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Nioh 2: The Complete Edition - recensione

Una danza di Yokai, spade e sangue.

Un samurai esplora un villaggio abbandonato, con la katana sguainata varca una coltre di nebbia. Entra così nella dimensione degli Yokai: nell'aria riecheggiano i lamenti delle anime in tormento. I passi di un demone rimbombano minacciosi, lì dove cammina sbocciano fiori rossi intinti di sangue. Faccia a faccia con il samurai, ruggisce. Comincia un duello mortale, una danza di lame e artigli.

Questa è l'atmosfera, magica e oscura, che troverete in Nioh 2: The Complete Edition, firmato Team Ninja e prodotto da Koei Tecmo. Non si tratta soltanto di un porting per PC e PlayStation 5 di Nioh 2, uscito lo scorso marzo, ma è in tutto e per tutto una remaster. Include i tre DLC già usciti e oggetti extra, come l'elmo della Valve, esclusivo per la versione Steam. Promette una grafica più dettagliata e prestazioni migliori che in passato. Tra le nuove feature: compatibilità con monitor 144Hz, 4K e Ultra Wide. 120 FPS, HDR e DLSS. Aggiornamenti tecnici, quindi, ma vitali per un action RPG soulslike che molto (troppo) eredita dal precedente Nioh.

Non è un mistero che dopo un primo capitolo capace di influenzare persino la stessa FromSoftware, grazie a un battle system intricatissimo, il franchise s'è cullato sugli allori e s'è fatto poco audace. Non soltanto per quanto riguarda il riutilizzo eccessivo di asset, mostri e scenari. C'è un alone di già visto (e pigrizia) che pesa sulle missioni, troppo simili l'un l'altra. La versione PC del primo Nioh, tra l'altro, all'uscita non era eccelsa: sforzava eccessivamente gli hardware e mancava del supporto per tastiera e mouse. È più che legittima, perciò, la paura di trovarsi di fronte a un altro porting problematico.

Cover image for YouTube videoThe Nioh Collection - Announce Trailer | PS5

Tagliamo subito la testa al toro. Nioh 2, testato su PC, si comporta bene, ma non stupisce. A causa di alcuni problemi di stuttering il framerate non è sempre stabile, ma resta un prodotto godibile e lo si gioca senza veri intoppi. L'illuminazione è evocativa, in rari casi troppo soffusa. Se la promessa della compatibilità ai nuovi schermi è stata rispettata, c'è da dire che lo scheletro del gioco base è fin troppo ancorato al Nioh del 2017. Il cursore del mouse a volte sovrasta i menù. I tutorial, a prescindere dal gamepad usato, sono i comandi tipici di Sony. Piccoli fastidi da hot fix, è vero. E nulla che non sia già saltato fuori durante l'esame della preview.

È evidente che gli sviluppatori si siano concentrati sulla versione PlayStation 5. Non a caso, le opzioni grafiche a cui avrete accesso sono limitate: il massimo a cui potrete aspirare sarà la versione cinema che avreste su console, con il vantaggio del framerate elevato. Il vero selling point della versione per PC, triste ma vero, è quindi la possibilità di giocarlo in mancanza di una console. Ma per fortuna, i giochi non sono soltanto grafica. Cos'altro aspettarsi quindi da uno degli action più longevi e impegnativi degli ultimi anni? A fronte di un porting che fa il minimo indispensabile, vale la pena acquistarlo?

Partiamo da trama e ambientazione. Innanzitutto vestirete i panni di Hide, un Metamorfo metà umano e per metà demone. Potrete modificarne aspetto, sesso e affidargli uno Yokai con cui comincerete l'avventura. Insieme al furbo Tokichiro, un cercatore di pietre dello spirito (chiamate Amrita, l'esperienza del gioco), parteciperete all'unificazione del Giappone durante l'era Sengoku. La trama avanza per brevi cutscene e il mondo è approfondito nei file di testo e nella descrizione degli oggetti.

Per gli amanti della storia e della mitologia giapponese, Nioh 2 è un'interessante rivisitazione fantasy del XVI secolo. Incontrerete condottieri del calibro di Oda Nobunaga, ma anche creature del folklore nipponico. Si scava a fondo, fino alle radici del mito, per scovare non solo le entità rimaste al di fuori di Nioh, ma per definire meglio lore e funzionamento del mondo di gioco.

Il gameplay è profondo e dinamico. Il battle system, vanto più grande di Nioh 2, è incentrato sulla gestione del Ki: una barra di stamina che permette di eseguire lunghe combo, difendersi o schivare. Se viene esaurita è facile essere sbilanciati, a seconda della statistica di Robustezza (l'equivalente dell'Equilibrio in Dark Souls). Tra una combo e l'altra, premendo il grilletto, si esegue il Ritmo Ki: una tecnica di respirazione che permette di mantenere alto il valore della stamina.

È importante imparare il moveset dei boss. L'Enenra, per esempio, si scompone in fumo e oscurità: bisogna prevederne le mosse per non farsi abbattere.

Esiste una seconda risorsa, la barra Amrita, per eseguire tecniche speciali ottenute dai demoni o un contrattacco demoniaco. La barra Anima, infine, trasforma momentaneamente in demoni: un'esplosione di potenza che semplifica Nioh 2 e lo avvicina, a tratti, proprio a Ninja Gaiden.

Si possono equipaggiare due armi bianche per volta. Ognuna ha tre impugnature (bassa, media, alta): alternarle dà ai propri attacchi angolazione, velocità e bonus differenti. Le armi a distanza sono di tre tipi: archi, fucili e schioppi. Permettono di uccidere istantaneamente i nemici più deboli, grazie a un sistema di mira ben implementato, con tanto di colpi alla testa.

Altri elementi che arricchiscono il gameplay sono le magie Onmyo e i Jutsu da ninja, che forniscono strumenti di combattimento unici, come shuriken e talismani di protezione. Abilità ulteriori si acquisiscono da uno skill tree molto complesso, che include armi, magie, jutsu e tecniche da demone. I punti da spendere nei power up si ricavano da oggetti oppure con l'utilizzo in combattimento di armi e strumenti; è un sistema interessante, che si adatta a ciascun giocatore e premia equamente sia la sperimentazione che la specializzazione.

Il mondo non è interconnesso come nelle architetture di Hidetaka Miyazaki, ma lo sono i livelli, con scorciatoie e risorse saggiamente distribuite. Trattandosi di un soulslike, prima dell'incontro con il boss di fine livello si procede un santuario/checkpoint alla volta, per utilizzare l'esperienza accumulata sconfiggendo i nemici. In caso di morte, l'esperienza resta al suolo, e deve essere raccolta prima di morire una seconda volta. Formula vincente non si cambia, ma è bene sottolineare come la disposizione dei santuari sia ben calibrata.

Gli spiriti guardiani potenziano le statistiche del giocatore e sbloccano alcune abilità speciali.

Il level up procede una statistica per volta. Alcune di queste sono requisiti per sfruttare a pieno le armature. Altre servono più semplicemente ad aumentare il carico di oggetti trasportabili, la vita, il Ki, la resistenza elementale e il danno inferto. Nioh 2 si tratta di un looter, quindi ogni equipaggiamento ha un livello e una lista di abilità semi-casuale, che può essere modificata con l'ausilio del fabbro. Gran parte del fascino del gioco sta proprio nel completare set efficaci e nel costruirsi build intricate, che puntano al danno elementale, allo sbilanciamento o a causare status alterati (come la potentissima paralisi).

Le missioni principali, identificate in rosso, portano avanti la trama. Le secondarie permettono di approfondire il mondo, conoscere nuovi NPC, riaffrontare boss e sbloccare nuovi spiriti o potenziamenti per il fabbro. Le missioni crepuscolo sono missioni a difficoltà elevata, che ciclano giornalmente e che sono consigliate ai più esperti. Il post-game, al di là dei DLC che aumentano la longevità della trama, è ricco di missioni semi procedurali. Il NG+ introduce nemici con buff anche molto pericolosi, ed è sicuramente una gioia per i giocatori più hardcore.

Le missioni di Nioh 2 ripropongono in eccesso aree già visitate. Cambia la tipologia di nemici che si incontrano, ma il risultato finale è ripetitivo, a tratti banale. Molte le missioni ad arena, un espediente che toglie spazio a possibili mid-boss. Assurda la presenza di zone già viste nel primo Nioh, riproposte integralmente: è il caso del livello delle terme. Niente di grave per chi cerca gli scontri puri e vuole mettere alla prova il proprio equipaggiamento e i propri riflessi. Ma si perde quel senso di esplorazione e stupore con il quale FromSoftware ha costruito il suo olimpo.

Nei livelli sono disseminati spiriti di giocatori ed NPC, da evocare per sfidarne il fantasma o per semplificare lo scontro con i boss. Il multiplayer cooperativo funziona in modo più efficace che nei Souls: tre giocatori accedono a una missione e hanno delle vite condivise per poterla completare. La missione è più complessa del normale e il completamento premia tutti i giocatori. Rispetto a Nioh è stata rimossa la modalità PvP, a causa dell'impossibilità di creare un ecosistema bilanciato.

Nioh 2 è un prequel, incontrerete alcune vecchie conoscenze e non mancheranno i riferimenti all'avventura di William.

La colonna sonora è ottima, con diversi temi a seconda della regione esplorata. Anche in questo caso purtroppo ci sono dei brani riciclati dal predecessore. All'interno delle missioni è pregevole la presenza di effetti sonori al limite dell'horror, tra campane misteriose, pianti demoniaci, canne mosse dal vento e fiamme scoppiettanti. Se Nioh 2 non vince in varietà, regge decisamente in termini di pura atmosfera.

In conclusione, chi stesse aspettando questa versione in cerca di novità sostanziali o di un aggiornamento grafico tale da giustificare una nuova run, tenga a mente che ha di fronte un porting che fa il minimo indispensabile. Chi non avesse giocato Nioh 2, avrà invece l'occasione di recuperarlo nella sua interezza. Avrà di fronte un gioco impegnativo, con un gameplay profondo e intelligente. I neofiti digiuni del primo Nioh potranno riuscire a soprassedere sul riutilizzo di scenari e mostri.

Più che un'occasione mancata, Nioh 2: The Complete Edition sembra un'occasione che i produttori hanno cercato in tutti i modi di non farsi sfuggire, prima del passaggio definitivo dalla fase cross-gen alla pura next-gen. Tenendo conto dei limiti del porting, la nostra valutazione si limita a confermare il voto dato originariamente a Nioh 2, un gioco longevo e complesso, con un battle system fenomenale.

8 / 10

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Antonino Fiore

Contributor

Classe 1993, in squadra dal 2018. Ha scoperto i videogiochi con i floppy dell’Amiga e da allora vive, sbalzato temporalmente, una generazione indietro. Dalle avventure grafiche agli horror, è un accanito retrogamer e un vorace escapista. Con gli anni ha realizzato d’essere, più che altro, un semplice Homo Ludens. Megaman e Suikoden sono i suoi punti deboli.

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