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Il nuovo Twitch va alla conquista del mondo. E Alexandria Ocasio-Cortez è da record - articolo

La senatrice americana è solo l'ultimo tassello di un mosaico di successo.

Giugno 2011: Justin Kan ed Emmet Shear lanciano sul mercato Twitch.tv, una piattaforma di live streaming nata dalla costola di Justin.tv, al fine di raccogliere l'immenso bacino d'utenza che stava orbitando unicamente attorno all'universo dei videogiochi. Gli eventi di esport e i gameplay in diretta finiscono per eclissare la controparte generalista, finché nel 2014 il celebre "sito viola" diviene la quarta fonte di traffico internet nel territorio statunitense.

Proprio quell'anno, Jeff Bezos decide di calare 980 dei milioni di dollari accumulati tramite Amazon per mettere le mani sulla neonata piattaforma, rivoluzionandone i sistemi di monetizzazione e portandola, in tempi relativamente brevi, ad occupare una posizione di assoluta preminenza nel settore dell'intrattenimento digitale. I 27.000 partner, le centinaia di milioni di ore di visualizzazione e i 3.000.000 di broadcaster, l'hanno spinta al trentesimo posto dell'Alexa Ranking, un sistema pensato per individuare le pagine web più solide del pianeta.

Negli ultimi sei anni siamo stati abituati ad associare immediatamente Twitch al mondo dei videogiochi, come se la piattaforma streaming di Amazon e le esperienze virtuali vivessero una sorta di rapporto simbiotico. Alla luce del record di 439.000 spettatori registrato dal canale della senatrice americana Alexandria Ocasio-Cortez, verrebbe naturale chiedersi se ultimamente le cose stiano cambiando. Ma la verità è che nell'immenso tessuto di contenuti che vanno in onda su Twitch, i videogiochi costituiscono solamente un piccolo tassello del puzzle.

Questa potrebbe sembrare un'affermazione in forte contrasto con le metriche che emergono settimanalmente dalle analisi della piattaforma, ma dietro il velo del semplice contenuto si nasconde un fattore che in molti faticano a cogliere: il successo dei canali su Twitch è strettamente legato alla personalità che siede di fronte alla telecamera, e salvo rari casi ha molto poco a che vedere con ciò che viene mostrato in primo piano.

La nostra idea condivisa di Twitch è viziata dal 2018, un anno che sarà ricordato come un punto di svolta fondamentale per il nuovo mercato fiorito attorno al mondo dei videogiochi. È l'anno di Fortnite, il titolo che ha portato il medium fino alle orecchie dei genitori e persino dei nonni; l'anno di Tyler "Ninja" Blevins, il gamer più famoso del mondo che ha accompagnato il capodanno di Time Square; insomma, l'anno in cui il settore è diventato ufficialmente virale infrangendo ogni record precedentemente stabilito.

Una nuova generazione di influencer si è trovata al centro delle scene: Dr Disrespect, Michael "Shroud" Gresziek, il discusso Turner "Tfue" Tenney e tantissimi altri creator hanno iniziato a fare capolino sui media generalisti, raccogliendo milioni di follower e incassando centinaia di migliaia di dollari al mese. La scossa è stata talmente violenta da raggiungere anche l'Italia, paese storicamente conservatore eppure toccato dall'ascesa di Giorgio "Pow3r" Calandrelli, la cui effige ora spicca sui cartelloni pubblicitari esposti nel centro di Milano.

Nel nostro paese i numeri sono decuplicati nell'arco di poco più di un anno, trasformando la carriera da streamer in una realtà consolidata, e lo diciamo con tutto il rispetto per i grandi "early bird" della piattaforma. Twitch, in breve, si è massificato diventando il trampolino perfetto per centinaia di giovani in cerca di una carriera legata al mondo dell'intrattenimento, ragazzi e ragazze volenterosi di trasformare le proprie passioni in un lavoro.

Poi l'epoca di Fortnite è giunta al termine, e nel sottobosco della piattaforma le cose hanno iniziato a cambiare. Il "contenuto" in quanto tale ha iniziato a perdere di importanza, e la personalità dello streamer è diventata il centro di gravità del successo. Il pubblico italiano, oggi, non si collega su Twitch per guardare un videogioco, ma per trascorrere il tempo in compagnia di Dario Moccia, di Homyatol, per seguire le reaction del Masseo, insomma, per far parte di una comunità in cui il contenuto coincida con la sfera d'influenza dei protagonisti delle dirette.

Alexandria Ocasio-Cortez è una senatrice dem anti-Trump e molto progressista. E ora è anche su Twitch.

Il primo cambiamento nell'universo di Twitch, tuttavia, ha un nome e un cognome. Lui si chiama Austin, in arte Rajj Patel, ed è diventato, in parole povere, la "Maria De Filippi" del sottobosco dello streaming internazionale. Austin ha iniziato a mettere in piedi una serie di show politici e dating show digitali, mettendo da parte i videogiochi e realizzando un'inedita categoria di reality che, pur strozzata dal mondo del gaming, si è fatta strada fino a raggiungere la vetta.

C'è stato un momento in cui Rajj Patel aveva il potere di decretare l'ascesa di nuove 'celebrità' legate all'universo digital dopo una singola apparizione nella scaletta dei suoi programmi. Non deve stupire, di conseguenza, che la nuova deriva della piattaforma sia saltata all'occhio di numerosi personaggi pubblici, oltre che all'attenzione delle numerose agenzie che ne curano l'immagine.

La senatrice Ocasio-Cortez, i piloti Lando Norris e Charles Leclerc, la mente musicale dei Machete, Hell Raton, le star del cinema per adulti Sasha Grey e Mia Malkova, persino Alessandro Cecchi Paone e altri strambi personaggi in vista, sono accorsi per conquistare una fetta della torta.

Oggi la "chiacchiera" è padrona assoluta di Twitch. Si tratta di un nuovo modo di intrattenere, per certi versi simile alle trasmissioni radiofoniche, ma soprattutto di un mass medium fatto e finito. Alexandria Ocasio-Cortez tutto questo l'ha capito benissimo ed è riuscita a radunare oltre 450.000 persone di fronte allo schermo per assistere a quella partita di Among Us, che ha visto la senatrice competere con alcuni fra gli streamer e youtuber più famosi del mondo.

Oggi, la figura di Giorgio 'Pow3r' Calandrelli occupa cartelloni pubblicitari nel centro di Milano.

Una partita che le ha permesso di comunicare con mezzo milione di giovani semplicemente cliccando un pulsante, di discutere del servizio sanitario nazionale con i content creator europei e di stringere l'obiettivo sull'importanza del voto, ma soprattutto di fare tutto questo senza necessariamente parlare in politichese, raggiungendo un pubblico storicamente immune ai media tradizionali. Anche se la senatrice ha dichiarato di voler avviare il suo canale per "evadere dal voto", è evidente che si tratta di una mossa strategica decisiva, forse non ponderata ma sicuramente molto efficace.

Alexandria ha capito che Twitch oggi è un serbatoio esplosivo ricolmo di potenziali trend, e anche se è ancora capace di portare un videogioco come Fall Guys al successo internazionale e di trainare il mondo dell'esport, si è trasformato in un riflesso non solo della moderna comunità digitale, ma anche e soprattutto dell'epoca storica in cui viviamo. Qualcosa che i nostri politici, a fronte della piccola avanguardia che sta guidando Twitch Italia, sembrano ancora incapaci di comprendere.

Insomma, ormai fra il dire "l'ho seguito su Twitch" o "l'ho seguito su Sky" passa pochissima differenza, ma è evidente che la piattaforma più vicina all'evoluzione della società sia quella di proprietà di Amazon. E questo perché il cosiddetto "content" è il frutto di quella stessa comunità che ne determina il successo, realizzando una sorta di microcosmo capace di alimentarsi all'infinito.

Mentre negli Stati Uniti la Ocasio-Cortez gioca Among Us, in Italia Carmelo Miceli si scaglia ancora contro i videogiochi.

Non abbiamo la presunzione di giudicare se questo genere di evoluzione mediatica sia un bene o un male ma sta di fatto che esiste, è già fra noi, e chiunque scelga di comprenderla e abbracciarla come ha fatto la geniale Alexandria Ocasio-Cortez, sembra destinato ad essere accolto a braccia aperte.

Il nuovo mondo della comunicazione è arrivato e consigliamo a tutti di abituarsi in fretta, perché non ha assolutamente intenzione di andarsene.

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Lorenzo Mancosu

Editor-in-Chief

Cresciuto a pane, cultura nerd e videogiochi, i suoi primi ricordi d'infanzia sono tutti legati al Super Nintendo. Dopo aver lavorato dentro e fuori dall'industry, è finalmente riuscito ad allontanarsi dalle scartoffie legali e mettere la sua penna al servizio di Eurogamer.it.

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