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Final Fantasy Fables: Chocobo's Dungeon

Non il solito Final Fantasy.

Il titolo si prende poche libertà rispetto ai canoni del genere. Benché potreste non accorgervene inizialmente, il gioco è parzialmente a turni, nel senso che i nemici agiranno soltanto quando lo farete voi, che si tratti di muoversi o di attaccare. Rimanete immobili e qualsiasi altro elemento del dungeon resterà fermo, rianimandosi nell'istante in cui farete qualcosa. In questo modo persino gli spostamenti richiederanno una certa accortezza tattica, incoraggiando il giocatore a trovare i percorsi più intelligenti (ad esempio attirando gruppi di nemici all'interno di stretti corridoi in cui potranno attaccare soltanto uno ad uno invece che in massa..). La strategia non è certo epocale, ma cionondimeno interessante, ed è mirabile la maniera in cui il gioco appaia genuinamente istantaneo a dispetto di un set di regole architettate in modo da non risultare visibili.

L'energia del Chocobo deve essere gestita con grande attenzione usando le pozioni recuperate nei labirinti. Un ulteriore grado di difficoltà è assicurato dalla barra della fame, che deve essere costantemente tenuta al di sopra di una certa soglia: scendendo al di sotto della stessa il Chocobo inizierà a morire di fame, perdendo energia ad ogni brontolio di stomaco. Se la vostra vita arriverà a zero vi ritroverete catapultati di nuovo in città, ovviamente senza tutti gli oggetti non equipaggiati e a secco di monete.

Con una decisione che probabilmente scontenterà gli utenti più metodici e rigorosi, è stato conferito alla fortuna un ruolo determinante all'interno del gameplay. Non soltanto il posizionamento delle pozioni e del cibo verrà infatti stabilito a caso, ma accadrà la stessa cosa per le trappole nascoste per i labirinti. Trappole che potranno essere individuate cercando con attenzione negli spazi adiacenti, anche se nessuno avrà il tempo o la pazienza di farlo prima di ogni movimento. Il problema è che, specialmente nella seconda parte dell'avventura, i trabocchetti si riveleranno a dir poco mortali, tra fuoco, rocce e persino mostri evocati che potranno spazzar via in un attimo anche un'intera ora di gioco. Il game design fondato sulla casualità può portare a situazioni troppo semplici o troppo complesse: occasionalmente vi capiterà di trovare le scale vicinissime al punto di partenza, altre volte invece l'uscita non si materializzerà quasi mai. La chiave di tutto sta insomma nel prendere le cose con filosofia.

L'impegnativo dungeon crawling è mitigato da attività parallele da svolgere in città, tra le quali giardinaggio, giochi di carte, pesca e molto altro ancora.

Ma non troverete soltanto cibo e pozioni nelle stanze: avrete modo di recuperare anche armi ed armature, fra l'altro upgradabili presso il fabbro in città in modo da aumentare i vostri valori di attacco e di difesa. La decisione degli sviluppatori di non farvi perdere gli oggetti equippati una volta morti è certamente gradita, e così in virtù della stessa armi ed armature saranno da considerarsi veri e propri tesori. Fa la sua comparsa anche il sistema di job tipico di Final Fantasy, aggiunto per dare ulteriore personalità al gioco. La possibilità di far diventare il vostro Chocobo un Mago Bianco, un Cavaliere Nero o un Dancer lo rendono di fatto un'entità super versatile, capace di adattarsi alla perfezione alle caratteristiche del dungeon.

Molti roguelike realizzati oggi sono creati con budget risibili da sviluppatori nipponici di nicchia poveri di risorse. Di riflesso Chocobo's Dungeon ha alle sue spalle tutto il peso ed il supporto finanziario di uno dei publisher più importanti dell'intero Giappone, e la qualità del prodotto finale risulta evidente. Le animazioni delle creature sono esemplari, così come i controlli precisi e puntuali. Graficamente non spreme di certo a fondo il Wii, ma è comunque un bel vedere grazie anche alla direzione artistica accattivante.

I dungeon crawler sono piuttosto anacronistici in quest'epoca di game design elementare ed alla portata di chiunque. Ma il relativo successo di titoli portatili quali Shiren the Wanderer e Izuna: the Unemployed Ninja dimostra che anche gli esponenti di un genere così cervellotico possono attrarre una schiera di appassionati fan. Chocobo's Dungeon si dimostra vincente laddove il recente Pokémon Mystery Dungeon aveva deluso, proponendo un dungeon crawler su licenza in grado di combinare le esigenze di franchise con la tradizione.

7 / 10

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Marco Mottura

Contributor

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