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Poliziotto buono, poliziotto cattivo - articolo

Nella fiction ci piacciono i bad boys, ma nella vita vera?

Con che occhio guardiamo alle forze dell'ordine, per noi i Carabinieri "usi ubbidir tacendo e tacendo morir" o quella Polizia, che negli USA si stampa sulle fiancate delle auto "To Protect and to Serve"? L'interrogativo è lecito, specie dopo gli ennesimi tragici fatti americani, che una volta di più stanno provocando una fortissima reazione da parte della popolazione civile. Evento purtroppo ciclico, con troppi precedenti nel corso dei decenni. La reazione di rigetto che ne sta scaturendo è stata anche eccessiva, andando a colpire bersagli inattesi, il mitico Via col vento, monumenti, nomi di squadre di football, perfino l'ambito del doppiaggio e inevitabilmente film e serie tv, rivisti sotto altra luce.

Non che da noi siano mancati i problemi, legati più spesso ad abusi di autorità, violenze, arricchimenti illegali, sfruttamento della propria posizione per ricavare indebiti vantaggi. E'recentissimo lo scandalo della Stazione di Carabinieri a Piacenza, che sembra davvero mutuato su qualche serie tv americana. Tutto quanto non aiuta e così forse le forze dell'ordine continuiamo a guardarle con un occhio un po' strabico, forse perché per atavico timore nutriamo comunque diffidenza nei confronti di chi nella storia ha sempre protetto il Sistema, i potenti, spesso a scapito della cosiddetta "povera gente".

In letteratura, nei film o nelle serie tv sembra invece che impazziamo per loro, il gradimento nei confronti delle serie poliziesche, dei personaggi di poliziotti e detective non ha limiti, in una sorta di sdoppiamento per cui, sapendo spesso noi da spettatori chi è il colpevole, siamo inclini a sorvolare su certi comportamenti che nella realtà, toccassero noi o nostri cari, denunceremmo indignati. Insomma, è uno sporco lavoro e qualcuno lo deve pur fare ma come? Basta che non sia on my watch.

Gli indiscussi Bad Boys di The Shield.

Film e serie tv si dividono equamente lungo due filoni ben diversi. In alcuni, i più edificanti, si mostra come la Legge venga sempre applicata, le prove raccolte correttamente, le indagini svolte a 360 gradi, mentre il poliziotto di turno fatica a ottenere un mandato di perquisizione, un'autorizzazione a intercettare gente che noi sappiamo benissimo meritare questo ed altro. Ovvio che questa è la narrazione che ci viene fornita, pari a quella sull'andamento dei processi, che, da Perry Mason in poi, ci hanno abituato a un rigore formale impeccabile. Ma si sa, gli americani sono sempre i più bravi a raccontare il Sogno e gli innumerevoli morti per esecuzione capitale risultati poi innocenti sono lì a ricordarcelo.

Dal Silenzio degli innocenti a Manhunter e Mindhunter, abbiamo visto come la frequentazione del male non lasci gli animi intatti e come, anche senza arrivare all'intimità con Hannibal Lecter, quello del profiler possa essere un mestiere pesantissimo. Così come anche attirare l'attenzione di un vero psicopatico, come in Seven o Il collezionista di ossa, può costare carissimo ai poliziotti "buoni". Ci sono state serie tv che ci hanno fatto conoscere e amare figure indimenticabili di eroici tutori della legge, Hill Street, Law and Order, Criminal Minds, NCIS, tutti grandi classici e campioni di ascolti, senza nemmeno citare la serie CSI in tutte le sue ramificazioni, saga quasi fantasy che ci ha illuso sull'infallibilità della scienza.

Non dimentichiamo tutto il filone drammatico dei poliziotti sotto copertura, gli infiltrati, da Serpico in poi gente che spesso paga con la vita la lotta contro i criminali e contro i colleghi corrotti. Nel tempo sono arrivati i Cops più tormentati, l'attenzione ai loro problemi personali si è accentuata, persone anche loro sotto la divisa, come abbiamo visto in NYPD e Detroit 1-8-7. Oggi abbiamo serie molto attente al "politicamente corretto" come The Rookie e Tommy, che ci fanno rimpiangere una serie di disperato realismo come Southland.

La solidale Famiglia di Chicago PD.

In casa nostra, dopo i disinvoltissimi poliziotteschi italiani, dopo i tanti eroici tutori della legge descritti mentre lottavano a prezzo della vita contro mafia e corruzione, le platee hanno portato al successo serie centrate su personaggi come Montalbano e il Maresciallo Rocca, e poi Distretti di Polizia o Squadre mobili varie e R.I.S. e Antimafia, tutti personaggi positivi, solo qualche brutta abitudine caratteriale come Rocco Schiavone. In contro tendenza era andato Stefano Sollima con il suo Acab.

Interessanti anche film e serie in cui la narrazione era più sfumata, come Vivere e morire a Los Angeles, Cop Land, Pride and Glory, e la messa in scena corale di vari Distretti (Bronx 41, Distretto 13). Spesso sono gli interi corpi di polizia di una città a emanare un alone negativo. La Polizia della L.A. più noir, sempre corrotta dai tempi di Chandler, mostrata in infinite storie, alcune più romanzate (Changeling di Eastwood), altre di nerissimo realismo, talvolta tratte da romanzi di James Ellroy. Tutto fuso nel film-omaggio di genere Gangster Squad, per approdare al mix dei due filoni con la serie Bosch, che incrocia assai bene realismo e romanticismo di genere. Capolavoro per noi è un film non molto noto, ispirato alla reale vicenda dello scandalo riguardante abusi e corruzione a L.A negli anni '90, Rampart, con un indimenticabile Woody Harrelson, uno di quei personaggi perduti di cui non è possibile non innamorarsi.

La Polizia di Boston meriterebbe un capitolo a parte, con un forte nucleo di discendenti dagli immigrati irlandesi (come del resto a NY e in molte città americane), legati da un omertoso senso di appartenenza non inferiore a quello fra malavitosi. E non c'è niente di più detestabile di un poliziotto razzista, categoria che ci ha fatto digrignare i denti in innumerevoli casi, dai tempi dell'Ispettore Tibbs fino all'agghiacciante Detroit, passando per decine di film centrati su accuse pretestuose o del tutto false nei confronti di persone di colore, come visto in altrettanto innumerevoli film dai tempi di Il buio a mezzogiorno (Hurricane, Fino a prova contraria, Se la strada potesse parlare, Il coraggio della verità, Il diritto di opporsi) e serie tv (le recenti American Crime, When They See Us e Seven Seconds), in cui i rappresentanti della legge fanno pessima figura.

Gli eroici appartenenti a uno dei vari Law & Order.

Fra i film ricordiamo che aveva fatto scalpore negli anni '70 I nuovi centurioni, così come I ragazzi del coro. Affari sporchi di Mike Figgis ci ha permesso di vedere Richard Gere in uno dei suoi rarissimi ruoli negativi, dal quale si è riscattato in Brooklyn Finest. Perfino Keanu Reeves si è fatto tentare in La notte non aspetta, diretto da David Ayer come End of Watch, altra storia di poliziotti, però questa volta edificanti. Da citare anche James Gray e il suo I padroni della notte, con un conflitto fra fratelli che riassume quello di tante minoranze etniche. E quanto a corruzione, come non pensare a Training Day o al più recente Codice 999?

Su piccolo schermo a fare da spartiacque abbiamo la serie The Shield, dove si mostrava la pretesa di conciliare sporchi affari personali con l'esecuzione del proprio dovere di poliziotto (viviamo in una giungla, ce la ritagliamo a nostra misura). Nel suo essere semplicemente commerciale, ha fatto discutere Chicago PD, scritta dallo specialista Dick Wolf, con il Sergente Voight, personaggio meno elementare di quanto sembri, per alcuni un bruto fascistoide, per altri un uomo in difficile equilibrio fra senso della giustizia e vendetta, indiscusso capo-padre della sua squadra-famiglia. Discutibile per le anime corrette potrebbe essere anche l'iperbolico remake di Hawaii Five - 0, la serie che si avvicina maggiormente all'approccio stile 24 seguito da Chicago PD, cioè che il fine giustifichi i mezzi, qualunque mezzo.

Gli inglesi sono più sobri e realistici, dalla serie su Scotland Yard degli anni '70 alla più recente Line of Duty, abbiamo visto l'evoluzione garantista, forse a compensare l'eccessivo strapotere della Polizia dei decenni scorsi, quando i diritti dei presunti colpevoli erano calpestati, garantismo che però può andare a scapito della giustizia (come mostra la bella serie The Confession). E buoni esempi del mestiere ci ha raccontato anche il cinema francese, ricco di disillusi eroi che arrivano fino alla serie Braquo e ai film Polisse e Les Miserables dei nostri giorni, a mostrare le difficoltà nel fare il proprio mestiere con correttezza.

Il cane sciolto e rabbioso di Rampart.

Che siano poliziotti buoni o cattivi (la celeberrima accoppiata di tanti interrogatori), che siano idealisti convinti o scettici disillusi, che siano onesti fino all'autolesionismo o corrotte carogne, solitari a vita o coinvolti in relazioni che spesso il mestiere porta al fallimento, li amiamo, ci appassioniamo alle loro avventure, tifiamo per la soluzione dei casi, ci disperiamo se muoiono. E così temiamo che l'ascia della correttezza politica si abbatta su tanti personaggi amati, su serie che della scorrettezza hanno tratto il loro successo. Non a caso è stato subito cancellato un programma come Cops, che era un reality e non una serie, 30 stagioni dall'89 a oggi.

In generale, come ai tempi di Dirty Harry e dei vari giustizieri, dovremmo riflettere perché vedere che Giustizia viene fatta, in qualunque modo, compensi le nostre frustrazioni quotidiane di persone soggette a troppe regole, che vediamo disinvoltamente scavalcate da chi invece "può". E così' per una volta, anche noi "possiamo". Una cosa sappiamo con certezza, che se qualche volta pensando di dover chiamare soccorso, dentro il nostro cervello abbiamo formulato il numero 911 invece che un prosaico 118, quello è stato il segno del successo dei polizieschi americani, che hanno plagiato l'audience anche in nazioni lontane lontane. Sarà sempre effetto del Sogno? No, è solo buon marketing.