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Digital Foundry vs Alienation

Effetti notevoli, ma è un degno successore del brillante Resogun?

Housemarque è specializzata nella creazione di titoli arcade, e Alienation è l'ultimo di una serie di frenetici sparatutto supportati da una tecnologia di rilievo. Concettualmente è simile a Dead Nation, ma l'ambientazione fantascientifica apre le porte a un nuovo tipo di gameplay e a una rivisitazione radicale degli effetti grafici.

Proprio come in Dead Nation, la ricerca di una grafica allo stato dell'arte richiede dei compromessi. Alienation gira a 30 fotogrammi al secondo, e non ai caratteristici 60fps che hanno aiutato Super Stardust HD e Resogun a risultare così gratificanti da giocare. Il movimento non è fluido come vorremmo, con i controlli che mancano dell'elevata reattività caratteristica dei titoli arcade. Puntando a 30fps, però, Housemarque ha a disposizione il doppio del tempo di rendering per fotogramma, e il risultato è una serie di effetti impressionanti che aggiunge un nuovo strato di realismo alle radici arcade del gioco.

Come previsto il gioco gira a 1080p nativi con anti-aliasing post-process, presentando l'azione molto chiaramente. Gli elementi sub-pixel e i bordi più lunghi a volte esibiscono dei difetti, ma niente che vada oltre il tipo di sfarfallio che è ora parte integrante della maggior parte dei titoli a tripla-A. Ciò che risalta veramente, però, è il modo in cui i personaggi e gli scenari sono visualizzati. Il rendering basato sulle proprietà fisiche permette a diverse superfici di reagire realisticamente a varie condizioni d'illuminazione, quindi i materiali come metallo, neve, gomma e vetro appaiono molto naturali nonostante la presentazione stilizzata. Ciò conferisce un aspetto autentico a questi elementi, aiutando i giocatori a immergersi meglio negli scenari.

Cover image for YouTube videoAlienation PlayStation 4 Tech/Performance Analysis
Uno sguardo approfondito al nuovo shooter twin-stick di Housemarque per PlayStation 4. Il gioco gira a 30fps, ma è dotato di una tecnologia grafica notevole.

C'è una sensazione sovrannaturale nell'esplorare gli inospitali avamposti coperti di neve in Alaska durante le missioni iniziali, e gli scuri corridoi metallici delle astronavi aliene vantano una buona atmosfera nonostante la colonna sonora vivace e l'azione caotica. Anche l'uso dell'illuminazione volumetrica valorizza l'atmosfera: neve, polvere e particelle reagiscono alle fonti di luce circostanti, creando un alone attorno a torce e luci sparse per lo scenario, specialmente durante le bufere. Quando l'azione si vivacizza, l'illuminazione assolve comunque un altro compito: spettacolarizzare il tutto, migliorando i frenetici scontri a fuoco contro orde di invasori alieni. Il fuoco delle armi proietta delle fonti di luce per lo scenario, creando rapidi lampi che rendono le sparatorie più eccitanti, mentre la luce emessa dalle torce del personaggio interagisce con l'illuminazione ambientale creando nuove ombre e modificando quelle esistenti.

Visto che parliamo di uno sparatutto arcade, il giocatore fa costantemente esplodere molto di più delle sole orde aliene. Anche edifici e veicoli abbandonati sono bersagli validi, e le esplosioni risultanti fanno fuori ondate intere di nemici: un valido ripiego tattico quando si è sotto assedio. La distruzione ambientale migliora il gameplay offerto, con le proprietà fisiche a determinare il modo in cui i mattoni crollano e interagiscono con personaggi e fuoco delle armi. È un bel tocco, che aggiunge realismo all'esperienza. Ovviamente solo alcune parti dello scenario possono essere distrutte, e a parte l'eliminazione di alcuni nemici come effetto collaterale, quest'aspetto del gioco è principalmente una chicca grafica e non una parte fondamentale del gameplay.

L'uso della fisica che regola il vendo e le particelle fa interagire questi elementi con elementi sia statici che dinamici. Ad esempio, dei turbini di neve creano un percorso attorno a macchine ed edifici, e le armi a raggio si fanno strada tra queste particelle spingendole in direzioni diverse rispetto a quelle del vento. Anche l'acqua è dotata di proprietà simili, con personaggi e altri oggetti a disturbarne la superficie creando delle increspature che si muovono nelle pozzanghere.

L'attenzione al dettaglio da parte di Housemarque è veramente impressionante se si considera che molti di questi elementi hanno poco impatto sul gameplay. Con l'eccezione della distruzione, le funzioni grafiche avanzate sono volte principalmente ad amplificare l'atmosfera e aiutare a concretizzare lo scenario dell'invasione aliena. È un banchetto per gli occhi, ed è bello vedere del realismo inserito in uno shooter arcade: l'azione è valorizzata da più spettacolo, specialmente quando vi sono più giocatori su schermo a sparare contro dozzine di nemici.

Il livello di dettaglio sembra alto anche sui personaggi, ma quello degli oggetti dello scenario è altalenante. Ad esempio, le auto che possono essere distrutte appaiono più semplici di alcuni elementi non interattivi, come le navi bloccate nella neve. Allo stesso tempo, ciò aiuta a impedire che lo scenario sembri sovraccarico, e questo va a vantaggio dello stampo action del gioco.

Nel complesso, è chiaro che in Alienation vi sia molta attenzione riposta nella tecnologia di fondo, al fine di dare al gameplay un aspetto più eccitante, e per questo motivo un aggiornamento a 60fps è fuori discussione. Sotto certi punti di vista è un peccato, perché il gameplay non è reattivo come quello di Resogun o Super Stardust HD. L'aggiornamento a 30fps non fornisce mai lo stesso feedback o la fluidità di movimento che ci si aspetta da un gioco arcade dal ritmo elevato. I movimenti sembrano abbastanza pesanti, e serve un po' di tempo per abituarsi alla risposta più lenta del controller. Anche la gestione del movimento ne soffre, con gli spostamenti dell'inquadratura a generare degli scatti quando ci si sposta per lo scenario, come accade in tutti i titoli a 30fps.

È tutta una questione di abituarsi all'azione. Prendere la mira resta un'operazione precisa, e non abbiamo avuto problemi a eliminare orde di nemici provenienti da più direzioni. Il gameplay risulta però meno rifinito rispetto a quello di titoli simili che operano al doppio del frame-rate. La buona notizia è che le prestazioni sono quasi completamente stabili a 30fps, rendendo l'esperienza coerente. Un fotogramma occasionalmente perduto è l'unico neo rilevato, e il suo impatto è nullo.

In un mondo ideale ci piacerebbe giocare Alienation a 60fps, ma ciò non è semplicemente possibile sull'hardware standard di PS4, visto che un frame-rate superiore è stato sacrificato in favore di funzioni grafiche aggiuntive. Le cose potrebbero essere completamente diverse con PlayStation Neo. Con una GPU dalla potenza doppia a disposizione, giocare a frame-rate superiori potrebbe essere possibile. Ovviamente non c'è la certezza che Housemarque realizzi una patch futura a questo fine, ma sarebbe bello avere un supporto successivo per Neo che possa liberare il gioco dal suo unico vero limite.

Per ora, Alienation è un godibile shooter arcade supportato da effetti notevoli che aiutano a migliorarne la presentazione, rendendo l'esperienza più soddisfacente. Il co-op a quattro giocatori è un particolare punto di forza, con scintille e distruzione a riempire lo scenario durante l'abbattimento di orde di nemici. Da questo punto di vista, Alienation offre in scioltezza momenti spettacolari, ed è un'altra bella aggiunta al superbo catalogo di software per PlayStation targato Housemarque.

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David Bierton

Contributor

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