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Company of Heroes: Tales of Valor

Storie di guerra.

Company of Heroes: Tales of Valor è il secondo capitolo "standalone" di uno dei brand RTS più belli mai creati. Relic Entertainment ha quindi sulle spalle il dovere di ampliare e innovare un prodotto che si è già conquistato la fiducia degli appassionati. La missione non è certamente delle più facili, ma sembra che il team di sviluppo abbia pianificato con estrema attenzione le proprie mire espansionistiche.

Al giorno d'oggi, stranamente, ci sono segnali chiaramente positivi circa l'interesse che il genere stratregico sta catalizzando attorno a se. In qualche modo, tutti sentono l'esigenza di semplificare dinamiche stantie e approfondire al contempo gli aspetti più intriganti della strategia in tempo reale. Ubisoft ci ha provato su console con EndWar, sbarazzandosi tranquillamente della microgestione e attribuendo al controllo vocale una parte del gameplay, in modo da snellire ulteriormente i problemi legati all'interfaccia. C'è un motivo preciso se tiriamo in ballo EndWar. Michael de Plater di Ubisoft aveva infatti dichiarato che Company of Heroes è stato senza dubbio un capolavoro, ma sarebbe potuto risultare migliore qualora avesse abbandonato la componente della gestione economica a favore di una maggiore attenzione ai conflitti.

Relic ha già aver preso in considerazione la questione posta da de Plater in Dawn of War II: via la microgestione delle risorse e la costruzione delle basi per un più ampio risalto delle dinamiche action. Sappiamo tutti che Company of Heroes è sempre stato un titolo più cerebrale, ma con Tales of Valor si cercherà di assecondare un mercato e una platea di videogiocatori in costante evoluzione e dotati di esigenze differenti rispetto al passato. Chris Degnan di Relic ha rivelato pertanto l'esigenza di adeguarsi ai nuovi standard, offrendo un'esperienza di gioco più semplice e immediata. "Gli RTS possono talvolta essere frustranti" dichiara, "perché tutto succede in maniera talmente veloce da costringervi a prendere decisioni in tempi veramente brevi. Alcuni giocatori riescono a gestirli, altri ne vengono semplicemente sopraffatti."

Un po' di sana devastazione fa sempre bene. Anche in uno strategico.

Il primo Company of Heroes fu apprezzato per la quantità e la qualità delle opzioni offerte al giocatore. Opposing Front, la sua prima espansione, incrementò di fatto gli elementi gestionali del titolo. Relic ha perciò lavorato su questo aspetto in maniera da presentare un più efficace bilanciamento in termini di giocabilità. In Tales of Valor gran parte degli elementi gestionali sono stati eliminati, rendendo il fattore economico molto più astratto. La Campagna in singolo si concentra per lo più sulla storia, sull'azione e sulla sperimentazione.

In tale modalità verranno raccontate brevi storie di eroismo. Per essere precisi avremo tre mini-campagne, ciascuna delle quali ci mostrerà il folgorante impatto della battaglia nei confronti di determinate unità. Dopo aver esplorato le tante sfaccettature dei grandi conflitti tra interi eserciti, si avverte adesso l'opportunità di entrare in contatto con esperienze più raccolte e focalizzare così l'attenzione su meccaniche individuali. Un esempio di ciò viene offerto con il Tiger Ace, il formidabile carroarmato tedesco tramite il quale dovrete bloccare l'avanzata dei nemici in Normandia. In simili frangenti sarete quindi al comando di una sola unità, con tutti i pro e i contro del caso.

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Dario Tomaselli

Contributor

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