nascondono spizzichi di "lore" sotto ogni roccia, titoli che puntano sull'impatto del level design, opere che trattano la gestione dello spazio in modo innovativo e ambizioso. Poi c'è Red Dead Redemption 2. La frontiera americana di Rockstar Studios è semplicemente un mondo, ma non un artefatto videoludico: è un mondo vivo, capace di muovere la coltre di nubi con il suo respiro, oscurando l'orizzonte e scatenando la furia delle tempeste.

Seguendo un qualunque NPC pescato nel saloon della cittadina di Valentine si scopre rapidamente che è dotato di una routine, di una casa, di una vita, di amici e di affetti. Il tempo scorre veloce alle spalle di Arthur Morgan, mordendo le caviglie di una banda in fuga dal progresso, da un'evoluzione che accorcia le distanze e impedisce agli individui di sfuggire al proprio destino.

Le ferrovie spezzano il fascino della frontiera, i pozzi di petrolio sporcano le riserve dei nativi, mentre ciascuna lunga cavalcata sotto i tiepidi raggi del sole primaverile alimenta una sospensione dell'incredulità che ha pochi precedenti. Oltre la frontiera non si nasconde una tecnica funambolica o un'ambizione rivoluzionaria, ma semplicemente la voglia di restituire la vita agli ultimi battiti di un'epoca scomparsa.

3. Termina - The Legend of Zelda: Majora's Mask

Quasi tutte le ambientazioni, i mondi e gli universi che abbiamo trattato fondano la propria identità, e soprattutto la propria diversità, sulla gestione dello spazio. Credibilità, maestria tecnica, ispirazione artistica: tutto si riduce a ciò che possiamo scorgere sullo schermo o catturare dai meandri della scrittura. The Legend of Zelda: Majora's Mask, in questo caso, rappresenta un unicum: il regno di Termina, infatti, non trova le sue radici ne tessuto dello spazio, ma in quello ben più complesso e quasi inavvicinabile del tempo.

Città, paludi, oceani, montagne: il dove non è così importante, perché tutto gira attorno al quando. Per chi non lo sapesse, in Majora's Mask l'avventura si svolge nell'arco di tre giorni, ciascuno della durata di 20 minuti; giunti alla mezzanotte dell'ultimo giorno, l'universo di Termina cessa di esistere in seguito allo schianto della Luna sul continente. Il compito di Link è quello di vivere ripetutamente l'anello temporale nel tentativo di salvare la popolazione dello strambo universo parallelo al radioso Hyrule.

Così, piuttosto che lanciarsi nella classica esplorazione cardine della serie, bisogna approcciare il loop in maniera calma e compassata, scoprendo pian piano vita, morte e miracoli degli abitanti. Tutto ruota attorno al chi, al dove e soprattutto al quando: salvare il mondo sembra un'impresa impossibile, ma l'Hylian dalle orecchie a punta, e di conseguenza il giocatore, si trasformerà presto in un attore onnisciente impegnato nel tentativo di cambiare il futuro, ancora e ancora.

2. Il Velen - The Witcher 3: Wild Hunt

Nella sua cruda semplicità, l'arrivo di Geralt di Rivia nel Velen di The Witcher 3: Wild Hunt rappresenta uno fra i momenti più forti dell'intera generazione. Mentre lo strigo batte il terreno impregnato di sangue, un gigantesco albero punteggiato di uomini impiccati si staglia contro l'orizzonte rossastro.

Il Velen è una regione più unica che rara, perché mette in scena senza timori né vincoli la durissima realtà di un territorio e soprattutto di una popolazione martoriati dalla guerra, nel pieno rispetto della tradizione letteraria polacca. In tempo di guerra gli uomini diventano mostri, e non solo i carnefici, perché anche le vittime cadono preda della spirale di violenze. I contorni etici si assottigliano fino a scomparire, ciascuno persegue il proprio interesse e le passioni prendono il sopravvento, il tutto mentre i campi di battaglia continuano a rigurgitare le viscere dei soldati.

Ciò che emerge dal quadro decadente imbastito dal Velen è un mondo nel quale i mostri, talvolta, risultano più umani delle stesse persone, un contesto nel quale le milizie che uccidono per dovere emergono vincitrici dal confronto con civili incapaci di mantenersi saldi quando in preda alla disperazione.

1. Lordran - Dark Souls

Partiamo da un importante presupposto: se dovessimo incorniciare il videogioco più influente degli ultimi dieci anni, quel titolo spetterebbe senza ombra di dubbio all'opera magna di Hidetaka Miyazaki. Perché, se escludiamo dall'equazione il sottobosco del modding, From Software è stata l'unica casa, probabilmente da oltre 16 anni, a proiettare nell'industria un genere del tutto inedito.

Ma oggi è Lordran a meritare tutto il palcoscenico, un mondo che sceglie di raccontarsi solamente ai giocatori più attenti, svelando le sue forme seducenti unicamente a coloro che decidessero di corteggiarla a lungo, con pazienza e determinazione. Non sappiamo, probabilmente non sapremo mai se la magica interconnessione e la trama raccontata per epigrammi siano il frutto di una scelta ponderata oppure una semplice soluzione a problemi di natura tecnica. Quello che sappiamo per certo, è che il risultato rappresenta una perla unica nel suo genere.

A pensarci bene, l'unico vero peccato commesso dall'universo di Lordran è quello di custodire tanto gelosamente le sue storie affascinanti, privando numerosi giocatori di un'esperienza memorabile. I suoi personaggi, le testimonianze dell'era degli dei, la statica decadenza del presente: ogni angolo del mondo tenta di comunicare con il giocatore; sta a lui, poi, farsi prendere per mano e scoprire quanto sia effettivamente profonda la tana del Bianconiglio.

Siamo giunti al termine. Come in tutte le selezioni ci sono decine, se non centinaia di concorrenti straordinari che sono rimasti al di fuori dell'analisi, non per questo meno impattanti o coinvolgenti rispetto alle ambientazioni trattate. Ed è per questo motivo che giriamo a voi la domanda: quali sono gli universi videoludici a cui siete più legati?

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Lorenzo Mancosu

Editor-in-Chief

Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.

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