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Chia, la criptomoneta "rivale" del Bitcoin che starebbe distruggendo il mercato degli hard disk

Lo ammette il creatore stesso.

L'alternativa (teoricamente) green ai bitcoin forse sta creando più problemi di quanti ne dovrebbe risolvere, in primis al mercato dei dispositivi di stoccaggio dati. Questo è quanto emerge dai primi dati sull'esordio della cryptovaluta Chia, che si basa su fondamenti diversi dal Bitcoin.

Mentre il Bitcoin viene "creato" e mantenuto da GPU costantemente impegnate in calcoli "formali" utilizzati come indicatori, Chia deriva dall'utilizzo costante di hard disk stipati di dati appositi. Secondo il suo creatore, Gene Hoffman, questo è un procedimento molto più ecologico, poiché consuma molta meno energia per essere mantenuto.

In più, in molti hanno sperato che ripartire il "carico" delle cryptovalute anche sui dischi rigidi avrebbe contribuito sensibilmente a diminuire la caccia selvaggia alle schede video delle ultime stagioni. A quanto pare, però, Chia si è semplicemente aggiunta al Bitcoin, senza prenderne una "fetta" di mercato liberando il mercato delle GPU "in ostaggio".

Purtroppo, non è tutto oro quel che luccica (seppur virtualmente): il consumo elettrico è sì ridotto, ma comunque presente, gli hard disk in uso hanno un'elevata probabilità di usurarsi in pochissimo tempo e, naturalmente, anche questa categoria di device sta diventando richiestissima, in alcuni casi di difficile reperimento... con conseguente aumento dei prezzi.

Fonte: New Scientist

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Marco Lucio Papaleo

Contributor

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