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Super Meat Boy Forever - recensione

Il ritorno del platform che ha fatto storia!

Dieci anni, un'era geologica fa, quanto meno per il nostro hobby preferito. E nel caso non conosceste il celebre platform Super Meat Boy, le pagine del web rivelano che fu apprezzato soprattutto dagli hardcore gamer vecchio stampo, attirati per il suo level design intricato ma divertente, nonché capace di fondere uno stile irriverente e una difficoltà impegnativa in un concentrato di fallimenti a profusione.

C'è da dire però che in questo lasso di tempo non siamo rimasti a bocca asciutta, considerate le varie alternative che il genere platform è stato in grado di proporci. E se ci siamo crogiolati vivendo altri titoli del medesimo stampo, è perché ancora non avevamo tra le mani Super Meat Boy Forever, prosieguo diretto del celeberrimo primo episodio dello sviluppatore Team Meat.

In Super Meat Boy Forever vestiamo nuovamente i panni del Meat Boy, che si ritrova a salvare suo figlio dalle grinfie del Dr Fetus, un feto tutt'altro che amichevole di cui conosciamo la crudeltà poiché in passato rapì l'amata Bandage Girl. Insomma, in dieci anni il nostro protagonista ha tirato su famiglia, mentre il suo rivale preparava la sua vendetta come il peggior cattivo di un film Disney Pixar.

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Rispetto al passato Super Meat Boy Forever prende una strada che potrebbe non accontentare gli appassionati, andando a inimicarsi persino quegli hardcore gamer affascinati dal capitolo precedente. Il nuovo titolo dei Team Meat abbraccia infatti il genere degli endless runner col protagonista principale che si muove in livelli generati casualmente, fornendo un'esperienza diversa a ciascun videogiocatore, una scelta apprezzabile anche dal punto di vista della rigiocabilità. Tanto per farcene un'idea, Team Meat ha confezionato la bellezza di settemila livelli disegnati a mano, con tutte le difficoltà che ci attendono bramose di ridere dei nostri fallimenti, soprattutto grazie al pregevole lavoro nel level design.

Solo due comandi possono farci sopravvivere: uno per saltare e menare un pugno e l'altro per abbassarsi, perciò non c'è la possibilità di muovere il personaggio a nostro piacimento. Detta così sembra facile ma non lo è per niente: trovandoci appunto di fronte alle temute seghe rotanti pronte a farci a brandelli e alle tante situazioni che possono presentarsi, a fare la differenza sono i nostri riflessi.

Esitare è una sconfitta, direbbe un famigerato personaggio dei videogiochi. E lo è soprattutto in quei momenti concitati che non possiamo evitare se vogliamo avanzare nel gioco. Osservare un percorso è dunque necessario, soprattutto se vogliamo sopravvivere alle tante situazioni che possono presentarsi inaspettatamente di fronte a noi.

Ecco il nostro pestifero figlioletto assieme allo spietato Dr. Fetus!

Di certo abbiamo apprezzato il tentativo di offrire un gameplay impegnativo, anche se avremmo preferito muovere direttamente Meat Boy così da non ripetere all'infinito dei livelli di cui abbiamo appreso i tempi di reazione delle trappole e dei nemici con troppa semplicità, permettendoci in questo modo di superare senza troppe pretese alcuni dei mondi generati casualmente dal titolo.

L'importante è evitare le grosse lame rotanti posizionate con una cura maniacale per impedirci di accorrere in aiuto del nostro figlioletto. Ma non solo: c'è una modesta varietà di nemici.

Può capitarci per esempio di essere catturati da un mostriciattolo viola, da cui possiamo liberarci sferrandogli dei colpi per impedire che possa suicidarsi, provocando così anche la nostra dipartita. Come se non bastasse, sono presenti dei funghetti letali simili a quelli già visti in Super Mario, tanto carini e simpatici quanto estremamente insopportabili.

Meglio non scivolare su quelle lame!

Ma se pensiamo che i funghetti o i mostriciattoli siano il nostro vero problema, è perché non abbiamo ancora conosciuto i boss creati dal Team Meat. Ognuno di essi ha caratteristiche differenti e debolezze che dobbiamo cercare sin dal primo istante in cui inizia lo scontro, col serio rischio di morire per una nostra distrazione.

Avete capito bene: se sbagliamo di un millimetro, siamo costretti a ricominciare lo scontro daccapo. E così via, finché non impariamo a schivare al momento giusto o a colpire col tempismo adatto il boss che affrontiamo. La morte è inevitabile, soprattutto contro quel simpaticone del boss finale.

Se però ci vogliamo male, c'è persino la possibilità di ripetere i livelli nella modalità Dark Side alla ricerca del punteggio perfetto, in cui compare una fitta nebbia che non ci permette di scrutare dove siano i nemici né come siano posizionate le trappole.

E se proprio non vogliamo staccarci dal nuovo titolo del Team Meat, non mancano le citazioni ai videogiochi più importanti e apprezzati dagli appassionati. Ogni mondo ha la sua Warp Zone, un livello aggiuntivo da scoprire che rende omaggio ad alcuni titoli storici del passato.

Le bossfight sono divertenti e simpatiche, oltre che difficili ed estremamente punitive. Armatevi di tanta pazienza.

Super Meat Boy è parecchio punitivo poiché ogni azione deve essere eseguita alla perfezione. Sfortunatamente abbiamo notato un problema di input lag che in un titolo così complesso può portarci a fallire ripetutamente.

Senza ombra di dubbio Super Meat Boy Forever resta comunque un titolo godibile, pur abbandonando i fasti di un tempo per abbracciare uno stile diverso e meno memorabile.

Super Meat Boy Forever è un prodotto parzialmente controverso, un'opera che se da un lato sa porsi in contatto con il suo predecessore grazie ad un medesimo e distintivo stile, dall'altro offre una formula di gioco differente nella sua struttura di base, che potrebbe anche non soddisfare appieno i puristi del precedente capitolo.

7 / 10

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Super Meat Boy Forever

Android, iOS, PS4, Xbox One, PC, Nintendo Switch

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A proposito dell'autore
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Nicholas Mercurio

Contributor

Classe '95, Nicholas ama i videogiochi difficili e gli RPG, non disdegna gli indie e fa incetta di titoli ogni volta che può, per riempire la sua preziosa collezione. Uno scapestrato, in tutto e per tutto.
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