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Natale e Capodanno in Animal Crossing

L'accogliente ritorno dell'uguale.

I gesti di ogni videogiocatore sono tanti piccoli rituali. Inserire il gioco nel lettore e impugnare il joypad. La visione dei loghi pubblicitari prima del menù di avvio. Il giro di craft e buff prima di affrontare un raid impegnativo. L'attento controllo delle opzioni e degli hardware utilizzati. L'apertura e chiusura di uno streaming. Ma può anche essere qualcosa di più personale: dal controllo della friendlist alla gestione dell'inventario.

Animal Crossing è la somma di queste abitudini, è un videogioco fatto di ritualità quasi sacra. Si comincia col controllare la posta, si continua con la raccolta di frutta, fossili, insetti. Si va avanti con la compra-vendita di rape, con il continuo rapportarsi con quel Tom Nook "senza scrupoli" che vorrebbe che il mutuo del Villager non si estinguesse mai. Si finisce con l'attesa dei giorni in cui qualche NPC particolare possa venderci le rarità di cui abbiamo bisogno.

Animal Crossing è un appuntamento giornaliero e inevitabile: per qualcuno è delicato e intenso come potare un giardino, per qualcun altro breve come aprire le tende per far entrare la luce del sole. Ogni giocatore si lascia condurre da una sequenza di azioni inevitabile, ma è libero di imporre il proprio gusto estetico, il proprio ritmo, il proprio respiro.

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Nel suo essere un programma, Animal Crossing ha bisogno di inventarsi l'imprevisto. Introduce nel suo schema ripetitivo gli eventi tematici e le feste, che nel loro ciclo costante ampliano la portata di quel rituale fatto di raccolte, regali agli abitanti del villaggio e stagioni che si susseguono con le loro caratteristiche uniche, ma in fondo sempre uguali. Dopo vent'anni di sequel, per far presa sul giocatore non basta la quantità di eventi e l'innovazione grafica; Animal Crossing deve reggersi sulla varietà.

Di anno in anno, il bonsai di Nintendo ha cambiato qualcosa, e gli eventi di Natale e Capodanno non fanno eccezione. Ripercorriamo le forme che queste feste hanno assunto nel simulatore slice of life più importante del 2020, a cominciare dalla prima generazione di videogiochi della serie, quella che va da Animal Forest per Nintendo 64 ad Animal Crossing per Game Cube.

Il Natale, presentato come Giorno dei Giocattoli (Toy Day), in origine corrispondeva al 23 dicembre, mentre oggi combacia con la vigilia. Come tutte le festività in-game spingeva i personaggi intorno al Pozzo dei Desideri, dove lo storico sindaco-testuggine, Tortimer, si prodigava in auguri e in un regalo per l'abitante. Già allora faceva la sua comparsa un NPC molto amato, la renna Jingle: appariva dalla sera in abito rosso, per ricompensare ulteriormente i giocatori con un set di oggetti a tema.

Addobbi, luci e nuovi vestiti a tema arricchiscono l'inverno di Animal Crossing: New Horizon.

In City Folk, nel 2008, Jingle si nasconde nelle case distribuendo il suo arsenale di mobili. Gli oggetti della Jingle Series hanno texture verdi e rosse, merletti e immagini di regali impacchettati. È logico che in un mondo popolato da animali antropomorfi, sia Rudolph a fare il lavoro di Babbo Natale. Da New Leaf, però, le cose cambiano: Babbo Natale diventa il giocatore. Spinto a vestirsi per l'occasione, avrà il compito di distribuire oggetti ai vicini di casa, sulla base delle informazioni raccolte durante il mese.

New Horizon, che ha introdotto un sistema di crafting, fa lo stesso e in più invita a produrre carte da regalo. Animal Crossing continua a proporre oggetti a tempo nei negozi, mentre grazie alla componente online e ai punti Nook fa leva sull'altruismo e la collaborazione tra giocatori, così da ricreare la magia del Natale. Certo tutto questo non sarebbe possibile senza una resa della stagione invernale ad hoc: neve ovunque, maglioni, berretti e addobbi, trasformano l'isola in un luogo magico.

Il Giorno dei Giocattoli ha sempre avuto un brano apposito, che oggi come nel 2001 è rimasto invariato, pur con qualche variante strumentale. Una particolarità di New Horizon è che tiene conto dell'emisfero in cui il giocatore festeggia: nel caso in cui si decida di giocare nell'emisfero australe, infatti, il brano musicale avrà maracas e un ritmo estivo. Il diavolo si nasconde nei dettagli.

La visione di un'aurora boreale digitale può rendere indimenticabili gli ultimi giorni dell'anno.

Anche il Capodanno è una festività ricorrente della saga, diviso in vigilia e primo giorno dell'anno. A tarda sera comincia il conto alla rovescia, allestito in un tabellone della piazza principale. Il countdown si conclude con un climax di fuochi d'artificio, inni e allegria generale. Durante il giorno sarà possibile ottenere fiaccole, botti, fischi di vario genere, cappelli da festa e altre chincaglierie, come i party popper di Tom Nook. Fino a City Folk Tortimer era parte integrante della festa, come sempre con un regalo per il giocatore. Da New Leaf in poi, sarà Isabelle a far gli onori di casa.

Il primo di gennaio, è il momento di tirare le somme dell'anno trascorso e pianificare quello venturo. In termini di gioco, significa ricevere lettere e soldi, il motore pulsante del gameplay di Animal Crossing. Ma arriveranno anche regali d'altro genere, come magliette con la data del nuovo anno (feature di City Folk) o mobili che rappresentano l'animale dell'anno secondo il calendario cinese (New Leaf). New Horizon non si discosta dalla tradizione, ma il conto alla rovescia comincia dalle 19:00 e ogni isola, si sa, è ormai aperta agli ospiti di tutto il mondo.

Una nota conclusiva di colore. In New Horizon si festeggia anche il capodanno cinese, che nel 2021 corrisponderà al 12 febbraio. Purtroppo l'evento è limitato ai dialoghi degli abitanti e a una lettera da parte della madre dell'Abitante. Considerando che in passato ciò avveniva soltanto nelle versioni sud coreane di City Folk e New Leaf, si parla comunque di un altro "glitch" prezioso, che interrompe la quotidiana normalità di Animal Crossing.

La renna Jingle è l'NPC speciale che si occupa di distribuire i regali durante il Giorno dei Giocattoli.

Questo breve excursus, che è un omaggio alla profondità del più semplice dei gesti, è anche una lente di ingrandimento sulle possibilità offerte dai videogiochi. Non servono sempre meccaniche strabilianti e geniali, né ritrovi online giganteschi. A volte è sufficiente, per citare un nostro amato trio di comici, accorgersi del cosmo sul comò: del molto a portata di mano.

In questo 2020, Animal Crossing è stato usato come piattaforma politica, come luogo sicuro e come punto di contatto quando il Covid ha isolato amici e vicini. Le sue festività sono piccoli momenti di serenità per chi, magari, passa il resto dell'anno come un Doom Slayer. Un universo, in quello che sembrerebbe il piccolo spazio di un'isola.

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Animal Crossing

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A proposito dell'autore
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Antonino Fiore

Contributor

Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.
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