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FIFA e le loot box nell'occhio del ciclone: un giovane ha speso più di €3.000 nei pacchetti di FUT e parla di dipendenza

L'inchiesta di BBC: "Ho sprecato i risparmi per l'università".

Ovviamente FIFA non è di certo l'unico titolo che sfrutta il meccanismo delle loot box ma essendo il protagonista di questa vicenda ed essendo uno dei giochi più giocati al mondo, è inevitabile utilizzarlo spesso come esempio di una discussione che continua anche tra le autorità di mezzo mondo. Le loot box possono essere considerate gioco d'azzardo?

Nella giornata di ieri BBC ha pubblicato un'inchiesta sulle loot box di FIFA che partiva dalla testimonianza di Jonathan Peniket, un ragazzo di 21 anni che ha confermato di aver buttato tutti i risparmi che i genitori gli avevano affidato per il suo futuro nei pacchetti di FUT, FIFA Ultimate Team. Il ragazzo si prende le proprie responsabilità ma allo stesso tempo critica apertamente le posizioni di EA.

Il colosso associa i pacchetti a delle meccaniche a sorpresa quasi come se si trattasse di semplici ovetti Kinder. Peniket, che ai tempi di queste spese folli era ancora un teenager (ma non di certo un bambino), non ci sta.

"Ero diventato dipendente dalle emozioni legate al caso e alla fortuna di quando compravo i pacchetti. Ora sono d'accordo con ciò che mio padre mi disse nel 2012: i pacchetti di questi videogiochi e le loot box sono una forma di gioco d'azzardo".

Peniket racconta di aver sempre acquistato pacchetti ma che tutto è cambiato nel 2017, nel periodo in cui stava iniziando a pensare all'università e in cui alla madre venne diagnosticato un tumore. Il ragazzo iniziò quindi a cercare dei modi per fuggire da una situazione difficile e si rifugio nella scarica di adrenalina garantita dall'apertura dei pacchetti. Iniziò a spendere £30, poi £40, £50 fino ad arrivare a spendere anche £320 a notte.

Fino a quando la carta bloccò le transazioni e il denaro che i genitori avevano iniziato a risparmiare per l'università del ragazzo, circa £3000, finirono.

"Accetto la responsabilità per ciò che è successo. La decisione di spendere così tanto è stata mia. I miei genitori avevano il cuore spezzato quando lo scoprirono e quando lessero le dichiarazioni provenienti dalla banca".

Jonathan Peniket, ora 21enne.

La storia di Peniket arriva in un momento molto delicato soprattutto negli UK. Una delle commissioni speciali istituite dalla Camera dei Lord sembra infatti aver raggiunto una posizione molto forte sull'argomento: le loot box vanno classificate come gioco d'azzardo il prima possibile per proteggere i giovani.

Una posizione che dopo la storia riportata dalla BBC non può che risultare ancora più credibile. Cosa ne pensate? Secondo voi è giusto considerare le loot box come vero e proprio gioco d'azzardo?

Fonte: Eurogamer.net

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Alessandro Baravalle

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Si avvicina al mondo dei videogiochi grazie ad un porcospino blu incredibilmente veloce e a un certo "Signor Bison". Crede che il Sega Saturn sia la miglior console mai creata e che un giorno il mondo gli darà ragione.

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