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The Signifier - recensione

“Non è tanto facile suonare lo strumento della mente”.

Consigliato agli appassionati del genere e a chi voglia vivere un'avventura coinvolgente dalle tematiche classiche.

The Signifier è il primo, ambizioso titolo delle studio cileno Playmestudios, un gruppo giovane e indipendente di modellatori, programmatori, game designer e scrittori che hanno unito le proprie forze per dar vita a un progetto non certo semplice per essere un'opera prima.

Il giocatore veste i panni di Frederick Russel, studioso e scienziato di psicologia e intelligenza artificiale a capo del progetto Dreamwalker; l'uomo è infatti riuscito a creare un sistema sperimentale per la scansione del cervello umano, in grado di riprodurre in modo più o meno fedele ricordi, memorie ed emozioni del soggetto.

Pur essendo uno strumento potenzialmente inestimabile per la risoluzione di moltissime indagini, le implicazioni etiche, politiche ed economiche del Dreamwalker sono altrettanto elevate e, per questa ragione, Russel si troverà a collaborare con la TSB (Technology Safeguard Bureau) per dimostrare la bontà del proprio lavoro e scoprire le motivazioni dietro il presunto suicidio di Johanna Kast, vice presidente della potente multinazionale tecnologia Go-At.

Con il frutto della sua vita di ricerche sotto scrutinio, il protagonista dovrà scegliere se andare in fondo al caso, spingere i limiti burocratici fino al limite e dissotterrare verità a dir poco scomode, o ridurre al minimo ogni ripercussione su se stesso e il proprio progetto; qualunque sia la scelta dal giocatore, questa porterà a delle conseguenze e a un differente epilogo dell'avventura.

Cover image for YouTube videoThe Signifier - Dev Gameplay Walkthrough | gamescom 2020

The Signifer offre una prima esperienza della durata di circa 6 ore, tendenzialmente ridotte durante le partite successive; gli enigmi ambientali sono infatti abbastanza semplici e/o intuitivi, per fortuna mai banali.

Frederick Russel impiegherà la sua IA sperimentale Evee per la ricostruzione ed esplorazione della mente di Johanna, il cui cervello è stato scansionato e digitalizzato poco dopo la sua morte, proprio per preservare ogni informazione sulle cause della sua a dir poco sospetta morte per overdose di antidepressivi.

Purtroppo Dreamwalker è un progetto ancora in fase di sviluppo, il tempo offerto dalla TSB è stringente e la mente della defunta è tutto, fuorché stabile. Il giocatore esplorerà quindi tanto ambientazioni "reali", quanto le riproduzioni di luoghi e ricordi di Johanna, molti dei quali anche piuttosto disturbanti e oscuri, a volte persino inaccessibili; sarà quindi necessario intuire i passaggi necessari per evitare blocchi emotivi e rigetti, fino a raggiungere tanto il misterioso passato della donna, quanto gli ultimi istanti della sua ambiziosa, ma triste vita.

The Signifier richiede l'esplorazione di ricordi composti da un doppio livello: quello oggettivo, legato alle informazioni del cervello, e quello soggettivo, costruito sulla interpretazione che la psiche di Johanna ha fatto di quelle informazioni. Incrociando i dati dei due strati della simulazione, è possibile sbloccare nuovi elementi chiave da ricercare, scansionare e quindi visitare, fino al raggiungimento della verità.

L'intelligenza artificiale Evee è un elemento imprescindibile del progetto Dreamwalker, che per quanto ambizioso è relegato a uno sviluppo casereccio proprio a causa dell'occhio vigile e della mano pesante della TSB.

Russel può passare più o meno liberamente dalla condizione soggettiva a quella oggettiva per individuare ciò che gli serve; altre attività indispensabili sono l'interpretazione "manuale" di alcuni dati grezzi, troppo instabili per l'IA e che richiedono una chiave di lettura più umana, il superamento di alcuni blocchi emotivi attraverso il controllo di avatar presenti nei ricordi, o l'osservazione dei Timewarp, sequenze temporali apparentemente importanti per il soggetto e che contengono al loro interno informazioni preziose, ma spesso poco chiare.

Per via del suo gameplay onirico e particolare, è davvero difficile spiegare con precisione tutte le meccaniche presenti in The Signifier: ciò che è certo è che il titolo offre un buon ritmo narrativo e un sistema di avanzamento intuitivo anche per i meno avvezzi alle avventure con elementi investigativi.

Tuttavia, oltre al puro sistema di gioco, è proprio l'estetica complessiva a rendere The Signifier un titolo meritevole di attenzione. A dispetto dei modelli umani non proprio dettagliati e dalle animazioni incerte, fotografia, musiche e ambienti di gioco sono stati creati con grande cura e facendo sfoggio di fantasia ed estro non da poco.

Anche il doppiaggio in lingua inglese risulta convincente e immersivo, mentre purtroppo manca del tutto la localizzazione italiana di menu e testi a schermo; nel corso della nostra partita abbiamo anche riscontrato qualche glitch grafico e una compatibilità non sempre totale con il controller, risolta eseguendo l'operazione "inaccessibile" con mouse e tastiera, o semplicemente ricaricando la partita. Va però detto che buona parte di questi problemi sono conosciuti dagli sviluppatori, che stanno già lavorando a una patch correttiva, programmata per il day one del titolo.

L'assenza di una localizzazione italiana, purtroppo, rende molto pesante il recupero dei numerosi e interessanti documenti sparsi nelle mappe.

A dispetto di un protagonista atipico, interessante e che avrebbe meritato un po' più d'introspezione, gli altri personaggi della storia ci sono parsi convincenti e ben caratterizzati, il tutto all'interno di una storia che forse non brilla per originalità per quanto riguarda i temi trattati, ma in grado di affrontarli tutti con grande maturità e con colpi di scena sempre ben calibrati.

Per cui, al netto dei suoi pregi e difetti, The Signifier è un titolo ben confezionato, con un world building convincente e una narrazione solida, forse un po' troppo criptica e accelerata nelle fasi finali della storia, ma comunque piacevole e che invoglia sicuramente a una seconda partita.

7 / 10

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Lara Arlotta

Contributor

Scrive, blatera e videogioca, spesso contemporaneamente e da oltre due decenni. L'unico modo per fermarla è darle da mangiare, ma l'effetto è solo temporaneo. Sono ancora in corso delle indagini confidenziali per comprendere se si tratti di un essere umano o di una credibile riproduzione, inviata nell'era contemporanea da una civiltà eternauta.

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