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Diablo III

Un fascino del diavolo.

BlizzCon 2008: migliaia di persone hanno viaggiato da tutti gli angoli del mondo e si sono stipate all'interno di una sala congressi in una tanto/troppo assolata California. Molti si aspettavano, come spesso accade alle cerimonie di apertura tenute dalla Blizzard, qualche annuncio strepitoso. Il tutto si è svolto senza dichiarazioni sensazionali ciononostante tutti i presenti sono usciti dalla conferenza assolutamente soddisfatti - Diablo III ha una nuova classe, il Mago, e la folla al BlizzCon avrà la possibilità di giocarlo in anteprima! L'entusiasmo intorno a questo titolo è tale che la possibilità di giocarci vale assolutamente la pena del viaggio.

"Quando si lavora con un titolo famso quanto Diablo è impossibile far contenti tutti, è una cosa che bisogna accettare" così apre il discorso Jay Wilson, game director di Diablo III.

La Blizzard mostrò Diablo III per la prima volta durante il World Wide Invitational di Parigi, mostrando per la precisione un livello con una verdeggiante foresta. Un certo gruppo di fans, di quelli alla tutto o niente, rispose con grida di biasimo in stile "ci mancano solo gli unicorni e gli orsetti del cuore". Forse parlarono troppo presto.

Diablo III rivela a tratti un carattere così tanto oscuro che quelle critiche appaiono oggi come ridicole: bambini morti chiedono aiuto con voci spettrali dalle profondità di pozzi abbandonati, mentre i corpi mutilati dei paesani penzolano dai rami secchi di alberi contorti e neri. Il cuore del gioco è decisamente oscuro. Gli sviluppatori sono così sicuri di riuscire nel loro intento di fornire un clima di orrore e disperazione che, durante tutto il BlizzCon, hanno indossato t-shirt blu cielo con nuovolette, pony rosa e piccoli arcobaleni e con il marchio Diablo III ben in vista al centro - tutto questo per prendere in giro tutti quelli che hanno lanciato critiche superficiali durante l'Invitational di Parigi.

Diablo III cerca di fondere il meglio dei due precedenti titoli e allo stesso tempo di introdurre tematiche e modalità nuove per rendere il mix assolutamente innovativo senza perdere il caratteristico look&feel di Diablo. Sarà come tornare a casa dopo un viaggio durato anni e scoprire che Mamma ha finalmente partecipato ad un corso di cucina italiana: è sempre la cucina di Mamma, ma con ingredienti speciali ed un tocco di esoticità in più!

Con un albero delle abilità che include le skill 'spacca' e 'spacca più forte', il Barbaro non può fallire!

Forse lo sforzo più grande nel nuovo Diablo è la ricerca di una narrazione che permei l'ambiente circostante. Le scene d'intermezzo rimarranno per narrare e chiudere i capitoli ma l'interazione fra i personaggi, gli eventi scriptati e la scenografia splendidamente interattiva giocheranno un ruolo decisamente importante nel condurre una narrazione che avvolga costantemente il giocatore. Vi imbatterete in personaggi che si trascinano fuori da buie celle solo per essere risucchiati, urlanti, verso le tenebre da cui provenivano; oppure vi capiterà di origliare la conversazione fra un servo ed il suo signore che vi svela una parte del piano che ha in mente per voi.

Diablo III include anche dei diari audio, simili a quelli di BioShock, che possono essere raccolti ovunque nel mondo di gioco e che aggiungono uno importante livello di narrazione e di dettagli che altrimenti potrebbero passare inosservati se fruiti da un semplice blocco di testo. Quelli scoperti mentre provavamo Diablo III ci hanno rivelato i retroscena del Re Scheletro che, invece di essere ridotto ad un semplice mostro sensa senso, con una vaga rassomiglianza a Michael Jackson, ci è stato presentato come un personaggio vero e proprio: un Re un tempo votato al bene e corrotto fino allo stato di non-morte. Aggiungendo, con un'ottima narrazione, punte di Pathos non sperimentate in precedenza.

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Diablo III

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A proposito dell'autore

Alessandro Marchetti

Contributor

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