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Dark Souls Reloaded - Migliaia di morti, e volerne ancora

Un viaggio lungo dieci anni.

Spiegare in poche parole il percorso della serie Dark Souls non è un compito facile. Le creazioni di Hidetaka Miyazaki hanno plasmato gli ultimi dieci anni grazie a una nutrita schiera di fan accaniti e sostenitori incrollabili che hanno contribuito a proiettarle nell'Olimpo dei videogiochi, facendole primeggiare su titoli dall'imponente spessore autoriale.

Nel suo lunghissimo percorso iniziato nel lontano 1986 e maturato fino ad arrivare a Tenchu, che avrebbe ispirato Sekiro: Shadows Die Twice, FromSoftware non ha ancora commesso un passo falso. È una casa sviluppatrice celebre per avere una costanza e una creatività fuori scala, grazie ai meriti di Hidetaka Miyazaki, che nel 2014 ne è diventato presidente esecutivo dopo i successi di Dark Souls e del suo sequel.

Queste due produzioni, divenute dei veri e propri fenomeni di massa per molte anime perdute alla ricerca dell'Antica Fiamma, hanno dato il via a un periodo roseo per il team nipponico, rendendolo uno dei più rinomati, apprezzati e amati dai giocatori di tutto il mondo.

Buona parte di questo successo si può ricondurre a Demon's Souls, che ha dato origine alle trame intricate che abbiamo vissuto nelle avventure più oscure e spaventose all'interno del primo titolo del franchise. Un gioco che ebbe la prontezza di uscire in un momento in cui il fantasy era ancora un genere in grado di stupire chiunque ne fosse attratto e che, ancora oggi, riesce a incantare.

Artorias of the Abyss è probabilmente il miglior DLC realizzato su un personaggio di Dark Souls. La sua storia è toccante e offre riflessioni ed emozioni uniche.

Il successo, che diventò inarrestabile, è però da ricondurre al periodo d'oro di YouTube e all'arrivo di Twitch, le due piattaforme iconiche che hanno spinto tanti creatori di contenuti a produrre i video più disparati dedicati al franchise, da quelli incentrati sulle lore dei tre giochi, fino a difficoltose ma interessanti speedrun che hanno intrattenuto un numero incalcolabile di spettatori.

In quel periodo si parlava dell'accessibilità del primo Dark Souls, che proponeva un livello di difficoltà alto per gli standard di allora, dove le esperienze story driven andavano per la maggiore. Pubblicato il 22 settembre 2011, pochi mesi prima di Skyrim, Dark Souls fu una sorpresa che giunse in un momento non certo magro di titoli da giocare. Vittima di un'ottimizzazione poco curata, la grafica dell'epoca non regalava particolari emozioni, sebbene la direzione artistica colmasse questa lacuna per merito di un'ambientazione ispirata e avvolgente.

Quando si entra in contatto con Lordran per la prima volta, diventa difficile uscirne come se niente fosse: non si può dire di concludere veramente il primo Dark Souls se non si esplora ogni angolo della mappa di gioco. Complice un level design che è la quintessenza dell'originalità, il primo titolo rappresenta un punto d'inizio che s'è espanso con Artorias of the Abyss, un DLC (o un cut content) che racconta la storia di uno dei quattro cavalieri di Gwyn, conosciuto per aver tentato di attrversare l'Abisso, fallendo nell'impresa.

Potremmo stare ore a parlare della mitologia del primo Dark Souls, di come s'incastri col terzo capitolo e quale significato abbia la fiamma che ravviva il mondo, generata dall'unica luce capace di alimentare tutte le altre. E non stiamo parlando di un eroe senza macchia né paura, ma dei giocatori che hanno attraversato le terre di Lordran scoprendone i misteri e il passato turbolento indossando i panni logori del Non Morto Prescelto. Dark Souls Remastered, uscito per Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch, è la versione completa di questa esperienza che ha scritto una pagina indelebile nell'album dei ricordi di FromSoftware.

Una scrupolosa analisi del Digital Foundry che ha esaminato con attenzione Dark Souls Remastered, portata per l'occasione a sessanta fotogrammi al secondo. Guarda su YouTube

Avvicinandosi ai sessanta fotogrammi al secondo e garantendo una qualità dell'immagine più definita e migliorata, l'esperienza risulta godibile e apprezzabile alla vista, al contrario di quanto fosse in alcune parti dell'originale su Xbox 360 e PlayStation 3. Nei nostri ricordi sono ancora impressi i cali di frame impietosi all'interno della Città Infame, un luogo che si merita questo termine ingiurioso perché è una sezione complessa colma di nemici spregevoli pronti a tutto pur di impedirci di avanzare.

È stato poi il multiplayer, tanto nella forma delle invasioni quanto soprattutto nella natura asincrona ad aver cambiato le carte in tavola. Per comunicare, infatti, non bastava altro che scrivere dei messaggi riservati a tutti i giocatori bisognosi d'aiuto, sebbene i più esperti si siano divertiti a illudere i neofiti conducendoli molto spesso alla morte.

Abbandonando Lordran, abbiamo viaggiato in territori lussureggianti ma al contempo spaventosi, risvegliandoci nel bel mezzo di un prato ricoperto da aghifoglie e conifere. Dark Souls 2, uscito l'11 marzo 2014, è l'unico titolo della serie a non essere stato diretto da Hidetaka Miyazaki, ed è quello più discusso dalla community perché è spesso considerato il peggiore della serie.

In realtà la seconda iterazione del franchise è un'opera degna di nota, che in certi casi migliora quanto di buono è stato fatto nel primo capitolo, ammodernando la grafica per svecchiare l'impatto visivo del predecessore. Pur limitandosi a limare i modelli poligonali, a migliorare l'illuminazione ambientale e a svolgere un lavoro di ottimizzazione più curato, il risultato finale è stato piacevole. Ma pur non apportando chissà quali grossi cambiamenti nel gameplay, Dark Souls 2 non era collegato al predecessore se non da poche tracce molto ben nascoste.

Un'immagine di Dark Souls 2: Scholar of the First Sin.

Drangleic, il reame decaduto in cui sono ambientate le vicende, è un luogo affascinante e colmo di misteri. Visitarlo, però, è tanto letale quanto impegnativo: muoversi in queste lande ha portato alla morte i viandanti più curiosi, quelli inesperti che non avevano vissuto Lordran e persino i più maturi. Scholar of the First Sin, l'edizione definitiva di Dark Souls II, ha limato dei difetti di ottimizzazione e integrato i tre DLC che sono usciti tra il 22 luglio, il 26 agosto e il 30 settembre 2014.

Non stiamo parlando dei soliti riempitivi, e tanto meno di aggiunte di poco conto: la versione completa di Dark Souls II ha infatti il grande merito di aver espanso il mondo dark fantasy di Drangleic con accuratezza. Oltre ad aver limato i dettagli più piccoli come il posizionamento dei nemici, ha quintuplicato la longevità, arrivando a sforare persino le centocinquanta ore di gioco.

Viene difficile non parlare a lungo delle tre espansioni dedicate, che non solo hanno offerto tantissime ore di divertimento ma sono riuscite a ritagliarsi uno spazio talmente rilevante da portare gli appassionati ad accaparrarsi l'edizione definitiva piuttosto che la principale, perché è ben diversa e più ricca rispetto a quella che oggi riterremmo una director's cut con gli attributi.

E che altro dire dei contenuti aggiuntivi dedicati a Dark Souls II? Crown on the Sunken King, Crown of the Old Iron King e Crown of the Ivory King sono tre episodi che raccontano il viaggio del nostro protagonista intento a riunire le tre corone perdute. Dopo un anno di silenzio e tante ore di gioco, FromSoftware è ricomparsa in pompa magna all'E3 2015 con il trailer d'annuncio di Dark Souls III, il capitolo conclusivo.

Il teaser trailer di Dark Souls 3 in tutto il suo splendore. All'epoca in tanti si sono alzati dalla sedia!Guarda su YouTube

Forte del successo di Bloodborne, uscito nell'annata di The Witcher 3: Wild Hunt e Batman: Arkham Knight, pensavamo che ci sarebbe voluto ancora del tempo prima di mettere le mani sul terzo episodio della serie. In realtà arrivò il 24 marzo 2016, segnando il miglior successo mai registrato per Bandai Namco e vendendo più tre milioni di copie in tutto il mondo solo nelle prime tre settimane dal lancio.

Stavolta siamo in un altro regno in rovina chiamato Lothric, dove i cinque signori della Cenere in passato vincolarono la Fiamma. Quando questi tornano in vita dopo il rintocco della campana del Santuario del Legame del Fuoco, un nuovo protagonista si risveglia dalla tomba pronto per un nuovo viaggio in una terra affascinante, ricca di storie e antichi segreti; così antichi, se ci pensiamo, da ricollegarsi alle terre di Lordran e al suo oscuro, terrificante passato.

L'estetica regala scorci incredibili e di reale bellezza. Complice una direzione artistica ispirata, stavolta più definita, la terza opera del franchise è quella che sfrutta al meglio le potenzialità di PlayStation 4 e Xbox One. Nonostante inizialmente fossero presenti problemi di ottimizzazione, niente ha impedito a FromSoftware di rilasciare degli aggiornamenti per rendere l'esperienza più godibile di quanto già fosse, correggendo per l'appunto le piccolezze del framerate.

Ariendel è un luogo pericoloso, pieno di insidie e nemici mortali. Neppure uno spadone simile può avere la meglio.

A distanza di qualche mese dal lancio è stato rilasciato il 25 ottobre 2016 Ashes of Ariendel, il primo DLC, che ci portava in una landa ghiacciata all'interno del Mondo Dipinto di Ariendel. Oltre a nuovi set di armature e a nuovi incantesimi, il contenuto aggiuntivo proponeva dei nuovi boss e l'incontro con altri NPC. Un interessante viaggio, certo, ma davvero complicato a causa degli scontri con alcune delle creature più pericolose dell'intera saga.

Lo stesso è accaduto con The Ringed City, l'ultima espansione che ha chiuso definitivamente le avventure legate all'Anima Oscura. Rispetto al precedente DLC offriva più contenuti aggiuntivi e dava una un'impronta narrativa meglio marcata alla fine dei tempi. Ricoperta da un ammasso di rovine e da luoghi in decadenza in cui la cenere rendeva l'aria irrespirabile, Lothric era destinata alla morte. La sua luce, un tempo splendente, si era spenta.

Anche Dark Souls III, in seguito, ha avuto una sua GOTY Edition comprensiva di tutte le espansioni rilasciate, un'edizione che ha fatto gola persino ai possessori del gioco base. Dark Souls, oggi, fa parte della lista FPS Boost su Xbox, che permette a tanti titoli di girare a sessanta fotogrammi al secondo in modalità retrocompatibilità. Su Series X/S l'impatto visivo è ben definito, ma il miglior modo per goderselo resta su PC per via delle tantissime mod a disposizione.

La community, in tal senso, nel corso di questi dieci anni ha creato una pagina su Nexus Mods dedicata a Dark Souls, con tutte le mod più interessanti e strane mai realizzate. Non è al pari di quella di Skyrim, certo, ma ce ne sono alcune che ci hanno fatto sorridere e altre che vengono scaricate da tanti appassionati anche per migliorare l'esperienza di gioco.

Uno degli annunci più attesi del 2014 è stato proprio questo.Guarda su YouTube

Se non siete contenti di giocare nei panni di Solaire, l'uomo che "Loda il Sole", potete impersonare Tarkas Ferronero. In alternativa, potete modificare la difficoltà aggiungendo un selettore, una mod utile per chiunque sia poco avvezzo a titoli così complicati ma voglia godersi un bel gioco di ruolo.

Altre mod migliorano la grafica e il framerate, mentre altre ancora offrono il doppiaggio in italiano. Ebbene sì, degli appassionati ne hanno realizzato uno - ovviamente non ufficiale - del primo titolo della serie.

Secondo i dati ufficiali di Steam Charts, sembra che Dark Souls Remastered sia il titolo più giocato in assoluto, seguito da Dark Souls III e da Dark Souls II. Pare, peraltro, che i giocatori preferiscano vivere le tre esperienze su PC. Eppure, ci sono tanti giocatori sia su PlayStation 4 che su Xbox One, non contando pure i possessori di PlayStation 5 e Series X/S, che giocano in retrocompatibilità.

Secondo le analisi del Digital Foundry, soltanto una piattaforma riesce a mantenere Dark Souls Remastered sui sessanta fotogrammi al secondo, ovvero la versione per PC. Lo stesso accade per Dark Souls II dove, nonostante alcuni punti a favore della passata ammiraglia di Sony, il Direct X 11 per PC offre degli elementi unici, come spieghiamo in questo articolo.

Inutile dirlo, anche Dark Souls III è ottimizzato meglio su PC, nonostante l'FPS Boost di Series X/S e quei sessanta fotogrammi al secondo che fanno gola ai possessori delle console di Redmond. E che dire della Dark Souls Trilogy, l'edizione definitiva con i giochi e tutte le espansioni?

La serie Dark Souls è tra le più conosciute e amate degli ultimi dieci anni. Non importa che siate appassionati, possessori dei tre capitoli o dei semplici neofiti: sappiate soltanto che vale assolutamente il prezzo del biglietto.