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Amnesia: The Dark Descent

Discesa nella follia.

Dite la verità, quanto sono belli i giochi in cui è possibile tornare nelle stanze o nei livelli già visitati e ritrovare tutto come l'avevamo lasciato, senza che qualcuno rimetta tutto magicamente a posto? Sono piccoli particolari che magari non aggiungono nulla al gameplay, ma che a livello emozionale fanno la differenza. Amnesia, il nuovo gioco degli sviluppatori di Penumbra, forse non ci regalerà una cura per i dettagli del genere, ma dal punto di vista dell'atmosfera e dell'immersione sembra promettere dannatamente bene.

Sarà un gioco dai toni dark, nel quale il nostro principale nemico sarà l'oscurità stessa e non solo quello che si cela al suo interno. Sarà un viaggio verso la pura follia.

Il protagonista, Daniel, è afflitto da una grave amnesia e combatte ogni giorno per mantenere almeno alcuni dei suoi ricordi. Intrappolato in un gigantesco edificio, Daniel sta lentamente scivolando verso il baratro della pazzia. Le mura, le finestre e tutto quello che compone quel maledetto palazzo lo stanno inghiottendo e tutto sembra marcire e collassare intorno a lui.

Inizialmente il gioco ha un apparenza quasi normale.

Se avete già giocato con uno qualsiasi dei capitoli di Penumbra, il sistema di gioco di Amnesia vi sarà subito familiare. Si gioca interamente in soggettiva, ma la velocità di spostamento è decisamente più lenta rispetto a quella degli FPS. Si cammina piuttosto che correre e si può interagire con molti degli oggetti presenti sullo schermo.

Proprio il sistema d'interazione con gli scenari rende Amnesia, così come Penumbra, differente dal 90% delle avventure in commercio. Per aprire un cassetto, ad esempio, non basterà cliccarci sopra e aspettarne l'animazione. Si posiziona il puntatore sul cassetto, si clicca e si tira indietro il mouse come se si aprisse realmente il mobile. Stesso discorso per le porte e tutti gli altri oggetti che possono essere manipolati.

C'è una, ehm, cosa che spunta dalla fontana... e ha anche due gambe!

Amnesia è stato concepito per spaventare il giocatore non solo con le consuete inquadrature scenografiche, ma anche con qualche bel colpo ad effetto e delle creature che spuntano dai posti più impensati. A differenza di altri titoli simili però, non si hanno armi a disposizione e questo corregge uno dei peggiori difetti di Penumbra, i combattimenti. Niente scontri con i nemici quindi, se vedete qualcosa che pensate possa essere pericolosa... correte!

Come dicevamo all'inizio però, il nemico principale di Daniel è l'oscurità. Le fonti d'illuminazione sono ridotte ai minimi termini e alcuni ambienti sono immersi nel buio più pesto. Si ha a disposizione una lampada a petrolio, ma la sua "carica" dura poco e l'olio per rifornirla è estremamente raro. La luce è una compagna preziosa ma capricciosa, che dovrete amministrare con parsimonia per tutta la durata del gioco.

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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