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Blast Works: Build, Trade, Destroy

Pensa, costruisci, distruggi.

Da buon creativo, adoro i giochi che includono al loro interno un editor. Mi diverte sempre la possibilità di sperimentare, di modificare, di plasmare a mio piacimento qualsiasi cosa, dagli orpelli più insignificanti ad un universo intero. Ci ho messo su per giù un'oretta, ma adesso la mia minacciosa cacca volante è pronta a portare morte e distruzione nelle legioni di nemici geometrici. Ho creato un pattern di attacco, ho definito i movimenti della mia astronave-pupù, l'ho equipaggiata per bene...ed ora posso dedicarmi alla creazione di un livello adeguato in cui farla volare: la fantasia (e la mia depravazione) sono l'unico limite.

L'avrete capito insomma, mi sto discretamente divertendo.

Blast Works è un videogame decisamente particolare. La base di partenza è TUMIKI Fighters, titolo indie freeware per PC di qualche anno fa, anche se al bizzarro shooter 2D giapponese è stato affiancato un robustissimo editor che è di fatto almeno metà del cuore del gioco stesso.

Certo la scelta dello sparatutto di riferimento è già di per sé tutt'altro che casuale: in TUMIKI Fighters era infatti stata introdotta una peculiare stranezza in termini di gameplay perfetta per essere sviluppata ulteriormente. Distruggendo le astronavi nemiche i loro componenti cadevano letteralmente a pezzi, e raccogliendo i detriti le parti che una volta costituivano i mezzi avversari andavano a potenziare il vostro stesso scafo.

Il feeling da Lego cybernetico è sottolineato anche dalla piacevole art direction.

Una sorta di assurda evoluzione del mai troppo lodato Katamari Damacy, con risultati ludici esaltanti: la raccolta dei pezzi aggiuntivi infatti non soltanto consentiva di arrivare sani e salvi alla fine del livello (con incrementi significativi di potenza di fuoco e di punteggio!), ma soprattutto portava a controllare deliranti stranezze volanti. Nel giro di qualche minuto lo scafo finiva allora per ridursi ad una sorta di versione incidentata dei primi aerei dei fratelli Wright, con tanto di cannoni, dispositivi per il rilascio di mine-mongolfiera e quant'altro. A dispetto di un concept tanto spensierato ed in un certo senso "leggero", non pensate però ad un videogame accomodante e facilotto: gli shooter Kenta Choo sono dopotutto generalmente noti per la loro proverbiale bastardaggine, e Blast Works in questo senso non costituisce un eccezionale precedente. Preparatevi allora, perché persino i livelli iniziali a difficoltà Rookie si riveleranno tutt'altro che una passeggiata rilassante (in modo particolare se non siete appassionati del genere).

Sarà comunque una questione puramente di approccio, e dopo qualche sana mezz'ora trascorsa morendo a raffica inizierete ad entrare nelle dinamiche del gioco sviluppando più o meno inconsciamente tutta una serie di tattiche di sopravvivenza. Per prima cosa imparerete a servirvi come si deve del fattore detriti, e più avanti gestirete la cosa in maniera addirittura dinamica: con la semplice pressione di un tasto potrete infatti assorbire le cianfrusaglie accumulate sullo scafo del vostro mezzo, lasciando la vostra astronave più scoperta agli attacchi ma consentendovi al tempo stesso di zigzagare al meglio tra i proiettili nemici grazie alle dimensioni più contenute. In teoria, s'intende.

TUMIKI Fighters, il papà di Blast Works.

Seppur originale ed appagante, la meccanica Katamarosa risente comunque di qualche difetto: per prima cosa con uno scafo eccessivamente ingombro sarà un po' problematico identificare la vostra nave vera e propria, secondariamente nelle situazioni più congestionate sarà difficile riuscire a distinguere i nemici vivi da quelli morti, con frustranti esiti da involontari kamikaze annessi e connessi.