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Apsulov: End of Gods recensione - Un horror insolito, un'occasione mancata

Tecnologia e mitologia si fondono nel sangue.

Esiste la fantascienza ed esiste la mitologia: una narra di ipotetici futuri e l'altra di fantasiosi passati. Poi c'è Apsulov: End of Gods, che prende spunto da entrambi questi filoni, li miscela e dà vita ad un horror potenzialmente molto interessante. Come spesso accade l'orrore si scatena in seguito all'ossessiva curiosità dell'essere umano, che scavando sempre più in profondità alla ricerca di "qualcosa" finisce per risvegliare ciò che sarebbe dovuto rimanere sepolto per sempre.

A farne le spese in questo caso è una donna di cui vestiremo gli scomodi panni fin dal suo risveglio in uno strano laboratorio sotterraneo. È vittima di uno strano esperimento e a condurlo è una strana voce che assomiglia molto a quella di GLaDOS della serie Portal. A quanto pare in lei sono riposte le speranze di creare un essere superiore, una predestinata... ma queste vengono spazzate via da un test fallito (e non importa quanto proverete a ripeterlo, lo fallirete comunque).

La donna da quel momento viene vista come un essere da perseguitare e togliere di mezzo, ma qualcuno ha progetti diversi per lei. Un'altra voce le dice che per capire cosa stia succedendo dovrà uscire da quel luogo, seguendo i segni che sono stati lasciati lungo il percorso. Tali segni non sono visibili ad un occhio normale, per distinguerli è necessario attivare una speciale visione capace di evidenziare messaggi nascosti e rune antiche.

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Da quel momento inizia una corsa disperata verso la conoscenza e la salvezza, ma non sarà per niente facile. Quel luogo da incubo è popolato da strane creature dalla vaga forma umana che indossano quella che sembra una maschera da cervo. Sono dappertutto e sembrano disperarsi e piangere per qualcosa, ma non appena avvertono la presenza di un altro essere diventano fameliche ed estremamente aggressive.

L'inizio di Apsulov: End of Gods ci ha davvero sorpresi. Ci aspettavamo il classico horror con mostri ed armi e invece ci siamo trovati nei panni inermi di una fanciulla immersa in un inferno buio come la notte, che ha l'obbligo di fidarsi di una voce per avere una minima speranza di sopravvivenza. Scappare è l'unica via, ma farlo senza criterio non porterà a buone conseguenze.

Alle creature che incontrerete basteranno pochi colpi per ridurvi in fin di vita, anzi per spedirvi in uno strano limbo che vi concederà un'altra possibilità per tornare a sperare. All'interno di questo "livello di mezzo" sono nascosti due globi che vanno trovati e posizionati su altrettanti portali per aprire il passaggio che vi riporterà al luogo e al momento della morte. Occhio però perché non sarete soli e se il mostro che popola questo limbo dovesse raggiungervi, sarete costretti a ripartire dall'ultimo salvataggio.

Pur essendo ben lontano dal mettere alla frusta la console new-gen di Sony, Apsulov tecnicamente è più che apprezzabile.

Non vogliamo ovviamente spoilerarvi nulla della trama del gioco, anche perché il modo e i tempi con cui Apsulov dispensa le sue rivelazioni è davvero pregevole e qualsiasi tentativo di anticiparne il più piccolo boccone potrebbe rovinarne una ben più vasta porzione. Man mano ricostruirete parte di ciò che è accaduto grazie ai file audio sparsi un po' ovunque, ma occhio perché per trovarne alcuni dovrete perlustrare porzioni della mappa più pericolose della media.

Le creature misteriose che vi sono state scatenate contro in Apsulov: End of Gods affondano le loro radici (e giocando capirete che tale espressione è più che calzante) nei tempi antichi. Per la maggior parte del tempo potrete limitarvi unicamente ad evitarle muovendovi silenziosamente o a seminarle nascondendovi velocemente, seguendone poi i movimenti con la stessa visione potenziata che dovrete usare per orientarvi in questo dannato dedalo.

Se state cercando un gioco d'azione con copioso dispendio di proiettili o un'avventura con un sistema di combattimento sofisticato, ci dispiace deludervi ma qui non troverete né l'uno e né l'altro. Apsulov è un horror in cui la componente ludica è ridotta ai minimi termini. Le cose si faranno un minimo più movimentate quando potrete iniziare ad utilizzare il braccio bionico della protagonista, anch'esso frutto degli esperimenti da lei subiti.

Non vi aspettate combattimenti forsennati e pallottole che fischiano, ma il braccio bionico è uno strumento sufficiente a tirarsi fuori dai guai.

Non è una vera e propria arma di attacco, quanto piuttosto uno strumento di difesa e navigazione. Richiede una notevole energia per essere utilizzato quindi vi consigliamo di conservarne il potere per aprire passaggi altrimenti invalicabili o in casi estremi per respingere (e volendo eliminare, ma solo dopo averlo opportunamente potenziato) nemici particolarmente insistenti.

La storia continua ad essere interessante fino alla fine, che purtroppo arriva fin troppo presto, così come l'atmosfera che si mantiene su buoni livelli livello anche e soprattutto con l'entrata in gioco delle ambientazioni con marcata caratterizzazione mitologica. Purtroppo, il tentativo di creare un horror ansiogeno sulla falsariga di titoli come Alien Isolation naufraga con il passare del tempo a causa di un game design non proprio impeccabile.

A risaltare in senso negativo è soprattutto l'Intelligenza Artificiale dei nemici a dir poco deficitaria. Passati i primi jump scare il livello di tensione cala notevolmente, nonostante l'ottimo sistema di illuminazione continui a proiettare inquietanti ombre e sinistri rumori risuonino nei padiglioni auricolari, purtroppo senza il riverbero 3D che ci saremmo aspettati su PlayStation 5.

La 'visione' di cui vi è stato fatto dono vi permetterà di orientarvi ma anche di scoprire codici d'accesso altrimenti invisibili.

Se avete già avuto occasione di giocare la versione PC di Apsulov: End of Gods non avete alcun motivo per addentrarvi nuovamente in queste edizioni console, che non apportano alcun nuovo contenuto e non migliorano in alcun modo i tecnicismi dell'originale.

Nel caso invece decidiate di fare il passo e se questo alla fine dovesse anche piacervi, vi consigliamo di recuperare anche il precedente lavoro di Angry Demon Studio, Unforgiving - A Northern Hymn, considerato una sorta di prequel che condivide con Apsulov parte delle atmosfere horror pur proponendo un tipo di narrativa differente.

6 / 10

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Daniele Cucchiarelli

Contributor

Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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