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Enola Holmes - recensione

L'emancipazione della piccola detective di casa Holmes.

Nell'ambito delle arti figurative, il mondo della letteratura e quello della cinematografia vanno spesso di pari passo. Dal momento dell'invenzione della settima arte alla fine dell' '800 fino ai giorni d'oggi, le trasposizioni di opere letterarie di vario genere hanno sempre riscosso un certo successo al botteghino per via dell'innegabile fascino di vedere quegli universi fantastici così intriganti prendere vita sul grande schermo.

Tra le tante figure di spicco che si sono succedute al cinema, tuttavia, c'è un personaggio che è stato protagonista di oltre 80 rivisitazioni differenti nel corso degli ultimi 120 anni diventando, in assoluto, il più adattato di sempre. Si tratta di Sherlock Holmes, il leggendario detective partorito dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, le cui avventure più celebri sono state portare sullo schermo da attori del calibro di Christopher Lee, Ian McKellen, Roger Moore, Michael Caine e tantissimi altri.

In tempi più recenti, inoltre, è impossibile evitare di citare altri due progetti di alto profilo legati all'investigatore di Baker Street: la saga di Sherlock Holmes diretta da Guy Ritchie e interpretata da Robert Downey Jr. e, soprattutto, l'eccellente serie TV 'Sherlock' scritta da Steven Moffat e Mark Gatiss con Benedict Cumberbatch.

Millie Bobby Brown ci regala la performance migliore della sua giovane carriera.

Dal momento che esistono così tante rappresentazioni differenti dell'universo ideato da Conan Doyle che hanno esplorato ogni possibile sfaccettatura dei suoi personaggi, è ancora possibile creare qualcosa di completamente nuovo che possa catturare l'attenzione del pubblico? Probabilmente è questa la domanda che si è posta Netflix quando ha dato il via libera alla produzione di Enola Holmes, il nuovo film di Harry Bradbeer basato sulla saga letteraria di Nancy Springer con protagonista la sorella sedicenne di Sherlock e Mycroft Holmes.

Il film, scritto da Jack Thorne (già autore della riuscita serie His Dark Materials e del molto meno apprezzato Harry Potter and the Cursed Child con J.K.Rowling), si apre portandoci a fare la conoscenza di Enola, la vivace ultimogenita della famiglia Holmes, nei giorni della sua infanzia. La ragazza cresce a Ferndell Hall, un'enorme magione ottocentesca che sorge nelle campagne inglesi, in compagnia della tata Mrs. Lane e di sua madre Eudora che si occupa in prima persona dell'educazione e della formazione fisica di Enola.

Mamma Eudora, interpretata dalla sempre bravissima Helena Bonham Carter, è un'appassionata di giochi linguistici che si diletta nella creazione di enigmi e rompicapi tra una lezione e l'altra da impartire alla figlia. Il nome stesso di Enola è l'inverso della parola 'Alone' ('Sola') che funge da augurio alla sedicenne che dovrà districarsi con le proprie forze in un mondo in continua evoluzione (quello dell'Inghilterra di epoca vittoriana). Proprio su questo concetto, in effetti, viene costruita l'intera sceneggiatura della pellicola: al contrario di Sherlock e Mycroft che appaiono già adulti e hanno una carriera consolidata alle spalle, Enola dovrà trovare il proprio posto nel mondo facendo i conti con l'imponente peso delle aspettative derivanti da un cognome così ingombrante.

Cover image for YouTube videoEnola Holmes | Trailer ufficiale (in ITALIANO) | Netflix Italia

In un giorno come tanti altri, improvvisamente, la madre degli Holmes svanisce nel nulla senza lasciare tracce costringendo Enola a richiamare i fratelli maggiori per fare luce su questo mistero apparentemente indecifrabile. La ragazza, portata sullo schermo da Mille Bobby Brown (assurta all'onore delle cronache grazie al serial Stranger Things ma già apparsa anche nel kolossal Godzilla II: King of the Monsters), è uno spirito libero dal carattere forte e indipendente che condivide con Sherlock una spiccata propensione al ragionamento deduttivo che, ben presto, entrerà in rotta di collisione con il maggiore dei fratelli Holmes: Mycroft. Quest'ultimo è un impiegato governativo molto ligio al dovere con un modo di pensare legato alle tradizioni della società inglese dell'epoca che, in veste di tutore legale, vuole iscrivere Enola ad un prestigioso collegio femminile per introdurla agli usi e costumi imposti alle giovani lady.

La ragazza, ovviamente, non vuole rinunciare alle ricerche della madre e utilizzerà tutte le capacità acquisite nel corso dei suoi studi autonomi per sfuggire alla presa del fratello e mettersi sulle tracce di Eudora. Da qui inizierà l'indagine clandestina di Enola Holmes sul cui percorso si avvicenderanno una serie di personaggi più o meno interessanti che la condurranno a scoprire un'inattesa verità. Non proseguiamo oltre nella narrazione della trama per non rovinarvi il gusto della scoperta ma possiamo dirvi che si tratta di un mistero tutto sommato piacevole da seguire e che si dispiega nelle circa due ore di durata del film.

Mycroft e Sherlock Holmes, interpretati da Sam Claflin e Henry Cavill, riescono ad essere convincenti a dispetto del minutaggio risicato a loro disposizione.

Il ritmo narrativo dei tre atti, invero, non è gestito nel migliore dei modi. Lo svolgimento della storia risulta ben calibrato nella prima parte, forse un po' troppo diluito nella seconda ed eccessivamente precipitoso nell'ultima. Sia chiaro, non si tratta di un difetto che pregiudica la godibilità della visione ma è comunque un'amministrazione dei tempi che ci ha lasciati leggermente interdetti. C'è da dire che, vista la direzione da avventura adolescenziale del film, il pubblico a cui è indirizzata la produzione potrebbe non notare le discordanze nel ritmo della narrazione e va benissimo così.

D'altra parte, infatti, la performance attoriale della protagonista Millie Bobby Brown (che qui appare anche in veste di produttrice) è sufficientemente gradevole da sorreggere l'intero impianto narrativo sovrastando anche la presenza di attori ben più blasonati. Non ci ha convinto appieno, invece, la scelta del regista di far rompere così spesso la quarta parete alla protagonista che, spesso e volentieri, si rivolge direttamente allo spettatore per spiegare alcuni suoi pensieri o approfondire brevemente alcuni risvolti della trama. Questo espediente risulta spesso superfluo e inutilmente didascalico e funge solo ad ennesima celebrazione del talento della Brown senza aggiungere nulla di concreto alla narrazione.

I due fratelli maggiori, Sherlock e Mycroft, sono interpretati rispettivamente da Henry Cavill e Sam Claflin che portano sullo schermo una versione alquanto convincente di queste figure a dispetto del minutaggio ristretto a loro disposizione. Il primo è una figura leggendaria che risplende di un alone dorato pur rimanendo sempre nelle retrovie: si compiace delle conquiste della sorella minore e la aiuta nel suo percorso di emancipazione all'interno di una famiglia così importante senza mai rubarle le luci della ribalta.

Enola Holmes è una pellicola dalla sceneggiatura piuttosto intrigante, al netto di alcuni evidenti problemi di ritmo nella seconda parte.

Sul rovescio della medaglia c'è il Mycroft di Claflin, un uomo integerrimo e molto severo che spesso e volentieri proietta su Enola il suo modo di intendere la vita senza curarsi del pensiero e della volontà della ragazza. In tal senso Thorne, lo sceneggiatore, ha svolto un buon lavoro: Sherlock e Mycroft rappresentano efficacemente il dualismo tra il pensiero progressista e quello conservatore con il primo che si impegna per promuovere le naturali inclinazioni della sorella e il secondo che vuole per lei una vita più legata alle tradizioni della società inglese ottocentesca.

A livello registico, Bradbeer ha confezionato una pellicola di buona fattura che, complice anche una scenografia di prim'ordine e una direzione della fotografia attenta e puntuale, riesce ad enfatizzare in modo efficace le varie situazioni che si alternano sullo schermo. Enola Holmes può vantare un registro comedy gradevole e mai invasivo, sezioni drammatiche ben recitate da tutto il cast e anche parti action ben coreografate (sebbene, ovviamente, lontane da quanto visto nei due Sherlock Holmes di Guy Ritchie).

Il regista, Harry Bradbeer, si è avvalso di ottimi collaboratori per confezionare un film visivamente accattivante.

Nota di merito, infine, per i filtri cromatici applicati alla macchina da presa nei diversi atti che compongono la pellicola. In tal senso possiamo notare dapprima una palette di colori caldi e vibranti nei momenti spensierati dell'infanzia di Enola e, successivamente, delle tinte più grigiastre tipiche della Londra post-rivoluzione industriale che rappresentano, contestualmente, l'ingresso della ragazza nell'età adulta.

In definitiva, Enola Holmes è un prodotto di buona qualità che potrebbe aprire la strada ad un franchise di successo indirizzato ad un pubblico adolescenziale. La produzione di Netflix può contare su un cast in splendida forma e su una sceneggiatura scritta abbastanza bene da essere seguita senza difficoltà dall'inizio fino alle ultime battute. Ciò che non ci ha convinto è la gestione poco attenta dei ritmi dell'azione e la scelta di far dialogare di continuo la protagonista con lo spettatore, elemento che spezza parecchio l'immersione nella storia e non aggiunge nulla alla narrativa.

Se cercate un film d'avventura con una trama gradevole che tratti tematiche importanti in un modo piuttosto diverso dal solito e adatto a tutta la famiglia, il nuovo film di Harry Bradbeer potrebbe fare al caso vostro.

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Riccardo Cantù

Contributor

Nato nel 1993, Riccardo ha coltivato, negli anni, una passione smodata per tutto ciò che è entertainment. Videogiochi, cinema, fumetti, musica e letteratura sono il suo pane quotidiano e ama le lunghe discussioni riguardanti queste tematiche.

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