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Morbid: The Seven Acolytes - recensione

Un Bloodborne-like 2D che intriga ma...

Morbid: The Seven Acolytes è un Bloodborne "retro", e non si tratta di un paragone superficiale. Con creature partorite da uno spirito affine a Lovecraft e una storia che trasuda miseria e decadenza da ogni angolo, l'opera di Still Running e Merge Games è un vero e proprio omaggio, poco velato, all'opera suprema di From Software. Il risultato? Buono ma non eccellente.

Ambientato nel mondo di Mornia, devastato dalle malvagie divinità Gahars, impersoneremo una giovane guerriera appartenente agli Strider, soldati che hanno già combattuto contro le mostruose entità, fallendo miseramente. Sola e disperata, dovrà tentare nuovamente l'ardua impresa, eliminando i famigerati sette Accoliti, un tempo esseri umani assetati di potere o in preda alla disperazione, ora meri ricettacoli dei Gahars.

La storia, a onor del vero, è il classico scontro del "cavaliere solitario contro le forze del male", quindi non aspettatevi evoluzioni trascendentali nella trama. La protagonista stessa, muta, priva di dialoghi o animazioni particolari, possiede un carisma pressoché inesistente, pertanto sarà difficile relazionarsi con lei o la sua odissea.

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Tuttavia, esattamente come i soulslike da cui si ispira, Morbid cela la sua lore nei dialoghi con gli NPC e nelle descrizioni degli oggetti. In un certo senso il mondo stesso è la vera trama di gioco, piuttosto che l'avventura in sé. Leggere queste informazioni, superflue per chi invece vuole solo menare le mani, vi permetterà di conoscere meglio Morbid e creare l'investimento emotivo che, normalmente, non trovereste.

Ma torniamo a parlare dei sopracitati Accoliti: questi demoni, oltre ad essere i prevedibili boss del gioco, rappresentano il picco artistico e immaginativo di Morbid. Gli sviluppatori si sono ispirati ai crudi lavori di Lovecraft e Cronenberg, oltre che ovviamente ai progetti di From Software. E i risultati sono palesi: tutte le creature, sebbene riprodotte in grafica retro, trasudano orrore a palate. I boss invece appartengono chiaramente ad un livello superiore: certo, alcuni design sono più riusciti di altri, ma la cura generale è innegabile.

Nel caso non fosse chiaro, uno dei punti forti del titolo è indubbiamente la sua pregevole pixel art. Da questo punto di vista non abbiamo assolutamente nulla da ridire... o quasi. Purtroppo, per quanto magistrale sia il comparto grafico, in molti casi l'abnorme quantità di dettagli a schermo rende l'esplorazione una vera sfida.

Questo perché in un mondo 2D isometrico come Morbid è difficile identificare rapidamente gli elementi "solidi" del fondale con quelli attraversabili. Il risultato è che si incappa in numerosi muri invisibili che impediscono la libera esplorazione: considerando l'esistenza di segreti e stradine nascoste con loot pregiato, si tratta di un problema che affronterete con frequenza.

Boss e miniboss troveranno un posto d'onore nei vostri incubi.

Loot e battle system sono altri punti cruciali dell'esperienza e, anche in questo caso, abbiamo a che fare con alti e bassi. La gestione dell'inventario funziona in modo simile a Diablo: oggetti e armi che raccoglieremo saranno riposti in un inventario a griglia e sarà il giocatore a decidere cosa tenere e cosa abbandonare. La nostra saccoccia è relativamente capiente ma quando inizieranno ad arrivare le prime armi (che occupano molteplici slot), basterà veramente poco prima di dover cominciare a fare pulizie.

Fortunatamente non esistono oggetti unici o irrecuperabili, quindi potete lasciare dietro tutto quello che volete senza rimorso. E sì, diciamo "lasciare dietro" poiché in Morbid non esistono casse in cui depositare i propri beni o negozianti: tutto si ottiene sul posto e tutto lo si abbandona sul posto. Ciò costringe il giocatore a sorvegliare costantemente le proprie risorse e a non affezionarsi troppo a qualcosa, aggiungendo un salutare pizzico di sfida e d'ingegno.

Il combattimento, sebbene interessante, è incredibilmente basilare e debole, con attacchi normali e potenti, tutti legnosi e privi di mordente. Potremo far affidamento su armi di varia natura, come spade e asce, ma anche su strumenti a lungo raggio come fucili e balestre. Scordatevi le parametrie alla Dark Souls: qui ogni arma ha principalmente due valori, rapidità e forza. Per fortuna, potremo personalizzare le nostre dotazioni con varie rune magiche, in grado di fornire bonus elementali o parametri migliori.

Non avremo a disposizione una grande varietà di armi o di rune, ma la quantità dovrebbe essere sufficiente per le vostre sperimentazioni. Queste armi, fra l'altro, saranno l'unico equipaggiamento disponibile: niente armature o accessori. La scelta degli sviluppatori incontrerà l'approvazione di chi cerca un'avventura semplice e priva di rimuginazioni, ma anche la delusione dei giocatori hardcore, che potrebbero non gradire una tale banalizzazione.

Tentacoli, bubboni e budella? Tutto nella norma in Morbid!

In ogni caso, è inutile lamentarsi di una personalizzazione misera e di un battle system semplice, dato che il gioco in sé non eccelle per difficoltà: i nemici base, dall'IA non pervenuta, saranno relativamente lenti e facili da eliminare. E i loro pattern di attacco sono evitabili senza troppa fatica con una schivata o una parata ben riuscita. Anzi, dimenticate pure il parry, rischioso e dalla tempistica ridotta: le rotolate bastano e avanzano.

Esiste anche lo stealth, il quale vi permette di effettuare colpi critici ai nemici ignari, ma si tratta di una meccanica oggettivamente inutile e superflua che smetterete di usare, se non dimenticarla del tutto, dopo pochi minuti.

Altresì superflua è la salute mentale, altra feature di Morbid: subendo danni e incontrando le orride creature del gioco, la psiche della protagonista degenererà progressivamente e questo sono solo influenzerà l'esperienza ottenibile, ma causerà anche causerà l'apparizione di fantasmi e di illusioni. Il problema? Mantenere la salute mentale, grazie agli abbondanti rimedi sparsi nel gioco, è talmente semplice che è possibile completare l'intera avventura senza impazzire manco una volta. Siamo quindi di fronte a una feature perfettamente contestualizzata, ma dalla ridotta efficacia.

Sconfiggendo i nemici, oppure completando le (povere) quest secondarie, otterremo esperienza e Skill Point che potremo investire nei vari checkpoint, nel miglioramento delle Benedizioni e in bonus passivi, che forniranno vantaggi di ogni tipo. Anche in questo caso la loro varietà ed efficacia è altalenante, ma la possibilità di scelta e sperimentazione esiste, quindi sentitevi liberi di testarli senza rimorso.

Scordatevi strategie e tattiche: l'IA degli avversari è fin troppo elementare per adattarsi ai vostri piani.

Presso i checkpoint, inoltre, potrete recuperare le vostre energie causando di contro il respawn dei nemici e, per qualche strano motivo, dei tesori sparsi per la mappa, creando un possibile loop di item farming troppo bello per essere vero.

Il discorso sulla semplicità degli scontri, fortunatamente, non si applica a miniboss e boss principali, dotati di molteplici attacchi letali, nonché di un'aggressività fuori dal comune. Se li sottovaluterete la morte sarà inevitabile. Per fortuna, a differenza di altri soulslike, alla vostra sconfitta non perderete assolutamente nulla: oggetti, esperienza e skill point, tutto resterà in vostro possesso perfino dopo 10 o 20 morti consecutive. Anche in questo caso i giocatori hardcore avrebbero sicuramente gradito una sfida più punitiva. Per i neofiti sarà invece una manna dal cielo.

Degno di nota, senza alcuna riserva, è invece il comparto audio, con temi perfettamente in linea con l'avventura, che aumentano di intensità e vigore se ci avvicineremo alla morte. Un tocco di classe, questo, che non si vede molto spesso in giro.

Purtroppo, in conclusione, dobbiamo segnalare un problema difficile da ignorare: Morbid è piagato da alcuni bug e glitch evidenti, i quali meritano una menzione nonostante le promesse di fix degli sviluppatori. Sebbene alcuni di essi siano semplici e innocenti, come la possibilità di raccogliere qualcosa con l'inventario pieno, il bug più grave di tutti appare proprio alla fine, una volta eliminato il boss finale dopo 8-9 ore di gioco. Ci riferiamo a un freeze totale che interrompe la progressione della cutscene e la visione del finale. Ripetiamo, gli sviluppatori hanno promesso di sistemare tutto con delle patch, ma dobbiamo comunque segnalare questi inconvenienti.

I boss rappresenteranno l'unica vera sfida del gioco, ma l'assenza di qualsivoglia penalità alla morte li rendono meno problematici del previsto.

Morbid: The Seven Acolytes è un'avventura molto ambiziosa, forse troppo. Nonostante le chiare ispirazioni a Bloodborne, si tratta di un titolo dalla forte personalità, risultato di una visione chiara e concisa, che fa della direzione artistica e del comparto audio i suoi principali punti di forza, per poi però deludere in tutto il resto.

La difficoltà generalmente bassa, boss esclusi, unita a un gameplay basilare e privo di mordente, macchiano quello che poteva essere un gioco degno di nota e con idee interessanti.

5 / 10

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A proposito dell'autore

Marcello Ruina

Contributor

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